LA SIEPE SU MISURA
(di Pia Pera, da Natural Style, novembre 2004)

 

Fiori a palla di viburnoCOME SCEGLIERE I CESPUGLI PIÚ BELLI, IN ARMONIA CON IL PAESAGGIO, ADATTI AD ATTIRARE UCCELLI E ALTRI ANIMALI
Novembre, mese magico. Il paesaggio è brullo, il cielo terso come alle spalle del Cristo deposto in Piero della Francesca conservato a Sansepolcro, su uno sfondo di alberi spogli, ridotti allo scheletro eppure vivi, promessa di imminente ritorno. Il giardino si presenta nella sua nudità, quasi a implorare nuove presenze. Anziché cercare le solite piante, tuttavia, non sarebbe più interessante considerare i nostri giardini atrettanti tasselli nell'opera di restauro di un paesaggio degradato, di una natura impoverita? Un tempo i boschi erano un vero paese della cuccagna per uccelli e piccoli mammiferi: vi si trovavano bacche di ognUn grappolo di bacche di sambuco (Sambucus)i genere, nocciole, meline selvatiche, ciliegi spontanei, prugnoli, biancospini... Tutte essenze in cui è sernpre meno frequente imbattersi: le colline sono state ripopolate con noiose conifere sotto le cui chiome non cresce quasi nulla, quei già poveri boschi vengono poi ripuliti da manodopera non specializzata, che fa piazza pulita dei cespugli del sottobosco senza comprenderne il valore. Le siepi di divisione fra i campi, un tempo apprezzate per la possibilità di fare legna per l'inverno, sono soltanto un ricordo. Inutile rimpiangere, meglio mettersi all'opera. Anziché la solita siepe di alloro, lauroceraso o fotinia, potremo optare per una siepe mista, a uno o più filari, magari non del tutto allineati, un po' mossa anzi, dove ospitare varie essenze: corbezzoli, viburni, ligustri, biancospini, scotani, sanguinelli, mahonie, sambuchi, cornioli, spincervini, fusaggini delle cui bacche a forma di berretto di prete, per noi velenose, si cibano i pettirossi. Né dovremmo rinunciare agli ottimi purché bene impiegati allori, laurocerasi, fotinie e quant'altro che però, in variegata compagnia, diventeranno anche loro più interessanti. Se abbiamo tanta terra, magari delimitata da un corso d'acqua, potremo impiantare una meravigliosa siepe arboreo-arbustiva, eccellente per prevenire l'erosione del suolo, preservare l'acqua dolce assorbendo l'eccesso di sali minerali e di azoto, fare legna, ospitare nidi di uccelli e dare loro alimento, offrire asilo agli insetti utili in agricoltura, smorzare l'impatto del vento e smuovere in modo pittoresco la linea dell'orizzonte. In una simile siepe prevederemo una stratificazione verticale: dagli alberi più alti ai cespugli più bassi. Passato qualche anno, l'effetto sarà magnifico, una sorta di giardino in verticale, dalle fronde più alte di platani, farnie, olmi, pioppi neri o bianchi, ornielli, roveri e tigli, a quelle più basse dei cespugli ricoperti di fiori o bacche a seconda della stagione: meli, ciliegi e peri selvatici, caprifogli pelosi, maggiociondoli. Fra questi, troveremo anche specie amanti dei terreni umidi: la frangola, il pallon di neve, il salicone. In tanto rigoglio, non mancheranno rampicanti e liane come l'edera, generosa di bacche, la vitalba, il caprifoglio e il tamaro. E i rovi? Certo, come no, ci saranno anche i rovi, tantissimi rovi... Teniamoli a bada, ma guardiamoci bene dal demonizzarli: a noi, ma anche a volpi e tassi, regalano le more, sia pure frammiste a qualche graffio, ad altri animali come bisce e uccelli offrono un riparo sicuro, i giovani getti sono una prelibatezza per lepri e caprioli.

