PHILADELPHUS, una festa dei sensi


di Paolo Cottini (Gardenia, maggio 2008)

Con un profumo delicato ma penetrante, è bello sia isolato sia in lunghe siepi.
Rustico e tollerante, ha quasi sempre fiori candidi, ma le nuove varietà riservano sorprese.


Philadelphus 'Belle Etoile'


Dire Philadelphus ed essere trasportati quasi per magia nel giardino della nonna è tutt'uno. A quel tempo, il loro intenso profumo d'arancio entrava dolcemente nella testa di noi ragazzi impazienti di partire per le avventure estive. Intrecciandosi con quello dei ligustri, segnava il termine delle lezioni scolastiche.

Molto spesso si trattava del comune "fior d'angelo", quel Philadelphus coronarius che cresce spontaneo, sebbene raro, in alcune regioni italiane. Infatti, fatta eccezione per una ristretta cerchia di appassionati, i proprietari di giardini si accontentavano di ciò che il mercato offriva: Philadelphus coronarius, appunto, Philadelphus pubescens, e poco altro. Solo i vivaisti di nicchia - i Burdin e i Rovelli nell'Ottocento, i Contini & Nava o gli Ingegnoli il secolo dopo - disponevano di piante meno note, come gli ibridi ottenuti a Nancy dal celebre Victor Lemoine: 'Dame Bianche', 'Avalanche', 'Manteau d'Hermine' e molti altri, che non tardarono a conquistare cuori e mercati.

Le creazioni di Lemoine erano e rimangono arbusti preziosi, perché il vivaista francese, operando su Philadelphus microphyllus (alto in natura non più di un metro), creò ibridi dotati di rami arcuati e fioriti, lunghi anche più di 150 centimetri. Oggi, l'architetto paesaggista milanese Patrizia Pozzi assicura «di aver utilizzato in numerosi progetti questi ibridi, capaci con il loro portamento ricadente di suggerire un senso di tranquillità, oltre che di richiamare l'eleganza del periodo Liberty in cui furono creati».

Ma Lemoine, il padre dei Philadelphus moderni, non si accontentò degli eccellenti risultati del proprio lavoro e volle superare l'unica critica rivolta a questo genere botanico, quella di avere fiori esclusivamente bianchi.

Philadelphus 'Dame Blanche'
P. x lemoinei
P. x virginalis 'Albatre'




Partendo dalla varietà di Philadelphus mexicanus 'Rose Syringa', con tracce di colore violetto alla base dei petali, ottenne tutta una serie di ibridi i quali, sotto il nome di Philadelphus x purpureomaculatus, hanno portato una ventata di novità tra questi arbusti, sia per quanto riguarda i colori dei petali sia le dimensioni delle corolle.

Philadelphus 'Belle Etoile', 'Etoile Rose', 'Sybille' sono soltanto alcuni di loro e, come conferma Patrizia Pozzi, «si tratta di piante interessanti anche per le dimensioni contenute, che le rendono perfette sia usate individualmente nei piccoli giardini sia in masse nel primo piano delle bordure arbustive più imponenti».

Dopo Lemoine, gli ibridatori si sono dedicati al miglioramento di caratteri diversi, ma con risultati non meno importanti. Si pensi in primo luogo alle varietà con fiori doppi, che pure il vivaista francese non aveva trascurato, come per esempio 'Dame Bianche' e 'Manteau d'Hermine'.
P.'Snowflake'


Fra gli ibridi più recenti ne vanno menzionati in primo luogo due, entrambi davvero attraenti: 'Snowflake' e 'Snow Velvet'. Il primo, alto all'incirca un metro e mezzo, ha portamento un po' irregolare, ma si riveste di fiori doppi simili a fiocchi di neve, deliziosamente profumati, che durano a lungo. Il secondo, alto più o meno 180 centimetri, è di rapido sviluppo e ha portamento arrotondato con fiori semidoppi di 7-8 centimetri di diametro, non meno profumati degli altri. Insolito è poi 'Buckley's Quill' (alto dai 130 ai 180 centimetri), con un aspetto un po' "vecchio stile", che si trova a suo agio nelle bordure arbustive, resistendo bene alla siccità.


Belli anche per le FogliePhiladelphus coronarius 'Variegatus'

Un notevole impegno è stato posto anche nell'ibridazione di esemplari con fogliame di colore giallo; e se Philadelphus coronarius 'Aureus' ha talvolta colori smorti e poco attraenti, 'Yellow Cab' possiede toni assai più forti, brillanti e duraturi, vantando perdipiù fiori molto profumati. Per le foglie variegate, i nostri preferiti sono Philadelphus coronarius 'Variegatus' e Philadelphus 'Innocence'. «Ciò che conta», raccomanda il vivaista Giuseppe Bolognini, «è riservare a questi ibridi un luogo d'impianto a mezz'ombra per evitare facili e pericolose scottature».

La ricerca di nuovi ibridi e cultivar è concentrata oggi fra il Messico e gli Stati americani dell'Arizona e del New Mexico. In quest'area ormai da parecchi anni sono state scoperte diverse specie spontanee, ancora sotto esame da parte dei botanici, impegnati a dissipare dubbi circa la loro corretta classificazione. Su tutte emerge Philadelphus madrensis, che alcuni riterrebbero essere una sottospecie di Philadelphus microphyllus o altro ancora. Rimane il fatto che questa pianta, assai diffusa nel suo habitat, deve ancora conquistarsi spazio nei giardini europei. Noi l'abbiamo vista in un giardino privato in Inghilterra eP.maculatus'Mexican Jewel' possiamo assicurare che il profumo eccezionale, emanato da fiori piccoli e semplici con base macchiata di scuro, e soprattutto il portamento rampicante fanno immaginare per lei un futuro molto luminoso.

