In
Italia ci sono duemila alberi considerati di "notevole
interesse" e 150 di "valore storico o monumentale",
di cui quattro si trovano a Trieste. Si tratta di
una quercia, che si erge sul Monte Carso, alta 20 metri,
un tiglio nella piazzetta della
chiesa
nella frazione di Crogole a San Dorligo con 11 metri di altezza
e un diametro del tronco di 4 metri, un leccio nel parco di
Miramare di 16 e un'altra quercia nella dolina di Percedol
che raggiunge ben 31 metri di altezza. Un vero e
proprio patrimonio naturalistico, storico e culturale
che in base alla normativa regionale da un anno è passato
alle competenze della Provincia di Trieste.
L'Ente, attraverso esperti fitopatologi, ha appena salvato
uno di questi alberi che rischiava di morire e ora proseguirà nell'azione
di monitoraggio per la loro conservazione, già in passato
minata dalle piogge acide e dall'inquinamento. «Alberi
monumentali come questi - spiega l'assessore all'Educazione
ambientale Dennis Visioli - sono
utili agli esperti per individuare le peculiarità del
terreno e del clima, ma sono anche un'attrazione per la promozione
nella nostra provincia di un turismo ambientale. Provvederemo
all'installazione di un'adeguata cartellonistica per illustrare
le caratteristiche di questi alberi secolari e promuoveremo
dei percorsi naturalistici che partendo dal Carso
possono arrivare fino a Miramare».
La Provincia, inoltre, intende favorire la conoscenza
di questi alberi monumentali soprattutto nelle scuole. «Ci
faremo promotori nelle scuole dell'obbligo del nostro territorio - prosegue Visioli - di
lezioni specifiche su questo tema, seguite da escursioni. L'obiettivo è quello di
sensibilizzare le nuove generazioni alla tutela dell'ambiente
e al rispetto della natura».