GLICINE, ISTRUZIONI PER L'USO
di Luisa Ferrari (Giardinaggio, gennaio-febbraio 2006)

Fedele e longeva, persino invadente, comunque spettacolare: una pianta che va accompagnata nelle sue fasi giovanili, poi sarà splendida per decenni.

 

ll glicine è forse la pianta più conosciuta e amata in Italia, anche da chi non pratica il giardinaggio. Almeno sotto il nome comune, derivante dal fatto che in precedenza questo rampicante veniva attribuito al genere Glycinia (dal greco glykys, dolce), mentre dal 1818 il nome botanico è intitolato a Caspar Wistar, al tempo docente di anatomia all'Università di Pennsylvania e grande promotore delle scienze. Il suo cognome tedesco originale era Wüster ma venne anglicizzato oltre oceano in Wistar, pronunciato Wister in inglese. Da qui la denominazione odierna di Wisteria, spesso riportata anche come Wistaria.

Agli inizi del 1800 i glicini moderni provenienti dall'Oriente soppiantarono i consimili americani (Wisteria frutescens e W.f. macrostachys), diffusi in Europa dal secolo precedente. La linea sinuosa del fusto e l'atmosfera romantica associata alla spettacolare fioritura profumata lo imposero immediatamente come elemento di rilievo dello stile Liberty. Proprio in questo periodo il glicine divenne la pianta rampicante più in voga per decorare l'entrata delle ville italiane, dal Nord al Sud, grazie anche alla grande adattabilità a climi e terreni. Non ha bisogno di una facciata sontuosa come sfondo: l'unico requisito davvero essenziale è una posizione soleggiata, dove la si può allevare in modi diversi per poterla integrare in qualsiasi giardino. Tutte le specie sono comunque di facile coltivazione e non hanno nemici o malattie particolari. Tollerano tutti i tipi di terreno a parte quelli estrememente calcarei e, come membri della famiglia delle Leguminose, provvedono persino a incrementare la fertilità del terreno!

 

Dalla Cina il più vigoroso

Le specie più diffuse si distinguono principalmente in Wisteria sinensis e W. floribunda.
W. sinensis
è un rampicante caduco originario della Cina ed è la specie più vigorosa: può raggiungere 30 m in altezza o allungarsi orizzontalmente per circa 60 m. Questa è indubbiamente una qualità, se lo spazio da coprire è davvero vasto, ma allo stesso tempo può diventare un problema se utilizzata in siti più limitati. Le foglie sono pennate e composte da 7 a 13 (di solito 11) foglioline ellittiche ricoperte di peluria setosa allo stadio giovanile, poi glabre. I fusti si avvolgono in senso antiorario e distinguono questa specie da W. floribunda, che procede in senso inverso.
I fiori blu-violetto, dolcemente profumati, appaiono presto (aprile-maggio) e si aprono tutti insieme in racemi penduli lunghi circa 30 cm. Spesso la pianta fiorisce prima di mettere le foglie, regalando uno spettacolo di grande eleganza. Può produrre una seconda e poco abbondante fioritura a fine giugno-luglio, con racemi più piccoli. Questa specie comprende la varietà W.s. 'Alba', a fiori bianchi in grappoli più corti ma più fitti.

 

L'elegantissimo giapponese

Wisteria floribunda è una specie molto rustica di origine giapponese che giunse in Europa nel 1830. Pur essendo un rampicante caduco di un certo vigore, il suo sviluppo è più contenuto rispetto alla precedente e raggiunge gli 8-10 m al massimo. Si differenzia da W. sinensis anche perché si avvolge in senso orario e porta fiori violetti o blu violetto più piccoli, che si schiudono successivamente partendo dalla base, in racemi penduli lunghi 13-25 cm.
La fioritura avviene due o tre settimane più tardi (maggio-giugno) e le foglie cadono più precocemente in autunno. Questa specie si addice particolarmente alla coltivazione come standard (alberello), come pure la sua varietà W. floribunda var. macrobotrys, conosciuta anche come W. multijuga. È caratterizzata da racemi molto lunghi, di solito circa 1 m di lunghezza. In Giappone ne sono stati misurati fino a 1,80 m! I fiori sono blu-porpora, meno profumati rispetto a W. sinensis, come è tipico della specie.

