GIARDINARE.IT - CAPITOLO 16
Per un’estate come si deve
di Mariangela Barbiero

 

Fa un caldo terribile ma diverso. I fiorellini dei Ceratostigma sia wilmottianum che plumbaginoides si bruciano non appena si aprono. A una mia amica questo sole ha bruciato addirittura le echinacee… Che il colpevole sia l’ozono?
Comunque, pare che le rose invece ne siano state favorite, infatti quest’anno finora da me e non solo da me non sono state attaccate dalla ticchiolatura.

Per diversi anni non era mai arrivata nel mio giardino, la conoscevo solamente attraverso le letture tecniche. Poi una lontana primavera constatai che aveva colpito la maggioranza dei rosai. Cercando l’anticrittogamico adatto, mi resi anche conto che assieme al mal bianco (oidio) sono le malattie più diffuse delle rose. Perché adesso sì e prima no? Verificai che l’unico importante cambiamento che avesse avuto luogo a Opicina era stata l’eliminazione del passaggio dei TIR dal centro del paese: ne conclusi che i gas di scarico sono efficientissimi fungicidi, per la macchia nera per lo meno. Approfondii il discorso con amici agronomi e mi confermarono che anche in campagna i filari di viti che costeggiano strade molto trafficate sono esenti da molte malattie fungine: evidentemente l’effetto coprente dei gas impedisce che i funghi attacchino le foglie. Potremo sperimentare incipriando delicatamente le nostre dilette… invece di trattarle ogni anno alla fine dell’inverno, in pre-emergenza, con fungicidi sistemici, alternandoli, in modo da contrastare l’insorgere di ceppi resistenti. E i trattamenti vanno ripetuti almeno una volta ogni due mesi. Le rose non sono piante per ambientalisti, ammettiamolo pure.

Ultimo consiglio per la salute delle rose: a differenza di quasi tutte le altre piante che è meglio bagnare di sera, di modo che possano godere della frescura più a lungo, le rose vanno bagnate di mattina, evitando sempre e comunque le foglie, giacché l’umidità se persiste più di sei ore, favorisce l’attacco di funghi.

Siamo dunque nell’estate più torrida dal famigerato 2003, ma grazie all’esperienza di questi venti anni, sono riuscita ad avere molti fiori anche in luglio e agosto. Molto belle sono le nuove cultivar di Hibiscus syriacus, rustico in tutta Italia, tra cui l’elegantissimo ‘White Chiffon’, con un’esplosione di fiori doppi bianco puro e picoli petaloidi centrali pure bianchissimi. Fiorisce dal 10 luglio (compleanno del mio consorte) e continua fino ai freddi. Predilige il pieno sole e buone innaffiature al piede. Un altro magnifico H.s. è la cv. ‘French Cabaret Purple’ che è di un porpora uniforme e la forma dei fiori è uguale a quelli dell’ibisco bianco. E non ultimo il recente (2014) ibisco annuale (o a vita breve) Hibiscus trionum. Si dissemina naturalmente e emerge dal terreno solo ai primi di luglio e fiorisce fino ad agosto. Trovato l’anno scorso al Susigarden. Bellissimo. Per dettagli e foto vedi Wikipedia.

Altra stupenda pianta è Hydrangea aspera ‘Villosa’, che inizia anch’essa a fiorire il 10 luglio (che era anche il compleanno di Proust), amatissima da tutti quelli che l’hanno vista nel mio giardino e a cui l’ho potuta regalare, perché vi si dissemina. A tutt’oggi me ne sono nate cinque, tutte eguali alla ‘Villosa’, e fioriscono già il secondo anno, mentre io speravo quest’anno in una qualche novità, visto che ho un’altra H. aspera, la ‘Hot Chocolate’, con fiori fertili dello stesso color glicine della ‘Villosa’ ma con le brattee rosa invece che color glicine, e le foglie amaranto scuro. Uno spettacolone. Trovate entrambe al Susigarden. Anni addietro avevo sperimentato H.aspera ‘Peter Chappel’, comprata in Inghilterra, ma che non valeva il posto. Praticamente era bella una settimana, non appena fiorita, poi diventava brutta per alcuni mesi (brattee bianco sporco e fiori fertili marron) finché non si spogliava del tutto e allora lo scheletro d’inverno era interessante… ma non sufficiente. Al suo posto ho piantato l’ibisco ‘White Chiffon’.

