Il comitato: ci siamo mossi per tempo per evitare
di trovarci
ancora
di fronte al fatto compiuto.

Monta
la protesta popolare contro il taglio degli alberi di
piazza della Libertà. E' vicina a quota 3mila la
raccolta di firme promossa dal Comitato spontaneo di cittadini
che si sta impegnando «per evitare che si commetta uno
scempio, abbattendo alberi secolari», spiega la
portavoce, Ilaria Ericani, e si lasci invece la piazza così com'è».
Pur non potendo disporre di mezzi finanziari per rendere
nota l'iniziativa, i promotori del Comitato stanno attuando
al meglio il passa parola, coinvolgendo gruppi e associazioni.
A fianco del Comitato lavorano Wwf, Italia nostra,
Gruppo Grillo Trieste. Associazione orticola del Friuli
Venezia Giulia «Tra fiori e piante». Lega
anti vivisezionista. In ciascuna delle sedi di queste organizzazioni, è stato
allestito un punto informativo, al quale tutti gli interessati
possono rivolgersi per approfondimenti e notizie al riguardo.
Lo spirito che anima quanti hanno dato vita al Comitato
e ai cittadini che stanno dando la loro adesione alla protesta,
sottoscrivendo il documento che sarà presentato
a breve al Comune, è quello di evitare il ripetersi
di una situazione come quella che si è venuta
a creare a Chiarbola, nell'ex parco della Maddalena.
Il
taglio di quegli alberi ha suscitato decine di reazioni.
Centinaia di triestini si sono sentiti 'presi in giro',
perché l'operazione di taglio alla ex Maddalena è avvenuta
senza che ci fosse la necessaria preventiva comunicazione.
Quasi si volesse fare tutto di nascosto, nella consapevolezza
che la gente avrebbe reagito e con decisione. «Anche
su piazza della Libertà fioccano le lettere di
protesta - precisa la Ericani - perché la gente
non vuole assistere al taglio di quei bellissimi e storici
alberi. Ma in questo caso - annuncia - vogliamo muoverci
in anticipo, proprio per evitare che ci si trovi davanti
al fatto compiuto».
All'origine della reazione di migliala di cittadini, il
progetto che prevede una diversa sistemazione della piazza,
con lo spostamento delle attuali aree verdi e la realizzazione
di una nuova via di attraversamento, che dovrebbe essere
ricavata proprio nello spazio dove sono ora alloggiati gli
alberi. «Se vogliono modificare l'assetto della
circolazione davanti alla Stazione, facciano pure - insiste
la portavoce del Comitato dei cittadini - perché può essere
che una nuova sistemazione possa portare miglioramenti. Ma
vogliamo che non si tocchi nulla della parte centrale
della piazza, quella che ospita aiuole, alberi e cespugli.
Non concepiamo un taglio che sarebbe incomprensibile, per fare
posto alla circolazione delle automobili».
Da
parte del Comune si è parlato di «maggiore
scorrevolezza del traffico, in virtù del nuovo assetto
della piazza». Ma i triestini esprimono netto dissenso,
preferendo conservare la piazza nella sua attuale conformazione.
Del resto è relativamente recente la sistemazione
di piazza della Libertà che, negli anni dei jeansinari
si era trasformata in un mercato all'aperto. Poi ci fu
una profonda modifica, con il posizionamento di aiuole e panchine
e della statua di Sissi, davanti alla quale periodicamente
si riuniscono i nostalgici dell'impero asburgico. Fra
pochi giorni, i rappresentanti del Comitato che sta organizzando
la raccolta delle firme si presenteranno agli uffici del
Comune per far protocollare il documento, con l'indicazione
delle persone che hanno aderito all'iniziativa.
«Speriamo che davanti a una presa di posizione di questo
tipo - conclude Ilaria Ericani - l'amministrazione prenda
atto della volontà popolare e modifichi il progetto».
Il sodalizio aveva deciso di affilare le armi quando,
alcune settimane fa, il Consiglio comunale, durante
una lunghissima e turbolenta seduta in notturna, aveva approvato
la riqualificazione dell'area antistante la stazione ferroviaria.
Il restyling, si era capito da subito, prevede l'eliminazione
di una decina di metri del giardino sul lato di via Ghega e
il taglio di un numero ancora non definito di alberi. L'assessore
ai Lavori pubblici Franco Bandelli aveva tentato di mediare,
promettendo che tutti i tronchi sarebbero stati ripiantumati
altrove, ma ai comitati non era bastato. Da qui la
decisione del sodalizio di ingranare la marcia e partire
in quarta con la protesta.
«
Il regolamento sul Verde
pubblico - aveva detto in quell'occasione Ilaria Ericani
- autorizza l'abbattimento di alberi di grandi dimensioni
solo in caso di effettivo interesse pubblico: per questo
chiediamo che ci venga dimostrata l'impellente necessità di
cantierare quest'opera. Il progetto comprometterebbe l'immagine
di quella che il sindaco ama definire «la cartolina
d'ingresso della città"». La Ericani aveva
anche ricordato come Dipiazza li aveva a suo tempo ascollati,
trovando le loro perplessità «ragionevoli».
Una delle critiche principali riguarda le corsie
destinate alle auto, previste nella zona adiacente a via
Ghega, che secondo la Ericani «servono solo ad accorpare
in una sorta di autostrada le direttrici che attualmente
ruotano attorno al giardino in senso unico. Inoltre la
variante in questione risulterebbe scollegata da un piano
generale del traffico, ancora da definirsi».