Esistono inoltre altre forme di grande effetto ornamentale, soprattutto se utilizzate per creare pergole opportunamente curate con potature regolari. W. floribunda alba e 'Shiro Nagi' (sinonimo 'Snow Showers') portano fiori bianchi in racemi di circa 60 cm; W.f. rosea e 'Kuchi-Beni' (sin. 'Peaches and Cream') hanno fiori rosa con una punta di porpora; W.f. violacea ha fiori viola-bluastri, meno abbondanti seppure doppi in W.f. violacea plena, venduta talvolta come W.f. 'Black Dragon'. W.f. 'Issai' ha fiori blu-lilla ed è probabilmente un ibrido con W. sinensis, anche se osserva il sistema orario di avvolgimento di W. floribunda e non è troppo vigorosa.
W. x formosa è un ibrido tra W. floribunda alba e W. sinensis, si avvolge in entrambi i sensi e offre fiori viola pallido che si aprono simultaneamente.
Wisteria venusta e anch'essa di origine giapponese e fu importata in Europa nel 1912. Ha uno sviluppo di circa 10 m e abbondanti racemi lunghi 10-15 cm con fiori bianco-avorio di lunga durata che si aprono agli inizi dell'estate. Viene considerata uno dei migliori glicini a fiore bianco.

 

Un glicine intrecciato a una colonna: il tronco necessita di un supporto solido che duri nel tempo per far fronte al notevole vigore della pianta.
Pregio o difetto? Se da un lato l'imponente sviluppo della pianta è problematico da gestire, dà però vita a intrecci scultorei molto decorativi.

 

Un glicine per spazi minimi

Queste specie e varietà sono in uso da tempo e ciò riflette lo scarso impulso dato all'ibridazione di questo genere rispetto ad altri (basti pensare alle rose!). Tuttavia una recente, introduzione è davvero rivoluzionaria: un glicine di dimensioni sufficientemente ridotte da poter essere inserito senza problemi in giardini molto piccoli e che si adatta benissimo anche alla vita in contenitore.
Wisteria 'Amethyst Falls' è infatti una varietà sorprendente sia per lo sviluppo contenuto (raggiunge 4-5 m dopo qualche anno) sia per l'abbondante fioritura ed è ideale per terrazze e pergole o anche come esemplare da parete. La crescita è più lenta e la pianta si mantiene più ordinata nel corso dell'anno senza le consuete potature regolari; si può però riordinare occasionalmente per mantenerne la forma.
I fiori blu-porpora sono raccolti in spighe di 10 cm e sono molto profumati, con un tocco di basilico. Vengono prodotti in massa anche da esemplari giovani, altra grande virtù di questa splendida varietà rispetto a quelle tradizionali. La fioritura comincia a tarda primavera o inizio estate e continua a intervalli fino all'autunno. Affronta inoltre l'inverno ovunque senza problemi, essendo molto rustica. Qualsiasi specie decidiate di coltivare (ma in particolare quelle con racemi lunghi!) è importante ricordare che i grappoli di fiori devono essere liberi da ostacoli che ne impediscano il portamento pendulo. In Giappone il glicine segue il contorno del tetto delle tradizionali abitazioni a un unico piano in modo che il fogliame sia al di sopra delle grondaie mentre i fiori pendono liberamente. In questo senso da noi sono ideali le pergole, che permettono di ammirare i bellissimi fiori da sotto, anche se la manutenzione diventa complicata se la struttura presenta riquadri stretti che non permettono l'accesso alla parte superiore tramite una scala.

 

Risolvere un problema: niente fiori?
La fioritura vera e propria avviene solitamente dopo circa 5-7 anni, periodo che la pianta impiega per consolidarsi e sviluppare una struttura legnosa sufficientemente ampia. Se la fioritura non avviene oppure è molto scarsa, le ragioni possono essere diverse. Vediamole nel dettaglio.

