TETTI VERDI SULLE CITTA'
di Maria Cristina Zaza (Gardenia, novembre 2006)

Da New York a Pechino, da Zurigo a Milano: i giardini pensili sono belli ed ecologici.

Quinta Strada a New York; Hedera helix baltica e peri 'Bradford' sulla celebre facciata della Trump Tower.
GIARDINI PENSILI? UNA RICCHEZZA...
Fanno risparmiare energia e denaro, migliorano il clima e l'umore

Togliamoci subito la curiosità: cos'è un "tetto verde"? Secondo le definizioni ufficiali, è un vero e proprio giardino pensile realizzato su case, capannoni, gallerie, passanti ferroviari... ovunque, insomma, non ci sia un diretto contatto con il suolo naturale. Questo tipo di copertura è formato da strati ben determinati (soletta, feltro, guaina antiradice, barriera drenante...) che fanno parte del tetto dell'edificio, ovvero sono stati progettati e realizzati unitamente a questo. Abbiamo chiesto a Paolo Abram, vicepresidente dell'Aivep, Associazione italiana verde pensile, quali benefici apporta una tale soluzione.

1 Fanno risparmiare. Il verde pensile è un considerevole aiuto nel risparmio e nella migliore gestione delle risorse energetiche, risponde. Può trattenere una parte delle precipitazioni, rallentando il deflusso della pioggia verso i sistemi di smaltimento (interessante per le amministrazioni comunali). L'evapotraspirazione delle piante, oltre a restituire parte delle precipitazioni all'ambiente, abbassa le elevate temperature delle città, poiché il processo richiede assorbimento di energia termica.

2 Puliscono l'aria. I tetti verdi sono anche in grado di abbattere le polveri: sulla superficie delle foglie si forma infatti un sottile strato di aria satura di umidità, e il pulviscolo, entrando in contatto, si inumidisce e ne viene "catturato" in grande quantità.

3 Non perdono. Occorre poi sfatare il preconcetto che questa soluzione sia dannosa per la soletta dello stabile: è stato provato che gli strati di protezione si mantengono integri molto più a lungo rispetto a una impermeabilizzazione normale. La prova? Vicino a Zurigo è ancora intatta e funzionante una stratificazione impermeabile realizzata nel 1914, coperta da un prato che richiede oggi un solo sfalcio all'anno e nel quale si è insediata una ricca vegetazione autoctona, con specie rare ed endemiche.

4 Funzionano da isolante termico per lo stabile, diminuendo la dispersione di calore d'inverno e abbattendo i costi del condizionamento estivo, e possono mitigare sensibilmente le onde sonore ed elettromagnetiche.

5 Contribuiscono allo sviluppo della micro e macrofauna: sopra un grattacielo di Londra, alto 130 metri, è stata di recente realizzata una copertura verde poco influente dal punto di vista del risparmio energetico e del miglioramento del microclima, ma importante perché offre una delle rare zone di sosta cittadine agli uccelli di passaggio. E poi, i giardini pensili offrono possibilità preziose: basta pensare alla straordinaria trasformazione di superfici inutili, come le coperture di molti condomini, usate magari soltanto come stenditoio per i panni. In fondo questo è anche un modo per restituire all'ambiente i metri quadrati di verde sottratti con la cementificazione.

 

Un tappeto di mesembriantemi (Lampranthus sp.) ha trasformato la copertura di nero catrame in un prato fiorito e rustico.
Le tappezzanti scelte per questo tetto, infatti, sono tutte resistenti a lunghi periodi di siccità e ai forti sbalzi di temperatura.

Tra cielo e cemento: un angolo di paradiso a Milano

Un intervento paesaggistico ha reso abitabile il tetto di un vecchio loft.
Ecco i consigli tecnici e le essenze migliori

 