PER NUTRIRE I TOPOLINI PIANTA L'ALBERO ELEFANTE
Siepe di carpino bianco (Carpinus betulus)Disponendo di poco terreno, ci accontenteremo di una "galleria di frescura" di soli carpini bianchi, alberi che si prestano particolarmente a potature di controllo. Se poi vogliamo un filare d'uva, potremo, anziché i soliti pali di legno di castagno oppure, Dio ne scampi, di cemento, riproporre uno degli spettacoli più belli delle campagne di un tempo: le viti maritate, ovvero sostenute da tutori vivi. L'acero campestre è il più adatto, ma si prestano anche olmi, salici, e pioppi, a patto dBacche nere di sanguinellai controllarne la crescita. In un normale giardino ornamentale, anziché banali magnolie, implausibili araucarie, irritanti abeti di Natale, perché non lasciare spazio a essenze spontanee ormai rare, e decorative, come il Malus florentina? È un alberello delizioso, dalle foglie pieghettate, con meline che sembrano uscite dalla tela di un primitivo toscano. Altri alberi più ornamentali dei soliti imposti da vivaisti privi di fantasia: i sorbi. Ce ne sono a foglie pennate, come il Sorbus domestica a bacche aranciate o il Sorbus aucuparia dalle bacche rosso acceso e a foglie ovali e plissettate, come il Sorbus torminalis o ciavardello.

Il mio preferito ha le bacche madreperlacee: è il magnifico Sorbus hupehensis, che non sono mai riuscita a trovare in vivaio e mi sono quindi procurata da seme. Tantissime le essenze spontanee, e belle da innamorarsene. Il bagolaro (Celtis australis) ha una bellissima corteccia grigia che gli ha guadagnato il nome di albero elefante, e frutti che fanno la gioia di colombacci e topini di campagna. Il biancospino regala una splendida fioritura bianca a primavera, e un profluvio di minute bacche rosse, dal sapore farinoso, in autunno. Sambuco e sanguinelle si ricoprono di corimbi profumati (con quelle del sambuco si prepara uno sciroppo dissetante), e poi di bacche nere di cui sono ghiotti merli, capinere, tordi, cince e pettirossi. Anche se non fosse evidente che un giardino ricco di uccelli è una gioia per l'orecchio e per la vista, vale la pena ricordare che gli uccelli sono utilissimi nel tenere a bada gli insetti nocivi.

Un ramo fiorito di prugnoloIL PRUGNOLO ATTIRA LA VOLPE, IL GELSO L'UPUPA
Ecco cosa racconta lo scrittore-giardiniere Stefan Buczacki a proposito di molte piante del suo giardino:I frutti maturi del corbezzolo (Arbutus unedo) "Forse hanno qualche resistenza interna; più probabilmente, occupano nel mio giardino una nicchia che impedisce agli afidi di moltipllcarsi. Si trovano inoltre più lontano dalla casa che non gli arbusti del mio vicino, e così le cinciarelle vengono più facilmente a farsi scorpacciate dei loro afidi". Chi ama le farfalle dalle luminose ali giallo limone non rinuncerà allo spincervino (Rhamnus catharticus). Faine, tassi, lepri e volpi sono ghiotti dei frutti del prugnolo (Prunus spinosa), nelle cui fronde amano nidificare gli usignuoli. Per assicurare ai lucherini la sopravvivenza invernale, pianteremo in buon numero ontani neri. I gelsi bianchi hanno more dolcissime anche prima di raggiungere la maturazione completa, e le elegantissime upupe dall'alta cresta nidificano nelle cavità dei loro tronchi.
Benissimo, ma dove trovare tutte queste piante trascurate dai comuni vivaisti? Me lo chiedevo anch'io. Finché un giorno, a una mostra orticola nel Parmense, mi sono imbattuta nella materializzazione dei miei sogni: maggiociondoli, prugnoli, ciliegie canine... tutti allo stand di un vivaio forestale situato nei boschi del parco di Carrega. Ho conosciuto due ragazze, vivaci e allegre, chiaramente entusiaste del loro lavoro. Ho fatto man bassa di tutto quello che avrei potuto trasportare in treno, sono poi tornata in auto per completare gli acquisti. Senza por tempo in mezzo, mi sono precipitata a scavare buche nella terra soffice per mettere subito a dimora le preziose piantine, in modo che, quando arriveranno il caldo e la siccità, abbiano già ben radicato e, pur bisognose di cure e annaffiature nei primi anni, godano almeno un minimo di autonomia.

 

Il corniolo, un'essenza ideale per dare un'aria di bosco a un vialetto del giardino di casa

 

 
Nello scaffale
 
 

Stefan Buczacki
II nuovo giardino ecologico. Un approccio territoriale e biologico
Franco Muzio Editore

Mario Ferrari e Danilo Medici
Alberi e arbusti in Italia. Manuale di riconoscimento
Edagricole

Valerio Ferrari e Damiano Ghezzi
Le siepi in campagna
Edagricole

Utile anche
Ripristinare le siepi, vol. 2 dei Quaderni di documentazione del Parco Fluviale Regionale del Taro, Marzo 2001 (da richiedere al Parco Fluviale Regionale del Taro, tel. 051.802688).