GEOMETRIE IN BOSSO

di
Luisa Ferrari
(Giardinaggio, aprile 2010)


Amato fin dall'antichità per il suo

valore ornamentale e la sua

duttilità alla mano dell'uomo, il

bosso torna protagonista del

giardino contemporaneo, con stile

e creatività


Da qualche anno l'enfatico ritorno del bosso in tutte le più importanti manifestazioni del verde ne ha riscattato l'immagine ingiustamente rigida ed elitaria attribuitagli dopo secoli di utilizzo formale in contesti storici. Il suo ruolo strutturale lo ripropone oggi come protagonista di rilievo anche negli arredi verdi contemporanei, in cui dimostra la sua duttilità ai desideri e alla mano dell'uomo. Come mille anni fa.



Simbolo d'immortalità

Pianta di antichissime origini, in Grecia era sacro alla dea madre Cibele e ad Ade, dio degli inferi e protettore dei sempreverdi in quanto emblemi della Vita che continua nelle tenebre invernali. La capacità di autofecondarsi con discrezione (la pianta è infatti unisessuale) ne fece un emblema di castità, mentre il suo legno duro e compatto simboleggiava fermezza, perseveranza, solidità e stoicismo, caratteri peraltro ampiamente dimostrati anche nella sua adattabilità alle condizioni colturali: il bosso non teme infatti né il caldo né il freddo, ama il sole ma può vivere all'ombra. Nell'antichità il legno pregiato e pesantissimo (da secco ha un peso specifico superiore a quello dell'acqua) aveva diversi utilizzi, tra cui la produzione di oggetti comuni quali fruste, pettini, flauti e tavolette da scrittura, articoli cultuali come statuette sacre e pissidi per custodire le ostie, contenitori per conservare medicamenti, detti 'bussolotti'.
Anche il suo utilizzo come arbusto o alberello ornamentale nei giardini risale a epoche remote, non soltanto in Occidente, dove i romani furono tra i primi a sagomarlo in forme
topiarie a colonna, piramide, sfera e sagome di animali, ma anche in Cina e Giappone, da cui provengono svariate specie. Nei secoli successivi il bosso rimase una presenza abituale anche in prossimità delle comuni abitazioni, perché la superstizione popolare gli attribuiva il potere di allontanare il malocchio e le streghe. Il suo potenziale creativo conobbe in seguito un'enfasi particolare nei giardini barocchi francesi, dove veniva intrecciato in complesse forme geometriche dette 'parterre de broderie' e nei giardini rinascimentali italiani insieme al tasso.


Geometrie che danno struttura



Tre usi formali e strutturali del bosso: da sinistra, cordolo di contenimento delle bordure ed esemplari ripetuti per creare continuità e arredamento; il giardino diventa un ricamo grazie alle basse bordure e alle geometrie in bosso; nel vaso, le nitide sfere verdi forniscono un contrasto geometrico alla leggerezza spettinata delle graminacee.




Il re delle forme topiarie


Noto anche come 'mortella' o 'bossolo', Buxus sempervirens è il rappresentante più noto del genere, indigeno in tutto il bacino del Mediterraneo, dalle coste atlantiche della penisola iberica fino alla penisola balcanica e all'Africa boreale. In Italia è spontaneo nei terreni calcarei e sassosi, al sole ma anche nel sottobosco delle regioni montane e sub-montane delle Alpi e degli Appennini. In natura la crescita è particolarmente lenta (1-3 cm all'anno) e il portamento rimane per
lo più arbustivo, ma nei terreni fertili, con eventuale aggiunta di calcare e un occhio attento alle irrigazioni, lo sviluppo può essere considerevolmente accelerato (10-15 cm).

Il suo successo come topiario focale e come elemento divisorio formale o informale, di medie o piccole dimensioni, si deve alla chioma sempreverde frondosa, fitta e minuta che lo ricopre interamente, ed è in grado di tollerare regolari potature e di mantenere a lungo la forma obbligata. Altra prerogativa fondamentale è l'estrema tolleranza a una serie di condizioni tra cui, in particolare, quantità di luce variabile dal pieno sole all'ombra. La capacità di adattamento del bosso fornisce una soluzione elegante anche nelle esposizioni a nord, o nei cortili urbani circondati da edifici che li privano dei raggi solari. Non per questo si deve pensare al bosso solo in frangenti difficili, anzi la novità maggiore nell'attuale riscoperta è forse l'estensione del suo ruolo da sfondo a protagonista, sia attraverso maestosi esemplari utilizzati come elemento arboreo-arbustivo di richiamo, sia tramite innovativi raggruppamenti in 'masse scultoree' spesso sferiche, ma anche rettangolari e geometriche, il cui effetto è tanto più dinamico quanto più le sagome appaiono nitide.


Una pianta, centinaia di varietà

La similarità apparente del fogliame induce a ritenere che il bosso consista essenzialmente in una sola specie verde e un paio di varietà marginate, ma un esame più attento rivela chiaramente differenze più o meno evidenti nelle dimensioni delle foglie, oppure nella forma o nella statura dell'arbusto.

