Piante in vaso

(The Garden, giugno 2013)

Testo di Toby Buckland
Traduzione di Mariangela Barbiero

Le piante coltivate in vaso hanno bisogno di una gestione attenta perché stiano sempre al meglio. Mantenere un un buon livello di irrigazione e di fertilizzazione sono sforzi che vale la pena di fare.


Nel mio patio ho piante che sono in vaso da anni. Ho un alloro topiato a palla, un paio di bossi anch'essi topiati e una Camellia x vernalis 'Yuletide' che sposto seguendo il sole allo scopo di incoraggiare le gemme per la fioritura invernale. Ho anche una fila di vasi in acciaio galvanizzato che, insieme ad argilla, cemento e metallo, sono molto pittoreschi. L'unica cosa che accomuna tutto ciò è che le piante contenute sono elementi permanenti. Alcune le rinvaso ogni due anni (sforzo che comporta considerevoli grugniti), ma per la maggior parte sono nello stesso contenitore da più di dieci anni, tenute quasi in "animazione sospesa" grazie ad un attento programma di concimazione, sostituzione dello strato superiore del terreno e occasionale potatura delle radici.

Quando rinvasare
Sintomi che una pianta è pronta per essere rinvasata sono foglie gialle, crescita lenta fino a cessare del tutto, una sopraggiunta difficoltà nel trattenere l'acqua o la comparsa delle radici attraverso i buchi di drenaggio del vaso. Il terriccio migliore per piante che stanno sempre in vaso è senza dubbio il John Innes n. 3, che a differenza dei terricci universali a base di torba, corteccia o scarti vegetali, contiene più del 60% di buona terra (terriccio sterilizzato). Le particelle di argilla possono assorbire e rilasciare nutrienti alle radici a seconda del bisogno, alimentando le piante più a lungo. Il John Innes n. 3 contiene anche ghiaia grossolana, su cui le radici possono ancorarsi, e torba che migliora drenaggio e ritenzone dell'acqua (ma sono disponibili anche miscele prive di torba). L'alto contenuto di minerali dona stabilità strutturale al compost e lo rende meno propenso a sprofondare e ad avere spazi vuoti, a differenza di quanto avviene nel corso del tempo con i terricci creati da materia organica.

La scelta del vaso
Quando si sceglie un vaso, forma e finiture interne sono importanti, dal momento che a un certo punto le piante avranno bisogno di esser tirate fuori per venire rinvasate o per fornir loro nuovo terriccio. Evitate i vasi a forma di globo che rendono impossibile rimuovere la palla radicale senza rompere il vaso o dover operare pesantemente sulle radici. Terracotta, cemento e legno sono ottime scelte per cortili e balconi molto soleggiati, dal momento che sono materiali isolanti che impediscono alle radici di "cucinarsi". Anche la plastica spessa è accettabile: se invece il vaso è di plastica sottile create una zona isolante frapponendo 1 cm di giornali tra radici e vaso. Per la stessa ragione, rivestite i vasi quadrati di metallo con lastre di polistirolo di 15mm, reperibili nei negozi fai-da-te. I contenitori di legno possono essere rivestiti di materiale plastico (vanno bene i sacchi della spazzatura) per mantenere asciutto il legno, evitare il marciume e far sì che le radici non crescano più a spirale.

Rinvasare in un contenitore più grande
La maggior parte delle piante in vaso ha bisogno di essere rinvasata ogni anno in un contenitore che sia circa del 33% più grande. Se il nuovo vaso è più piccolo, bisogna pressare per far stare il nuovo compost intorno alla palla radicale e lo sforzo non vale la candela. Troppo grande, al contrario, comporta il rischio che il terriccio diventi fradicio e si guasti prima che le radici abbiano avuto il tempo d'insediarvisi.
Potete inserire cocci di vasi rotti o pietre sopra il foro di drenaggio cosicché questo non venga tappato dal compost, sebbene l'opinione pubblica si divida nel ritenere questa cosa necessaria oppure no. Aggiungete nuovo terriccio e posizionate la pianta allo stesso livello che occupava nel contenitore precedente. Lasciate uno spazio di 2,5 cm tra la superficie del terriccio e il bordo del vaso, di modo che sia facile annaffiare.

Il trucco della corda
Con piante sempre difficili da estrarre dai loro vecchi vasi, come bambù, allori e Phormium, usate maniglie di corda create con nodi sulla corda stessa, da posizionare sotto il pane radicale: vi consentiranno di far presa per estrarre le pianta la volta successiva. Una corda in nylon da 6 mm è ideale all'uopo: è facile da annodare e non si decompone, a differenza di quanto farebbe una corda di materiale naturale. Create le maniglie larghe abbastanza da poterle tirare agevolmente tenendo un piede sul bordo del vaso. Mettetela nel vaso vuoto sopra i cocci di drenaggio, con le maniglie che fuoriescono dal bordo, come orecchie di coniglio, e piantate come al solito; poi nascondete le maniglie alla vista, coprendole con il terriccio finché non ci sarà bisogno di usarle.