In questa direzione si muovono alcuni fra i più preparati vivaisti inglesi, come Nick Macer di Pan Global Plants (www.panglobalplants.com), che ogni anno presenta nuove chicche. Macer è particolarmente orgoglioso del suo Philadelphus maculatus 'Mexican Jewel': alta non più di un metro, con rami dall'elegante portamento arcuato-ricadente, questa cultivar è assolutamente rustica, oltre a rivestirsi a metà primavera di fiori bianchi, dall'intenso e delizioso profumo, con una macchia violetta alla base dei petali.


 



chi sono: i Philadelphus, appartenenti alla famiglia delle Hydrangeaceae, comprendono una sessantina di specie, originarie delle fasce temperate della Terra. Arbusti alti da 1 a 5 metri, hanno fusto rivestito di una corteccia che si sfilaccia in modo caratteristico.
Foglie: perlopiù decidue, sono opposte, semplici e ovate.
Fiori: solitari oppure raccolti in leggiadri racemi, pannocchie o cime, sono molto spesso dotati di un delizioso profumo, che ricorda da vicino quello dei fiori d'arancio. La corolla è formata da quattro petali, il calice da quattro sepali. Il colore prevalente dei petali è il bianco, talvolta con macchie purpuree alla base.
Epoca di fioritura: fra maggio e giugno.


Coltiviamoli così
con i consigli di Liviana Nifantani e Giuseppe Bolognini, dell'az. agr. Nifantani
(disegni di Linda Pellegrini)




CLIMA ED ESPOSIZIONE


I Philadelphus, a eccezione di P. mexicanus e P. madrensis che richiedono una certa protezione nelle aree più fredde, sono rustici, sopportando anche i -15/-20 °C (Zona 6). Amano la mezz'ombra, ma tollerano bene anche il sole.

TERRENO

Si adattano a qualsiasi tipo di suolo, pur preferendo quelli leggermente alcalini o calcarei. Il drenaggio deve essere perfetto, specie nel caso di P. microphyllus e relativi ibridi e cultivar, i quali vogliono terreni piuttosto poveri e sassosi.

IMPIANTO

Scelto il luogo d'impianto, il suolo va lavorato in profondità; quindi bisogna aprire una buca appena più grande della zolla, così da non disturbare la biosfera in cui vivono i microrganismi che aiuteranno l'apparato radicale a svilupparsi. Il colletto della pianta non va sprofondato nel terreno, ma deve trovarsi alcuni centimetri sopra il livello del suolo. La stagione più propizia per la messa a dimora è l'autunno, anche se per gli esemplari in vaso è possibile tutto l'anno.

CONCIMAZIONI

È sufficiente una moderata concimazione a fine inverno, effettuata con stallatico o cornunghia. Per favorire la crescita di nuovi getti, a fine primavera va steso al piede uno strato di letame ben maturo.

INNAFFIATURE

Bagnare in abbondanza alla messa a dimora, poi nel caso che non piova. Curare che non si formino ristagni d'acqua.

POTATURE

I Philadelphus vanno potati subito dopo la fioritura; poiché fioriscono sui rami dell'anno precedente, bisogna recidere quelli da poco sfioriti, allo scopo di stimolare l'emissione di nuova vegetazione, che sarà produttiva l'anno successivo. E poi necessario ringiovanire gradualmente le piante, eliminando i rami più vecchi.

PROPAGAZIONE

Le specie botaniche si riproducono da seme, interrato in torba soffice. All'inizio le piantine sono minute, ma si sviluppano velocemente, arrivando a fiorire al terzo anno. Cultivar e ibridi, invece, devono essere moltiplicati mediante talee di legno tenero di 8-12 cm, prelevate all'inizio dell'estate e poste in un miscuglio di torba e sabbia, in un propagatore chiuso. In autunno, dopo la caduta delle foglie si prelevano le talee di legno maturo (20-30 cm), le si mette a dimora in vivaio e le si ripianta un anno dopo.

 

DOVE SI TROVANO

azienda agricola Nifantani Liviana:
via Monte 12, 28040 Varallo Pombia (NO), tel. 0321.956844, cell. 339.2900584, vivaio@ilgiardinolepassioni.it

Azienda eredi Carlo Consonni:
via Battisti 21, 22036 Erba (CO), tel. e fax 031.641659.

Azienda agricola La Campanella:
via Campanella 3, 35030 Cervarese S. Croce (PD),
tel. 049.9910905, cell. 329.2027143, www.vivaiolacampanella.com

Pan Global Plants:
The Walled Garden, Frampton Court, Inghilterra
tel. 0044(0)1452 741641, www.panglobalplants.com

Quanto costano
Per una pianta in vaso da 20 cm 10 €, per una in vaso da 32 cm 30 €.

 

Liviana Nifantani e Giuseppe Bolognini

Oltre che appassionati cercatori di novità, sono titolari di un fornito vivaio a Varallo Pombia (NO), specializzato nella coltivazione di arbusti rari.