GIARDINARE.IT - CAPITOLO 10
Una signora non lo dice
di Mariangela Barbiero

 

Il mio primo giardino, quello a ovest della casa, sta subendo dei grossi cambiamenti dovuti per lo più ad alberi che in trent’anni sono cresciuti troppo, ma non solo a loro. L’albero che più ha sofferto è l’abete. Non l’avrei mai voluto in giardino, ma poiché avevo deciso di tenerlo credendo che piacesse a mio marito, avevo fatto un progetto che ne tenesse conto. Mi bastava potarlo e diradarlo ogni due anni. Ultimamente però avevo paura che mi si schiantasse sulla casa. Il clima è molto cambiato, tifoni e trombe d’aria ormai sono tutt’altro che rari. Fino a non molto fa ero serena perché avevo constatato che, a differenza di tutti i grandi abeti e cedri dei miei vicini, il mio non aveva sollevato neanche una pietra, neanche di un millimetro. Mi ero fatta l’idea, anche parlando con degli agronomi, che si fosse radicato molto in profondità, sotto le grandi lastre di pietra carsica, per resistere alla bora. Ma ormai non è più solo la bora che infuria, vengono forti venti da sud e da ovest proprio verso la mia casa. A malincuore ho dovuto abbassarlo e spennacchiarlo. Mi dicono che in due anni si riprenderà…

Ho poi dovuto tagliare drasticamente due vecchi susini, uno aveva addirittura il tronco fessurato fino a terra. Da più di due anni era stato messo in sicurezza con l’intesa che ce ne saremmo occupati per bene relativamente presto. Ma il tempo è passato senza che si facesse vivo l’incaricato. Nel frattempo tramite l’Orto Botanico ho conosciuto un eccellente giardiniere che si è trasferito a Trieste e che è anche un tree-climber: Non esiste traduzione per questo mestiere. Il termine è coniato su free-climber, che definisce un alpinista che pratica l’arrampicata libera. In realtà il tree climber ha un equipaggiamento di tutto rispetto e di gran peso, tra casco, corde, cesoie, rampini e ramponi, persino i calzoni sono speciali e non manca la borraccia….

Quello che ha completamente stravolto quella parte del giardino, invero, è stata la dipartita della mia amatissima kerria, un muro verde bello sempre, e super-super in fioritura. E’ tracollata in poco più di una settimana e ho scoperto che il fungo assassino (Blumeriella kerriae) dal Texas (2014) è arrivato in Inghilterra nel 2017 e quest’anno (2020) anche in Friuli Venezia Giulia. E per il momento non si sa come contrastarlo. Sembra la storia del bosso.

Ho dovuto estirparla completamente e rifare il progetto tra l’abete, il vecchio susino e la tuja. La prendo come un ringiovanimento ma obtorto collo, dato che mi piaceva di più la vista di prima e mi dava anche la soddisfazione di affermare ai suoi moltissimi detrattori (della kerria) che aveva ragione Gertrude Jekill nel dire che non esistono piante brutte, ma solo piante al posto sbagliato. Comunque sia, ho piantato una Hamamelis x intermedia ‘Arnold Promise’, ho spostato là Skimmia japonica ‘Fragrant Cloud’ che essendo sempreverde darà tono in inverno. Adesso è alta e larga sui 40 cm e ha i panicoli verdini (la S. rubella ce li ha bordeaux), e in primavera avrà fiori profumati, finora però non li ho mai visti: l’avevo comprata un paio d’anni fa a Londra, molto piccola perché doveva starmi in valigia. Sul davanti ho piantato molti anemoni ‘Honorine Jobert’ e a chiudere la zona in primo piano c’è una bella fila di Liriope muscari ‘Ingwersen’ che è lì da moltissimo ma non ha mai fiorito come quest’anno (un tripudio) e io credo che sia dovuto al sole che riceve ora che la kerria non c’è più. Ma come l’esperienza insegna, bisogna aspettare la conferma l’anno venturo.

E lì ho inoltre piantato il terzo Prunus subhirtella ‘Autumnalis’. Il primo l’ho piantato così tanto tempo fa che non ricordo bene, ma so che me lo sono portato a casa in macchina, dunque doveva essere piccolino. Non ricordo se ve ne ho già parlato, ma si tratta di un albero immancabile in un giardino che vuole essere interessante anche d’inverno. Comincia a fiorire in novembre e continua fino a marzo. Non è mai una fioritura paragonabile a quella dei ciliegi primaverili, ha meno fiori, che possono essere, in alberi diversi, bianchi o di un leggero rosa, che anche se si strapazzano col brutto tempo, al primo nuovo raggio di sole si riprendono, e in marzo fanno un’ultima grande fioritura, molto più ricca di quelle invernali, e poi non fanno più niente per tutta l’estate. Un amico giardiniere mi ha chiesto se poteva farci crescere ai piedi una clematide. L’ho sconsigliato. I rami devono restare liberi e beccarsi tutto il sole che c’è e prepararsi così la fioritura autunnale.