Ripiantare all'esterno
Per trasferire in giardino una pianta che è cresciuta a dismisura, debordando dal vaso:
• scavate un buco di dimensioni adeguate prima di togliere la pianta dal suo contenitore. Assicuratevi di posizionarla allo stesso livello a cui stava nel vaso.
• Potate leggermente le radici. Una manciata di polvere di micorrize può aiutare il recupero. Rassodate e rastrellate il terreno intorno al tronco per un diametro di circa 30 cm per simulare le dimensioni del vecchio vaso.
• Innaffiate per bene e per tutta la prima stagione di sviluppo. Dove le radici sono state danneggiate o tagliate, potate leggermente la crescita apicale così da incoraggiare la nascita di nuove foglie e ridurre il fabbisogno d'acqua.

Ripiantare nello stesso vaso
Come nella vita di ogni pianta in vaso arriva il momento in cui essa, essendo cresciuta oltre la dimensione del contenitore, ha bisogno di essere rinvasata, così arriva anche il momento in cui è già ospitata nel vaso più grande che si riesca a far passare attraverso il cancello o che si riesca ad alzare senza farsi venire l'ernia! A questo punto si deve scendere a compromessi tra ciò che è l'ideale e ciò che è abbastanza buono, vale a dire rinvigorire con l'aggiunta di terriccio fresco e la potatura delle radici. La potatura radicale è l'alternativa al rinvaso ed è la maniera per ringiovanire le piante dall'apparato radicale affollato, continuando a farle crescere felicemente nello stesso vaso per molti anni ancora. Anche se sembra brutale, eliminando le radici più grosse si incoraggia il sistema radicale a diventare più fibroso e quindi più capace di assorbire acqua e nutrienti.
Svasate la pianta e, con l'aiuto di un paio di cesoie, eliminate tutte le grandi radici che corrono intorno alla palla radicale. Aiutandovi con una cazzuola eliminate circa 2,5 cm di terriccio, sia sopra che ai lati, poi tagliate 1/4 di radici dal fondo con un seghetto o un coltello lungo.
Per agevolare il recupero, spargete polvere di micorrize sulle radici prima di ripiantare e annaffiate in abbondanza. Una volta risistemata la pianta, riducete in forma la parte superiore (nei soggetti topiati), potando di circa un quarto i rametti più vecchi, così da bilanciare radici e chioma e ridurre quindi il fabbisogno idrico dell'apparato radicale.

Concimare le piante in situ
È meglio concimare ogni due anni, tra un rinvaso e l'altro. Inclinate il vaso sul fianco e infilate delicatamente le dita o una forchettina tra le radici per togliere dalla cima dai 7 ai 12 cm del vecchio terriccio. Raddrizzate il vaso, coprite di nuovo le radici con terriccio fresco di buona qualità e innaffiate. Se usate un terriccio universale, addizionatelo con un terzo di vermiculite affinché sia più "corposo" e mantenga una struttura sciolta.
Fertilizzare una pianta sempre in vaso vuol dire idealmente dargli abbastanza "pappa" da farla sempre contenta ma non così tanta da farla straripare rapidamente dal vaso. Un sistema è quello di somministrare ogni due settimane per tutta la buona stagione un concime liquido ad alto contenuto di potassio (NPK 10.16.26), ma se si nota che le foglie sbiadiscono e hanno bisogno di aiuto, usate un concime con alto contenuto di azoto (NPK 12.5.6). Una buona alternativa è un fertilizzante pellettato organico, da aggiungere al terriccio al momento del travaso o della concimazione. L'azoto reagisce al calore e quindi si può usare già alla fine dell'autunno, perché si attiverà solo alla fine dell'inverno, quando aumenteranno le temperature.

Potatura radicale vs riordino delle radici: quale funziona meglio?
Tijana Blanusa, scienziata botanica al giardino di Wisley, parla dei risultati degli esperimenti condotti dall'RHS sulla potatura radicale.
Ogni anno l'RHS si trova a dover rispondere ai propri soci che chiedono come affrontare al meglio le piante le cui radici riempiono il vaso, specialmente quelle con radici spiralizzate.
Per rispondere, la squadra scientifica dell'RHS ha avviato una serie di esperimenti, sia in serra sia all'aperto, per valutare l'efficacia delle tecniche a disposizione per incoraggiare la crescita di nuovi getti e aiutare il recupero degli arbusti ornamentali in vaso.
Siamo partiti prendendo in esame due questioni principali. La prima era interrogarsi sulla supposizione che il riordino delle radici, la tecnica praticata più comunemente, fosse la più adatta a incoraggiare la crescita di nuove radici e la ripresa della pianta. Il riordino si ottiene separando manualmente e con delicatezza le radici che debordano. Non c'è taglio, anche se alcune radici di spezzano quando si cerca di separarle.
La seconda era accertare l'efficacia dei vari gradi di potatura radicale per incoraggiare la produzione di radici.
Prendendo due specie di arbusti ben noti ai giardinieri (la Buddleja davidii, resistente e a crescita rapida e il Cistus, che cresce più lentamente) abbiamo scoperto che una leggera potatura (il taglio di una piccola porzione di radici sottili esterne - 1 o 2 cm - tutt'intorno al pane radicale, base compresa) incoraggia la ricrescita in entrambe le specie testate, e che è di gran lunga preferibile all'altra tecnica. Mentre invece una potatura pesante (la rimozione di almeno il 30% di radici grosse o sottili) non incoraggiava affatto la crescita radicale. Non ha causato danni alla Buddleja, ma ha ridotto la crescita radicale del Cistus.