Ho tante varietà e specie di ortensie, che sono piante estive per eccellenza, in Italia l’offerta è ottima e c’è sempre qualche novità. Lo scorso autunno ho trovato al Susigarden la ‘Renaissance’, era in piena e abbondante fioritura e l’ho messa in serra, dove non ha fatto una piega per tutto l’inverno, come una giovane mummia. Non appena la temperatura lo ha permesso, l’ho collocata tra ortensie comuni e H. arborescens ‘Annabelle’… e continua fare getti di futuri fiori, che poi si arricchiscono di quattro o cinque grandi brattee ora bianche ora rosa, insomma bella e intrigante. Mi aspettavo una pianta ‘forzata’ e dunque non in grado di dare il suo meglio quest’anno, invece tiene fede al suo nome e ha sempre diversi nuovi fiori pronti ad aprirsi. La H.a. ‘Hot Chocolate’ non è bellissima tutto l’anno come la ‘Villosa’, ma quasi. I fiori della ‘Villosa’ sono color glicine sempre in due nuances, e la differenza sta nel fatto che i fiori del glicine sono lucidi mentre quelli dell’hydrangea sono opachi. La fioritura è copiosa e non avviene tutta assieme, per cui il piacere dura a lungo. Dopo abbastanza tempo, i fiori passano a un color ametista, sempre su due toni, bello bello, e poi al color carta di riso. A contarla giusta, la ‘Hot Chocolate’ è splendida da quando emette le foglie scure fino a quando appare il fiore, che appassendo perde molto della sua attrattiva, non tanto quanto la Peter Chappel, beninteso. Resta il fatto che fino a metà luglio ha una magnificenza di foglie che ben s’intonano con le parti bordò della pergola e delle trabeazioni della casa. E’ più grande in altezza e larghezza della ‘Villosa’, quindi attenzione a dove la mettete, tenendo sempre conto che le ortensie sono piante da mezz’ombra e da terreno umido.
E per finire vi racconto di un cespuglio delizioso e rustico, che ha passato l’inverno all’aperto in un vaso: Cardiandra alternifolia subsp. moellendorfii. E’ un’hydrangeacea, quindi con le stesse esigenze delle ortensie. Una pianta ‘poetica’, graziosissima. Me l’ha regalata un’amica e quindi non so dove l’abbia presa, ma credo presso un vivaio sloveno www.rifnik.si che ha un montòn di piante mai viste prima e in piccolissimi contenitori, sempre presente alle mostre in Friuli Venezia Giulia. Purtroppo a causa del Covid me le sono perse tutte quest’anno.

Finora vi ho parlato di piante un po’ inusuali, ma per una bella estate fiorita e sempre ben strutturata, si può contare sulle lagerstremie, meglio se nane. Sono tutte belle, ma le bianche lo sono di più. C’è poi Indigofera amblyantha che fiorisce da primavera ad autunno, è impareggiabile per la quantità e leggerezza di fiori lilla e di foglie, simili a quelle delle mimose. Pieno sole. E’ un grande arbusto ma è bello fin da piccolo e tollera una potatura anche severa, in questo caso, però, fiorisce più tardi. Non è conosciuta come dovrebbe.

Non mi soffermo sulle piante più ovvie e per me altrettanto affascinanti, tuttavia c’è una pianta che sta per fiorire adesso, fine luglio, e che ormai non si trova più nei giardini: Hosta plantaginea, detta anche “il giglio degli Incas”. Come tutte le hoste sparisce d’inverno, ma a differenza della maggior parte di loro, può stare benissimo sia in pieno sole di mezzodì che in ombra, sia con molta che con poca acqua, la potete mettere anche ai piedi di un albero. Ha una fioritura bianca magnificamente profumata. Ah, ddimenticavo un piccolo Cotoneaster adpressus var. praecox, che non si trova più da nessuna parte: è piccolo, con portamento sinuoso e fa bacche in estate. Deciduo.

E mi fermo qua. Mi hanno appena avvisato che devo fare scorta d’acqua perché dice il sindaco che se si ha un black-out elettrico, partono anche le pompe elettriche e resteremo a rubinetto asciutto. A Trieste non c’è mai stata penuria d’acqua, anzi, quando a Gorizia un mio amico non poteva bagnare l’orto, il nostro sindaco pensava che forse avremmo potuto metterla in bottiglie e venderla, tanto è buona e tanta.

La mancanza d’acqua mi fa ancora più paura dell’atomica: il solo pensiero di veder morire le piante mi fa lo stesso orrore che vedere cani lasciati a cucinarsi al sole in terrazza con una ciotola d’acqua. Mi è capitato quando vivevo in città, e ho chiamato il 112 e sono venuti subito i pompieri. Einstein disse che se ci sarà la terza guerra mondiale, la quarta la faremo con le clave…

Mi dispiace che la bellissima storia di Rosanova finisca in un’atmosfera da fine del mondo… anche se per noialtri di Rosanova è proprio la fine di un mondo. In ogni caso, chi abbia voglia di venire a Opicina, sarà gradito ospite, ça va de soi!