Nel mondo, e in particolare in Europa, i tetti verdi sono ormai un fatto acquisito, tanto che in Svizzera, Austria e Germania le amministrazioni comunali incentivano economicamente i cittadini che vogliono realizzare coperture di questo tipo.
In Italia l'interesse delle amministrazioni sta aumentando negli ultimi anni: il comune di Bolzano è stato il primo a riconoscere ufficialmente l'efficacia del verde pensile per la regimazione delle acque, e una normativa nazionale di "Istruzioni per la progettazione e l'esecuzione di coperture a verde" entrerà in vigore proprio nel 2006.
Da almeno una dozzina d'anni, però, numerosi pionieri hanno scoperto anche nelle nostre città la piacevolezza di un verde pensile che "restituisce" al territorio quei frammenti di natura rubati dal cemento. Un esempio? Questi 320 metri quadrati di paradiso nel cuore di Milano, realizzati al momento della ristrutturazione di un vecchio loft vicino all'Arena. Un piccolo giardino con tutte le carte in regola per essere definito "tetto verde". «Al momento dell'acquisto, lo stabile era un vecchio magazzino seriamente lesionato, forse in seguito alla forte nevicata del 1985», Valentina Balzarotti Barbieriracconta Valentina Balzarotti Barbieri, paesaggista milanese, artefice del progetto assieme a Paolo Albrigo, architetto di Varese: «La soletta di copertura consisteva in uno strato di bitume nero, come tanti se ne vedono in giro. I proprietari, aiutati dall'architetto Marco Colombo, hanno dovuto prima di tutto risolvere un grave problema di statica, posando una grossa trave nel senso longitudinale del tetto, intervento che demoliva il vecchio strato impermeabilizzante. Da qui l'idea di creare le condizioni per realizzare un giardino pensile, da godere in tutte le stagioni
« La trave consentiva una portata tale da sopportare il peso di un notevole strato di terra (alto, secondo le zone, da 15 a 45 centimetri), adatto alla piantagione di arbusti e alberi leggeri. Era quindi possibile stendere un progetto interessante, che tenesse conto delle esigenze di privacy dei proprietari». La palazzina a due piani si trova infatti all'interno di un cortile, ed è circondata da edifici popolari molto alti, un po' incombenti e indiscreti.
I lavori sono iniziati nell'ottobre 2002; rimossa la guaina impermeabilizzante, sono stati realizzati prima di tutto gli elementi strutturali: una scala a chiocciola per collegare il tetto all'appartamento, con relativa costruzione muraria di protezione, l'impianto elettrico del terrazzo e quello di condizionamento dell'abitazione, muretti di contenimento, grondaie e pluviali. Il percorso perimetrale e la zona destinata al relax, di circa 35 metri quadrati, sono stati pavimentati con piastrelle in ghiaia chiara lavata; una pergola essenziale, in ferro verniciato di nero, è stata preposta a coprire l'area pensata per stare sul terrazzo.
Solo a questo punto gli operai specializzati della Radaelli di Agrate Brianza (Milano) hanno posato gli strati tecnici per l'inverdimento pensile , messo a dimora le piante e realizzato l'impianto di irrigazione, in parte ad ala gocciolante e in parte con irrigatori a scomparsa.


 

A passeggio sul tetto

Abbiamo visitato il giardino pensile ai primi di giugno. Erano giorni di caldo intenso, traffico e confusione, eppure, appena salita la scala a chiocciola, siamo stati avvolti da una gradevole frescura, l'aria profumata dai fiori, l'atmosfera attorno tranquilla e silenziosa.

Lavande (Lavandula spica e L. angusti folia), santoline (Santolina chamaecyparissus) e nandine (Nandina domestica) formano onde sinuose, molto decorative anche quando, ormai quasi sfiorite, mostrano una sequenza di verdi .contrastanti offerti dal fogliame.

La zona destinata al gioco e al pranzo era protetta da un boschetto di aceri, scelti tra le specie di dimensioni più contenute: Acer japonicum 'Aconitifolium', con foglie dai lobi molto lunghi ed eleganti, rossi in autunno; A. palmatum 'Osakazuki', le cui foglie in autunno diventano arancioni e scarlatte; A. p. 'Dissectum Atropurpureum', rosso-bronzo durante tutta la stagione vegetativa; A. p. 'Dissectum Viride', con foglie verdi chiare finemente suddivise. L'ombra era assicurata da una pergola, coperta con Trachelospermum jasminoides (falso gelsomino) e Bignonia radicans (bignonia) e da una tenda "a vela" in robusto cotone bianco.

Proseguendo nel percorso lungo il tetto, delimitato da una ringhiera stile Ottocento, ecco sulla sinistra un gruppo di Cornus alba 'Elegantissima', con i fusti rossi e le foglie marginate di bianco, e di Cornus stolonifera 'Flaviramea', dalla corteccia gialla d'inverno. Poco oltre, tre ginepri (Juniperus sabina 'Tamariscifolia') erano immersi in un prato di Sedum in varietà, che, assieme ai mesembriantemi (Lampranthus sp.) coperti da margherite color rubino e a un tappeto di profumatissimo timo (Thymus serpyllum), costituivano le tappezzanti del giardino.
Queste erbacee perenni, adatte a condizioni estreme, tanto da nascere spontaneamente tra le tegole dei tetti, sono state messe a dimora nella zona in cui il substrato misura soltanto 15 centimetri di spessore. Più avanti, sul retro del vano scala, in un'area poco fruibile perché confinante con un altro terrazzo, si è scelto di piantare arbusti semplici e facili, ma d
i grande impatto: lavande (Lavandula spica e L. angustifolia), santoline (Santolina chamaecyparissus) e nandine (Nandina domestica 'Firepower'). «La messa a dimora di questi arbusti è stata effettuata secondo onde armoniche», spiega Valentina Balzarotti, «così, quando i fiori vengono recisi per essere seccati, restano morbide linee verdi, molto piacevoli a vedersi».