Ne esistono in realtà più di 80 specie, di cui molte provenienti dall'Asia Orientale e dall'America centro-meridionale, oltre alle loro numerose varietà. In Europa B. sempervirens è giustamente il più diffuso sia perché compatibile con il territorio e la flora locale sia per l'accrescimento vigoroso. B. microphylla è molto simile ma più sensibile al gelo e si addice solo ai climi meno rigidi, mentre B. sempervirens suffruticosa (B. pumila) è una replica in miniatura a sviluppo estremamente lento, che per tradizione viene usata
come cordolo di contenimento delle bordure e delle aiuole o per creare disegni e intrecci sul terreno.
Meno resistente a varie patologie fungine, nei climi umidi può necessitare di sostituzioni che rallentano la creazione di siepi o insiemi omogenei. Meno commercializzate e ancora poco note, molte specie di particolare interesse botanico, quali B. balearica, da piantare vicino al mare, B. papillosa, dalla tessitura leggera e ariosa, B. harlandii, con foglie appuntite e allungate e B. vaccinioìdes, che richiede terreni ricchi di nichel e di metalli pesanti, notoriamente dannosi per le piante. Inoltre, all'interno di ogni specie si differenziano centinaia di varietà e cultivar con peculiarità individuali: fogliame variegato crema o giallo chiaro (B. sempervirens 'Elegantissima' e B. s. 'Aureo-Variegata'), oppure tendente al blu (B. sempervirens 'Blauer Heinz'); maggiori dimensioni per la coltivazione ad alberetto (B. sempervirens var. arborèscens) o addirittura a portamento pendulo (B. sempervirens 'Latifolia Pendula' e 'Parasol').

La scelta del tipo più adatto alle circostanze individuali risulta quindi molto ampia. Indipendentemente dalle specie o varietà acquisite, la manutenzione delle piante è molto semplice, a patto che la decisione circa l'obbiettivo da raggiungere nella forma e nelle dimensioni finali venga presa inizialmente e si mantenga costante. Se, per esempio, si intende raggiungere una certa altezza, è consigliabile evitare di tagliare le ramificazioni superiori interrompendone la dominanza apicale finché l'esemplare arriva alla statura desiderata. Una volta impostata la forma, la potatura di elementi formali o il riordinamento leggero dei soggetti liberi è da eseguire con le cesoie, per assicurare una maggiore precisione del taglio. E infine superfluo, ma inevitabile, ricordare il secolare ruolo del bosso come esemplare in vaso per abbellire ingressi con eleganti punti focali a forma piramidale, sferica, conica o a spirale. Maestro nel sopportare l'incuria, nel tempo ripaga generosamente chi se ne prende cura.


Disegnato secondo tradizione

A sinistra, un tradizionale 'parterre de broderie' con bosso topiario lungo i perimetri delle aiuole, grande anello di lavanda al centro, begonie annuali per dare colore negli spazi interni. Al centro, esemplari di bosso tagliati in sfere semilibere punteggiano il viale con raffinatezza creando una prospettiva. A destra, forgiato in forme geometriche e di fantasia, il bosso arreda elegantemente gli spazi con una manutenzione minima.

 

Coltiviamolo così


Esposizione: cresce bene in qualsiasi luogo. Sebbene preferisca le posizioni soleggiate o semi ombreggiate, non presenta particolari problemi di sviluppo anche quando viene coltivato completamente all'ombra, dove le foglie assumono una colorazione più scura.
Temperatura: non teme il freddo; sopporta temperature molto inferiori allo zero.
Terreno: è adattabile a qualsiasi terreno se ben drenato; apprezza comunque un impasto morbido e una certa quantità di calcare, che si può anche aggiungere distribuendolo intorno alle radici.
Annaffiature: in generale, in piena terra non necessita di annaffiature abbondanti e si accontenta dell'acqua fornita dalle piogge, ma in periodi particolarmente siccitosi, in vaso o in posizioni sottostanti ad alberature avrà bisogno di approvvigionamenti idrici più regolari, anche perché la chioma densa impedisce alla pioggia di raggiungere le radici. Evitare gli eccessi, soprattutto in vaso, che favoriscono marciumi radicali e attacchi fungini, particolarmente in mancanza di buona circolazione d'aria (il fungo Rosellinia buxi è favorito dal ristagno idrico e causa spesso la morte della pianta).
Concimazione: non è indispensabile, ma utile per rendere brillante il fogliame. Il metodo migliore prevede l'arricchimento del terreno con stallatico a fine inverno, oppure si può distribuire fertilizzante organico a lento rilascio ogni 3-4 mesi. In primavera si consigliano concimazioni ricche in azoto e potassio, per favorire lo sviluppo di nuova vegetazione e di fiori.
Problemi: se cresce troppo lentamente oppure i bordi delle foglie diventano chiari o le foglie si decolorano, la causa è spesso una mancanza di calcare, fertilizzante o irrigazioni regolari in situazioni asciutte.

 

Allestimenti di sapore contemporaneo

Duttile alla mano dell'uomo, il bosso può essere potato in sagome incisive, come questi elementi squadrati (sopra a sinistra) che riprendono le linee principali di un giardino moderno; allevato in forma conica semi-libera in vasi di sapore contemporaneo (qui a fianco), fornisce un contrappunto elegante e scandisce il ritmo strutturale del giardino; sfere in associazione, di dimensioni diverse, come cuscini vegetali addossati uno all'altro (sopra a destra) sono l'elemento dominante di un giardino creativo.