GRATICCI & INTRECCI
di Filippo Pizzoni (Gardenia, luglio 2006)

Veri trait-d'union tra agricoltura e giardinaggio, nel tempo si sono trasformati
da strumenti di coltivazione in ornamenti

Graticcio con rose in un particolare dell'affresco di Benozzo Gozzoli «Angeli adoranti e cantori» (1459-1463) nella cappella dei Magi (Palazzo Medici Riccardi, FIRENZE).

 

Cordoli di rami intrecciati per contenere le aiuole, piccole corone per sostenere le piante da fiore, schermi per far arrampicare i rosai: l'uso dell'intreccio ha origini antichissime e se ne ritrovano tracce nelle miniature, nei dipinti sacri mariani, in tutte le prime rappresentazioni dei lavori agricoli. Le aiole del Prieuré d'Orsan (Berry, Francia)

Ma è soprattutto nel Medioevo che il graticcio di rami da strumento di coltivazione diventa la struttura principale del giardino. Vera anima dell'hortus conclusus, svolge le diverse funzioni di recinzione, di sostegno per le piante, anche quelle da fiore da coltivare in vaso, come i garofani, o di contenimento per allevare le piante in forma.

I salici sono il materiale più usato, sostituiti da canne e pali di noce nei manufatti di dimensioni maggiori. Con i secoli queste strutture base del giardino si sono fatte sempre più complesse fino a raggiungere il loro massimo fulgore nel XVII secolo, quando diventano vere e proprie costruzioni architettoniche realizzate per stupire, con colonne, alcove e ali laterali, come quelle famose di Chantilly o di Versailles. Fu proprio con il disegno per un treillage, termine francese che indica tutte le strutture in legno o ferro a graticcio, che Pierre Le Nôtre, giardiniere di Caterina de Medici e padre del più famoso André, poté essere ammesso nella Corporazione dei Giardinieri di Parigi nel 1599.

Nel Seicento le strutture in pali di castagno, spesso dipinte, si usavano anche per realizzare arcate o tunnel di copertura dei viali, come nel bellissimo giardino di Aranjuez, il parco di Filippo V di Spagna. Vista comunque la deperibilità dei materiali, nel corso del XVII e del XVIII secolo, parallelamente alla maggiore complessità delle strutture, si iniziò a utilizzare in parte anche del ferro.


Tornati di gran moda
in epoca recente, con il revival dell'orto-giardino, i graticci di vimini o di legno di castagno riscoprono le tradizionali tecniche medievali, nella ricerca di un contatto antico con la natura, come nel giardino francese del Prieuré d'Orsan (www.prieuredorsan.com).
Intreccio di salici vivi

 



Una delle tecniche più affascinanti è però quella che permette di realizzare strutture «vive» con getti di salice. Grazie al suo facile attecchimento, il salice può essere piantato prima della fine di marzo, semplicemente infilando nel terreno i rami che poi si possono intrecciare tra loro per realizzare schermi, recinzioni o anche piccole pergole: in poche settimane i getti radicheranno e si copriranno di foglie, creando effetti di luce particolarmente affascinanti. È difficile non avere successo, perché il salice si adatta senza problema a qualsiasi tipo di terreno, preferendo però quelli calcarei.

Strutture di grande versatilità, i graticci sono la soluzione ottimale soprattutto nei piccoli giardini, sui terrazzi, in città, ovunque sia necessario recuperare spazio, ampliare le prospettive, schermare viste indesiderate. Un arco o uno schermo a traliccio coperti di rose possono diventare un elemento di primo piano in grado di «oscurare» lo spazio retrostante, o viceversa di ampliarne la percezione così che lo sfondo si allontani e i confini siano meno netti e vicini. Anche applicando la tecnica del trompe-l'oeil e realizzando disegni ad hoc i graticci riescono a dare profondità e a falsare la prospettiva.


Una particolare attenzione va riservata al disegno dell'intreccio: la losanga consente, avvicinandosi al graticcio, di osservare facilmente attraverso di esso il giardino che prosegue, mentre, allontanandosi, il disegno obliquo diventa come un velo che impedisce di vedere oltre e costringe a concentrare l'attenzione sulle piante e sui fiori che il treillage sostiene. Il disegno a quadrato invece permette, se ampio, una maggiore trasparenza, ed è più utile nei giardini dove si desidera che lo sguardo corra in ogni direzione.

In ogni caso, la struttura a graticcio, per quanto antica, si presta a tutte le infinite variazioni che il disegno contemporaneo del giardino è in grado di proporre.

 


 

Oltre ai numerosi modelli in commercio, si possono realizzare disegni specifici, anche in relazione al materiale utilizzato; oggi gli anglosassoni usano frequentemente pali di cedro che resistono a lungo all'aperto e non marciscono facilmente, ma sempre più spesso si tende a utilizzare combinazioni di legno e metallo, che garantiscono una maggiore durata. Anche una semplice e poco costosa rete elettrosaldata da cantiere edile può comunque servire allo scopo: una volta coperta di fiori perde quel tono di eccessiva povertà e il rigore della struttura sottolinea ancora di più l'elemento vegetale.

 

VESTIAMOLI DI FIORI
Le piante rampicanti e i loro sostegni sono sempre un'occasione in più per qualsiasi giardino. Per chiudere una brutta vista, su un muro nudo, o anche in mezzo a un'aiuola troppo affollata o nei giardini piccoli: coprono, vestono, offrono fioriture dove lo spazio è poco. Ma quali piante usare? Una delle combinazioni più belle è quella di rose e clematidi: di colori contrastanti, per esempio bianco e violetto con Rosa 'Francis E. Lester' e Clematis 'Etoile Violette', oppure tono su tono, rosa con rosa, mescolando C. 'Comtesse de Bouchaud' con la Rosa 'Pink Bells', o il color lavanda di C. 'Mrs Cholmondeley' con il rosa chiaro della Rosa 'New Dawn'. Ma in attesa che le piante scelte crescano e coprano l'intero graticcio, perché non approfittarne e piantare dei rampicanti annuali, magari anche su strutture temporanee, piccole piramidi realizzate con tre pali uniti all'apice, come negli orti di un tempo? Anche qui la scelta è ampia: i tropeoli, i piselli odorosi, alcune specie di ipomee, la Thunbergia alata dal caratteristico centro nero, o l'Humulus japonicus var. lutescens, che con le sue foglie giallo dorate è in grado di illuminare, un angolo un po' scuro del giardino.

 

DOVE SI TROVA
Salix: Anna Patrucco, intrecciando salici dai fusti di vari colori (dall'arancione al marrone, dal verde al nero, al porpora o malva), realizza bellissime sculture e sostegni, ideali per clematidi, rose o piselli odorosi. Sono disponibili anche i tradizionali cordoli da orto e, nel vivaio, circa 60 fra varietà e specie di salici, fra cui alcune adatte proprio all'intreccio.
Info: Salix, via Vagliumina 9, 13891 Camburzano (Biella), tel. 015 591540, fax 015 2439714.