Tornati sul tetto in ottobre, quando l'autunno si annunciava con le prime giornate fredde, abbiamo trovato un giardino completamente diverso: le foglie degli aceri erano trascolorate in un rosso acceso, i Cornus iniziavano a spogliarsi lasciando a nudo i rami rossi e gialli, i tappeti di Sedum, timo e mesembriantemo erano più verdi che mai, rinvigoriti dalle temperature ormai fresche.

 

La manutenzione


Osservando una vegetazione così rigogliosa e ordinata, viene da pensare che la manutenzione di questo tetto verde debba essere onerosa e continua. Niente di più falso, sostiene la paesaggista, che, una volta realizzata la copertura, ha seguito anche le cure colturali: «La manutenzione è stata gravosa soltanto nel primo anno. Le piante sono state messe a dimora in settembre e nella primavera seguente è stato necessario, ogni 15 giorni, togliere le erbacce, perché, benché il terriccio fosse perfettamente sterile, le zolle delle piante non lo erano affatto. Nel secondo anno, una volta che tappezzanti e arbusti hanno coperto completamente la superficie, il diserbo non è stato quasi più necessario. Oggi vengono eseguiti sei interventi l'anno: due in autunno per pulire e togliere le foglie, gli altri per le potature di pulizia e le concimazioni primaverili e autunnali, realizzate con un fertilizzante a lenta cessione».

Realizziamoli così
con i consigli di Antonio Radaelli, della floricoltura Radaelli Stefano

 

LA POSA DEGLI STRATI
Perché un tetto verde duri negli anni senza riservare brutte sorprese occorre che tutti gli strati necessari, nessuno escluso, siano posati in modo rigoroso e corretto. Per essere sicura che il lavoro fosse svolto ad opera d'arte, Valentina Balzarotti Barbieri si è rivolta ad Antonio Radaelli, titolare dell'omonimo vivaio di Agrate Brianza (Milano), da dodici anni specializzato in questo tipo di impermeabilizzazioni. «Sopra la copertura dello stabile abbiamo steso un feltro che protegga la soletta», spiega il vivaista, «quindi abbiamo saldato alle pareti murarie lo strato più importante, ovvero la guaina antiradice che, per collaudo, abbiamo alla fine riempito d'acqua. Verificata la totale mancanza di infiltrazioni, abbiamo asciugato la guaina e posto lo "strato drenante", piuttosto rigido e foggiato con opportune cavità come fosse un portauovo: l'acqua delle innaffìature si ferma in questi fori, che fungono da deposito, e risale lentamente per capillarità nel terriccio soprastante, sino alle radici delle piante. Per evitare che la terra intasi lo strato drenante, vi abbiamo steso sopra un telo filtrante».
E il terriccio: qual è il più adatto? Antonio Radaelli è categorico: «La nostra miscela è segreta. Genericamente posso dire solo che è formata da torba, terra e materiale drenante. I nostri tecnici, realizzando opere in tutta Italia e quindi con i climi più disparati, hanno studiato per quasi due anni la formula migliore, adatta a impianti così poco profondi, eppure fertili, e non vogliamo rivelare a nessuno il risultato eccezionale che abbiamo ottenuto».

 

PER SAPERNE DI PIÙ
IL LIBRO:
" Verde pensile" di Paolo Abram, II verde editoriale, pag. 168, 30 €. Un manuale completo e chiaro sui tetti verdi: la loro evoluzione, i vantaggi, la tecnica, le specie adatte.
LA RIVISTA:
" Acer", www.ilverdeeditoriale.com
I LINK SU INTERNET:
www.aivep.org (Associazione italiana verde pensile)
www.efb-bauwerksbegruenung.com (Federazione europea delle Associazioni nazionali per il verde pensile)
www.greenroofs.co.uk (Green Roofs & Earth Sheltered Buildings).
DOVE SI TROVA

- Valentina Balzarotti Barbieri: via Pisacane 5, 20129 Milano, tel. 02 7383503, valbalz@tiscali.it

Aziende specializzate nella realizzazione di giardini pensili

- Floricoltura Radaelli Stefano: via Damiano Chiesa 2 - 20041 Agrate Brianza (MI) -
tel. 039.650884 - www.radaelliflor.it
- Poliflor: via Ravegnana 326, loc. Prada - 48026 Faenza (RA), tel. 0546.44154 - www.poliflor.net
- Seic verde pensile: via Torino 34, 34123 Trieste, tel. 040 3186611 - www.seic.it
- Agrochimica: via Copernico 11 - 39100 Bolzano, tel. 0471 563700 - www.agrochimica.it
- Coriver: via Feroggio 51 - 10151 Torino, tel. 011 4544470 - www.coriver.it