Piazza
Libertà torna all’antico. Il giardino
di Sissi, oggi isolato da una cintura di traffico continuo,
farà parte di un parco pedonale che, dalla facciata
della stazione, si estenderà senza by-pass stradali
per 70 metri. Con cinque, forse sette, alberi da sacrificare.
Ma 52 da impiantare ex novo, alcuni dei quali anche lungo i
marciapiedi più esterni. 
Un’altra area verde cancellerà l’attuale
bretella di scorrimento verso corso Cavour, pedonalizzando
una striscia di 40 metri dalla lapide che ricorda l’esodo
fino alla sala Tripcovich. La stessa ex autostazione, progettata
nel ’35 da Nordio, potrebbe rivelarsi alla fine la sorpresa
più clamorosa. Un annuncio ufficiale per ora non c’è,
giacché in questa fase urge approvare un primo «piano
di massima» per non rischiare di perdere i finanziamenti
di Stato e Regione. Eppure, proprio sulla scia della rivoluzione
pedonale di piazza Libertà, si sta rafforzando la spinta
bipartisan per una sala Tripcovich «riabilitata» alla
sua funzione originaria.
Nel contenitore attiguo ai varchi
storici di un Porto Vecchio destinato a sua volta a rivitalizzarsi,
potrebbero così trovare posto i capolinea di 14 tratte
urbane della Trieste Trasporti, più le fermate temporanee
di altre sette linee, decongestionando ulteriormente l’assetto
viario della zona. Gli eventi del Verdi, a quel punto, troverebbero
casa nella sala polifunzionale da 740 posti del futuro centro
congressi inserito nel megaprogetto di riuso del Silos.
Se n’è parlato ieri durante l’esame congiunto
- da parte delle commissioni Lavori pubblici e Urbanistica
presiedute da Lorenzo Giorgi e Roberto Sasco - del progetto
preliminare di riqualificazione di piazza Libertà, destinato
a dare un volto inedito alla porta d’accesso della città,
scandito a livello di traffico da una «esse» meno
invasiva, con tanto di bretella ciclabile a tagliare gli spazi
pedonali. Il documento - con l’ok della circoscrizione
e degli altri soggetti chiamati in causa, in primis la Soprintendenza
- è stato presentato dall’assessore Franco Bandelli,
dalla responsabile del procedimento Marina Cassin e dai rappresentanti
dell’associazione temporanea d’impresa guidata
dallo studio Baubüro di Bolzano, nel quale figuranno gli
architetti triestini Luciano Lazzari, Paolo Zelco e Fabio Zlatich.
Ora
il passaggio decisivo spetta al Consiglio comunale, chiamato
ad approvare entro il mese sia il preliminare che la variante
urbanistica. D’altronde i tempi stringono e l’affare è colossale,
tanto che imporrà un’accelerata - parola di Bandelli
- persino all’iter infinito del piano del traffico. Sono
in ballo tre milioni e 800 mila euro, di cui due milioni e
300 mila del Ministero delle Infrastrutture e un milione e
mezzo della Regione, vincolati a una rendicontazione da farsi
non oltre il 31 dicembre 2009.
« Faremo partire il cantiere
entro l’anno - così Bandelli - e l’opera
procederà per minilotti d’intervento come sulle
Rive, per limitare al massimo i disagi. Il nuovo asssetto potrà essere
pronto entro il primo semestre del 2010. Quanto al possibile
cambio di rotta sulla sala Tripcovich sposo le osservazioni
venute dalle commissioni, che peraltro sono in linea con quelle
di Soprintendenza e Verdi».