Le piante danno spettacolo


Fagioli, carciofi e nasturzi: l'orto-giardino è servito. A Eden Project ogni specie o cultivar è cartellinata. Spesso, oltre al nome comune e al nome botanico, sono riportate notizie di interesse generale. Ad esempio, in questo caso, si parla di fagioli («Rwanda bean mixture»); in Rwanda il consumo per l'alimentazione umana dei fagioli è tra i più alti al mondo; gli agricoltori locali seminano dei miscugli che comprendono da 3 a 30 cultivar di fagioli; questi sono coltivati insieme ad altre colture agrarie.


Alla fine si è ottenuto un luogo ricco di attrattiva dove al centro dello show non ci sono i coloratissimi personaggi di Walt Disney, una volta tanto, ma le altrettanto, e forse più, colorate piante; proprio così, stiamo parlando di vegetali che fanno spettacolo, che attirano centinaia di migliala di visitatori ogni anno. La vegetazione presente in Eden Project è quasi del tutto costituita da piante di uso comune, non si tratta quasi mai di rarità botaniche (per questo ci sono gli Orti botanici) ma piante coltivate o utilizzate dall'uomo, nelle varie parti del mondo, per soddisfare i propri scopi. Eden Project è quindi una sorta di «giardino globale» che, secondo i fini di chi lo ha realizzato, dovrebbe fondere in un unico luogo l'agricoltura e l'orticoltura con la scienza, l'educazione e l'arte, «per raccontare storie su di noi e sul nostro mondo». L'obiettivo è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi legati al mondo naturale e ai suoi rapporti con l'umanità; tutto ciò per cercare di trovare un punto di equilibrio tra la coltivazione delle piante che soddisfano le nostre necessità e la conservazione del paesaggio naturale del mondo.



Le colture agrarie, all'aperto, non solo seguono intenti divulgativi ma sono associate in modo tale da ottenere risultati estetici e cromatici forti.
In questo caso un campo di Nigella sativa, pianta utilizzata come spezia con, sullo sfondo, un campo di grano.

 

Il percorso della visita


Per far questo è stato creato un articolato percorso ricco di cartelli esplicativi, dallPiante senza fioria grafica accattivante ma allo stesso tempo dal contenuto discorsivo ed efficace, che va subito al nòcciolo delle singole questioni. Le sezioni in cui è stato strutturato Eden Project sono: le piante antiche, senza fiori, quali felci, equiseti e muschi; le piante agrarie fondamentali che servono alla sopravvivenza dell'umanità, quali frumento, mais, riso e patate; piante per i giardini; piante da cui si estraggono colori e tinture; strutture gioco per gli spazi aperti realizzate con le piante (per lo più rami intrecciati); ortaggi; piante per le industrie del domani; lavanda; piante che necessitano di insetti pronStaccionata di George Fairhurstubi per impollinarsi; colture agrarie per la Cornovaglia (la contea in cui sorge Eden Project) e questo per favorire la produzione in loco di prodotti alimentari che, se prodotti altrove, richiedono alti costi di trasporto e dispendio di energia; piante per ottenere birra e infusi; la camelia del tè (Camellia sinensis); le piante per le opere di bioingegneria; la canapa, le cui piante, visti i poteri allucinogeni, sono separate dal pubblico da una staccionata artistica realizzata dallo scultore George Fairhurst con corde di canapa intrecciate; colture agrarie andine; piante per produrre corde e per ottenere fibre tessili (lino, cotone, seta); le piante della steppa; le piante per produrre carburanti; le piante del mito e del folklore; le piante spontanee importanti per la biodiversità.