«Si procede secondo i piani» Soprintendenza
muta.
Omero:
non siamo come Genova
Non
sono bastate diecimila firme contrarie, una pletora di progetti
alternativi, un gruppo di opinione decisamente
consistente che sul progetto ha segnato una croce da subito.
La riqualificazione di piazza Libertà va avanti
secondo i progetti originari del Comune. Ne ha dato conferma
anche
ieri l'assessore
Bandelli che, a margine delle anticipazioni
sui cantieri in divenire nel 2009, è tornato sull'argomento.
«Piazza Libertà va avanti, non ci piove, e secondo
i piani originari. Ci sarà quindi la variazione
totale dell'asse viario, che comporta l'eliminazione di
cinque alberi
centenari, e sottolineo cinque, mentre gli altri, con un
lavoro che non sto a dirvi ma è gigantesco e impegnativo,
verranno reimpiantati in posizione diversa. Non mi sembra
affatto
una scelta distruttiva, lo ribadisco, così come
mi preme di far sapere che grazie a questa scelta verranno
recuperati
ben 2500 metri quadrati in più di piazza».
Fin
qui l'assessore, anche se le critiche degli ultimi
mesi erano incentrate oltre che sull'aspetto ambientale anche
su quello viario. In sostanza: non c'è la convinzione,
in molti, che l'unica maniera di collegare il viale Miramare
con le Rive passi per questa «rivoluzione».
Per una singolare coincidenza proprio ieri il consigliere
del Pd della IV circoscrizione, Luigi Franzil, ha ad esempio
rispolverato il suo progetto che media l'originaria idea di
far passare il traffico attraverso l'area del Porto Vecchio
a partire dal cavalcavia di Barcola con un nuovo piano.
Basterebbe, in sostanza, realizzare una sorta di
corsia «in trincea», e cioè non abbandonabile,
che consentirebbe di bypassare gli eventuali limiti legati
alla presenza del regime di punto franco dell'area.
È
rimasta lettera morta, intanto, l'appello lanciato nel
luglio dell'anno scorso da WWF ed Italia Nostra. Un messaggio
mandato in primis alla Soprintendenza ai Beni culturali affinchè ponesse un vincolo a tutela di piazza
Libertà. Nessuna risposta, finora. Forse
anche per questo il Comune si sente pienamente legittimato a proseguire
nel suo percorso. Con grande perplessità dell'opposizione. «Ci
sono state raccolte di firme importanti - annota ad esempio
Fabio Omero, capogruppo del Pd in consiglio comunale - che
necessitano di risposte. Oltre a questo mi sembra che lo stesso
piano del Comune non rientri, per contenuti, nella legge nazionale.
Si tratta infatti - chiosa Omero - di un testo che prevede
interventi su aree con criticità di ordine sociale,
abitativo e occupazionale, che risultino limitrofe a zone
portuali. Il che, se mi permettete, non è sicuramente
il nostro caso. Rientra, semmai, nella tipologia di una Genova,
che non a caso l'ha applicata abbinandoci tutta una serie di
interventi a carattere sociale. Noi invece, come al solito,
ci limitiamo all'apparenza: stucco e pittura...