Il secondo l’ho piantato tre anni fa, quando la mia vicina ha dovuto abbattere un suo abete malato che aveva l’aria di volersi spiaggiare sul mio muro a secco di confine. Questo mi ha consentito nuovi impianti lungo il muro, prima spoglio, perché i rami dell’abete sporgevano nel mio giardino e ovviamente tutto era in ombra. Dopo la sua dipartita la zona era completamente al sole. Da una parte era un’occasione portentosa, dall’altra mi sono trovata per un paio d’anni con una ‘vista’ tutt’altro che incantevole. Ho rimediato alla grande.

In primis ho messo il Prunus subhirtella ‘Autumnalis’ n. 2 e sempre mi domando perché in Italia non si usi quest’albero. A Parigi ne ho visto un doppio filare fiorito in dicembre al Parc Citroën, e le temperature nell’Ile de France sono ben al di sotto di quelle dell’Italia del Nord. Boh…

Ma tornando ai miei ‘grandi’ rimedi, nel 2015 avevo fotografato in Inghilterra una struttura per sorreggere rose rampicanti. Non l’ho ancora mai vista in Italia né nelle riviste. E’ una specie di mazzo di shangai, i cui bastoncini sono ottenuti da tondini di metallo, legato circa a metà strada da un ‘laccio’ in ferro girato e saldato tutt’intorno come uno spago. Ne risultano due ventagli a cono o due coni a ventaglio: quello inferiore viene interrato per almeno 30 cm, l’altro fornirà l’appoggio ai rampicanti. Io ne ho fatti fare due. Uno molto alto e largo, in ferro color ruggine, uno con tondini color grigio metallo, di diametro inferiore e più corti. Il più grande porta la Rosa ‘Blush Noisette’ e sporge in altezza ben oltre il muro di confine, mentre il più piccolo porta la rosa ‘Old Blush’ nella bordura dove stanno anche le betulle. Avevo la Blush Noisette da tanti anni ai piedi di un rincospermo, dove non faceva praticamente niente. Oggi è una visione portentosa, sempre in fiore. Con lo shangai più piccolo ho meno soddisfazioni, perché è molto in ombra. In primavera è un gran belvedere con la rosa e la clematide che lo rivestono, e con accanto un delizioso arbusto di Deutzia ‘Rosalind’, tutte nella stessa sfumatura rosa lilla. In estate invece, a causa dell’eccessiva ombra, mi dovrei accontentare. Siccome non mi ricordo chi diceva che chi s’accontenta di niente ha immaginazione, mentre chi si accontenta di poco è un mediocre, ho pensato bene di arricchire l’angolo con altre cosette, tipo quattro ellebori orientali con fiori splendidi più o meno doppi e di bellissime coloriture: dal bianco al porpora scuro, al rosa intermedio: mi manca il giallo perché me l’aveva soffiato qualcuno arrivato prima di me (si trovano alle mostre di primavera in tantissime tinte), ma non dispero. Ci sono inoltre cinque ortensie (Libelle, Mont Aso, Garden House Glory, Etoile Violette, Lady in Red), un paio di felci sempreverdi, tre Hosta plantaginea, e dietro avevo collocato una Deutzia ‘Raspberry’: ho aspettato che arrivasse a maturità, per un giudizio definitivo, ma alla fine non mi ha convinto. Quest’anno l’ho eliminata e al suo posto ho messo Deutzia x magnifica, di cui mi ero innamorata in Irlanda, ma che temevo fosse troppo grande per il mio giardino E’ proprio dietro al piccolo shangai, così gli farà ancora più ombra (?!) ma i suoi fiori bianchissimi illumineranno la scena.

Il terzo P. s. ‘Autumnalis’ l’ho piantato più o meno dove terminava la kerria che faceva ombra all’aucuba. Orfana della kerria, le foglie dell’aucuba hanno cominciato a bruciarsi. Ho sempre amato le aucube, le ho avute per dieci anni in terrazza a Trieste e stavano sempre male. Avevo provato di tutto. Non capivo se fosse un fungo o un insetto. Un giorno lessi che si trattava di una batteriosi da curarsi con il rame. Altro fallimento. Poi finalmente, proprio quando ho traslocato a Opicina ho avuto una botta di c… e ho saputo che i suoi malesseri sono semplici insolazioni. Una volta avevo chiesto a un amico spagnolo quale parola una signora può dire al posto di ‘culo’, oltre al super-ridicolo ‘posaderas’. Risposta del mio amico che mi faceva ‘no’ con l’indice: Una signora non lo dice…

Mi perdonerete, ma se dopo dieci anni di inchieste, e proprio quando dovevo decidere se metterla o no in giardino, avevo trovato la risposta giusta, un colpo di fortuna è decisamente un’espressione inadeguata!

In effetti avrei dovuto capirlo da sola. L’avevo sempre vista in collegio dalle suore, in chiesa, negli androni bui... E’ una pianta bellissima d’inverno, anche nelle giornate grigie sembra illuminata dal sole. E il sole d’inverno non la brucia e il Prunus la proteggerà dal sole estivo e i suoi fiori da novembre a marzo mi ripagheranno della kerria, spero.

E spero di avervi convinto a mettere un Prunus subhirtella ‘Autumnalis’ anche nel vostro giardino.

Alla prossima.