Frizzi settembrini

(The Garden, settembre 2005)

Articolo di Graham Rice
premiato scrittore del verde, curatore dell'Enciclopedia delle Piante Perenni dell'RHS
Traduzione di Mariangela Barbiero

Essendo tornato in voga il colore a fine stagione, gli Aster a fioritura autunnale sono oggetto di rinnovato interesse. Graham Rice saluta il loro ritorno dal relativo oblio, puntando il riflettore su alcuni dei suoi preferiti

Non tutti gli Aster a fioritura tardiva sono alti; le cultivar più basse come A. amellus 'Veilchenkönigin' sono ideali per giardini più piccoli o per il davanti di una bordura; qui aggiunge uno spruzzo di porpora ad un'altrimenti spenta combinazione di graminacee e Anaphalis triplinervis dai fiori bianchi

State cercando qualcosa per il giardino di tarda estate? Smettete di cercare. Ci sono circa 250 specie di Aster e un numero ancora maggiore di cultivar di Aster novi-belgii, perciò la scelta non manca. Sebbene qualche Aster sia annuale o biennale, per la maggior parte sono perenni rustiche originarie di svariati ambienti d'Europa, Asia, America e alcune anche dall'Africa. Il fatto che siano così facili da coltivare li rende perfino più allettanti.
Ci sono specie alpine, come A. alpinus (Alpi e Pirenei) e A. himalaicus (Himalaya) e specie marittime come A. spathulifolius (Corea e Giappone). Alcune sono piante prative o da macchia, come l'europeo A. amellus e A. bakerianus (Sudafrica).
Nel Nord America, da dove viene la maggior parte delle specie più coltivate, ci sono specie prative come A. turbinellus e boschive come A. divaricatus delle foreste orientali e A. ericoides, che ama i terreni calcarei e ha nuvole di piccoli fiori. I più conosciuti dagli americani sono A. novi-belgii e Aster novae-angliae di cui perfino le varietà autodisseminatesi sono così belle da sembrare cultivar. Entrambi crescono spontaneamente al limitare dei boschi e nelle radure (o in ambito urbano, bordi delle strade e prati), e resistono ugualmente bene sia al sole che all'ombra parziale. Sono state introdotte svariate cultivar di entrambe le specie, anche se molte cultivar di A. novi-belgii sono per la verità ibridi di altre specie.

RISALTANO Il vivido rosso dell'Aster novae-angliae 'Andenken an Alma Pötschke' domina nettamente tanto sull'Anemone hupehensis 'Splendens' quanto sui retrostanti astri porpora

Gli aster nei secoli
Nei giardini inglesi, l'Aster amellus era coltivato anche prima del 1600; nel 1637 la prima specie ad arrivare dal Nord America - prima di una lunga serie - fu portata da John Tradescant il Giovane e infatti porta il suo nome: A. tradescantii. Ma solo nel 1710 ci fu un vero interesse, quando A. novi-belgii e A. novae-angliae entrarono in Gran Bretagna, seguite nel 1758 da A. laevis, pianta madre di molti ibridi.
Nel XIX Secolo e nei primi decenni del XX, lo storico Vicary Gibbs, banchiere, membro del Parlamento ed editore di The Complete Peerage, e il suo giardiniere, Edwin Beckett, collezionarono tutti gli aster noti in una bordura di oltre 137 metri. E, sebbene all'inizio in molti giardini gli aster venissero coltivati come fiori da taglio o come riempitivi in nuovi impianti di alberi ed arbusti, man mano che si rendevano disponibili nuove cultivar, venivano invece usati nelle aiole autunnali. Nei giardini più piccoli gli aster succedevano alle perenni più precoci nelle bordure erbacee e miste.
Ad ogni modo, dopo l'entusiasmo iniziale per A. novi-belgii, gli astri, purtroppo soggetti all'oidio, cominciarono a perdere il favore, specialmente verso la fine del secolo scorso. Di recente le bordure autunnali hanno iniziato a essere più popolari così che cultivar e ibridi di A. ericoides, A. cordifolius e A. pilosus var. pringlei, con fiori più piccoli e in genere più resistenti all'oidio, hanno trovato il loro posto in giardini grandi e piccoli.

Uso in giardino
Dove lo spazio lo consente, si potrebbe essere tentati dall'idea di piantare una bordura di soli aster: i colori si armonizzano bene. Inoltre sono state create forme basse che riescono a camuffare gli steli nudi inferiori delle tante cultivar alte con fiori grandi, a sviluppo verticale. In ogni caso, se associati a varietà più cespugliose, con fiori più piccoli che formano nuvolette, possono avere un aspetto meraviglioso. Ovviamente, raggruppare gli aster in questo modo non solo risulta noioso per gran parte dell'anno, ma amplifica anche i due soli problemi che affliggono queste altrimenti robuste piante: acari e oidio.