Potatura sbagliata, nella tecnica o nel periodo di esecuzione o addirittura mancanza di potature regolari, indispensabili alla produzione di fiori.
Potatura drastica di un esemplare inselvatichito: aspettate l'anno successivo (talvolta anche un paio o più).
La riproduzione da seme, invece che da propaggine o talea, dà risultati incerti e la pianta ha bisogno di molti anni prima di arrivare alla fioritura, che può rivelarsi una delusione. Accertate dunque l'origine dell'esemplare in questione.
L'eccesso di acqua provoca un'esplosione del fogliame a scapito della fioritura, nonostante il glicine ami irrigazioni regolari.
Anche quantità eccessive di fertilizzante ricco di azoto incoraggiano la crescita delle foglie e l'assenza di fiori.
La quantità di sole ricevuta dalla pianta è insufficiente e non permette la maturazione degli steli.
Gemme fiorifere danneggiate da forti gelate o dagli uccelli affamati: la pianta fiorirà (se il problema non si ripeterà) solo l'anno seguente.

 

Qualche consiglio importante



L'esposizione al pieno sole in climi particolarmente caldi, con mancanza di circolazione d'aria, nonSempre elegante l'abbinamento fra viola e giallo (maggiociondolo, euforbia...) comporta gravi problemi ma accorcia la fioritura. In questi casi una posizione a est o a ovest, piuttosto che a sud, diventa preferibile.

Un terreno ben drenato
e moderatamente fertile è la situazione ideale.

Al momento dell'impianto, scavate una buca più generosa di quanto apparentemente necessario e aggiungete fertilizzanti organici a lenta cessione, quali cornunghia e farina d'ossa, per accelerare lo sviluppo della pianta durante il primo periodo.

Irrigate regolarmente per i primi due anni, soprattutto durante l'estate, dopo di che la pianta dovrebbe riuscire ad arrangiarsi da sola.

II glicine non ama essere spostato dalla posizione originaria: se viene trapiantato è molto lento nella ripresa.

Se desiderate farlo crescere addossato a una parete, piantatelo ad almeno 60 cm dal muro per evitare di situarlo nella parte più asciutta del terreno.

 

 

In pratica: potare come e quando
Una corretta potatura di formazione e di mantenimento è essenziale
per la fioritura di tutte le specie e varietà a eccezione di W. 'Amethyst Falls'
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Potatura di formazione
La giovane pianta emette lunghi getti flessibili da assicurare ai supporti (strutture in legno o ferro oppure fili metallici lungo la parete) legandoli con iuta o spago apposito, preferibili a legature con filo metallico o simile, perché si degradano col tempo quando le ramificazioni si saranno lignificate, evitando le strozzature del fusto tipiche del fil di ferro. Eliminate invece tutti i getti che si sviluppano a 90° dal muro, perché si rivelano difficili da disporre orizzontalmente. Quando i getti principali si sono allungati a sufficienza e hanno formato un'ossatura adeguata, spuntatene l'apice per incoraggiare la formazione di steli laterali. Da questo momento in poi servono le potature di mantenimento.
Mantenimento e fioritura
Questo tipo di potatura si distingue dalla precedente perché riguarda solo i rami laterali e non i principali dell'impalcatura. Si esegue in due tempi: a fine luglio-agosto i ramoscelli laterali si accorciano a 5-6 gemme (cioè a circa 30 cm dal ramo portante) mentre durante l'inverno successivo, a gennaio-febbraio, i rami originati dalla potatura precedente si riducono a 2-3 gemme, da cui l'anno seguente si sviluppano i fiori. Questo sistema ha doppio effetto: frenare il vigore eccessivo della pianta e allo stesso tempo favorire la formazione di lamburde, cioè rametti tozzi ricchi di gemme fiorali.
Bonsai o alberello standard
Utilizzate di preferenza esemplari di W. floribunda e sue varietà. Per formare un alberello da una giovane piantina selezionate lo stelo più robusto ed eliminate tutti i rami laterali per dare sufficiente consistenza al tronco in formazione. Per farlo rimanere eretto legatelo a un paletto e continuate a farlo finché raggiunge un'altezza di 1,8-2,4 m (di solito in 2-3 anni). Durante l'inverno successivo eliminate di nuovo tutti gli steli laterali e tagliate l'apice del fusto principale. L'inverno seguente riducete tutti gli steli a metà o a un terzo, a seconda del vigore dell'esemplare, ed eliminate i rami che si incrociano o che si sviluppano in direzioni non consone alla forma dell'alberello. Le estati successive prevedono la riduzione dei laterali a 8 cm (o due gemme) e l'accorciamento dei rami principali alla lunghezza richiesta.