Compagni di merende

Per evitare i rischi di contagio connessi alle monocolture, è bene coltivare gli astri in mezzo ad altre piante interessanti in autunno, e ce ne sono molte, che li faranno apparire ancora più splendidi. Sullo sfondo di rose ricche di cinorrodi, come la Rosa macrophylla 'Master Hugh' o R. moyesii e sue cultivar, o di specie di Buddleja a fioritura tardiva, e del Ceanothus 'Autumnal Blue', molti tipi di astri possono essere mescolati a fuchsie rustiche, hebe e Ceratostigma, o ancora a sedum, graminacee, a rustici crisantemi coreani e 'Rubellum', a colchici e crochi a fioritura autunnale, che creeranno ricche e varie scenografie da tarda estate a inizio inverno.
In uno stile più informale alla Piet Oudolf vanno bene astri più piccoli e cespugliosi anziché cultivar di A. novi-belgii, che hanno la tendenza ad autodisseminarsi con troppo entusiasmo e troppa variabilità. Lo spento fogliame dell'A. novae-angliae può essere nascosto dalle graminacee circostanti comprese le cultivar più piccole di Miscanthus nonché da rudbeckie, Liatris e dagli Eupatorium più piccoli.
Tutti gli astri a fiori piccoli, A. turbinellus, A. sedifolius e A. ericoides, insieme ai suoi vari ibridi, stanno bene con più ardite piante a sviluppo verticale, ad esempio le più alte rudbeckie, che si stagliano contro le nuvole. E l'intera aiola può essere piantata con varietà di Crocus tommasinianus in grado di naturalizzarsi e consentire un'esplosione di colore in primavera.

Risorse per spazi compatti

Sopra, gli aster dai fiori più chiari, tra cui A. x frikartii 'Mönch' a fioritura prolungata, si armonizzano con i fiori ed il fogliame porpora del Cotinus, e riempiono gli spazi vuoti tra i fiori del Veronicastrum e del Sedum a fioritura tardiva. Sotto, la Persicaria amplexicaulis.
Insieme, sono molto discreti.

Nei piccoli giardini è importante scegliere attentamente. Astri alti o troppo esuberanti possono essere troppo dominanti e mettere all'angolo molti compagni più discreti. Sempre qui A. amellus, fantastica calamita per le farfalle, e il suo ibrido A. x frikartii sono il non plus ultra. Quest'ultimo, in particolare, con una fioritura insolitamente lunga, è un valore sicuro in un piccolo giardino. Aster x frikartii 'Wunder von Stäfa' è di solito venduto come se fosse il 'Mönch', più conosciuto; entrambe le cultivar sono blu violaceo e raggiungono un'altezza di circa 90 cm, laddove A. x frikartii 'Jungfrau', più viola e compatto, raggiunge solo i 60-70 cm.
Tra le cultivar di A. amellus, il viola più intenso è quello di 'Veilchenkönigin'; i rosa più eleganti sono 'Jacqueline Genebrier' e 'Rosa Erfüllung' che, al pari del violetto 'Weltfriede', sono alti solo 50 cm. 'Nocturne' e 'Gründer' hanno fiori lilla e sono un po' più alti arrivando a 80 cm, mentre il blu violetto 'Vanity' e il 'King George' dai grandi fiori blu porpora sembrano essere i più graditi dalle farfalle, che a loro volta aggiungono colore e fascino ai piccoli spazi. Anche il loro fogliame, che spesso vira al grigio, può essere molto valido nei giardini di piccole dimensioni.
Il pane radicale compatto di A. lateriflorus s'installa bene nel terreno e nel corso degli anni la chioma si espande, rendendolo una pianta ideale per dare il cambio ai bulbi primaverili. A questo aggiungiamo una vegetazione precoce verde scuro con sfumature bronzo porpora e un intrigante portamento orizzontale - una meraviglia nei piccoli spazi - e che il massimo effetto si ottiene alla fioritura che vede margheritine bianche con l'occhio viola ricoprire interamente la pianta.
Nei piccoli spazi le cultivar dai piccoli fiori che formano nuvolette sono un'idea superba: anche una sola può essere sufficiente.
Tra queste spiccano due ibridi, uno sviluppato almeno un centinaio d'anni prima dell'altro. Quello di recente introduzione è A. 'Ochtendgloren', creato dal celebre giardiniere olandese Piet Oudolf; produce piccole stelle di fiori rosa con numerosi petali a raggera, che formando una cortina fino a terra nascondono alla vista gli steli malconci. Più vecchio e stranamente chiamato è A. 'Photograph' dai graziosi fiorellini lavanda. Meno robusto di altri ha bisogno di un buon terreno e di un po' più di amorevoli cure, una cosa più facile da mettere in pratica nei piccoli giardini, dove le attenzioni possono essere maggiori. Come ricompensa avremo vivaci nuvolette di fiori.
Sono ideali anche le tante selezioni nane di A. novi-belgii, come l'intramontabile 'Professor Anton Kippenberg' dai fiori lavanda e il capolino giallo, alto circa 30 cm, il 'Chatterbox' e il 'Little Pink Beauty' dai fiori rosa su piante di 35 cm. Il sorprendente A. ericoides f. prostratus 'Snow Flurry' produce nuvole di fiori bianchi su una pianta alta appena 10-15 cm ma larga 60 cm, rivelandosi un'eccellente coprisuolo da primo piano.
Queste piccole cultivar d'autunno sono eccellenti anche in contenitore. Sebbene forse sono andati i giorni in cui piante alte 1,5 m e in piena fioritura venivano trasportate dentro enormi contenitori in dimore di campagna, spostare a mano una tinozza di A. 'Ochtendgloren' in un patio ripagherebbe sicuramente di ogni sforzo fatto. Anche A. lateriflorus e A. x frikartii sono indicati per grandi fioriere per un periodo più lungo.

 


Più alti e più colorati
Una gamma di colori sempre più ampia è disponibile tra gli aster più alti (cioè quelli che crescono fino a 60-90 cm), che producono fiori in abbondanza di svariate forme. Nelle cultivar a fiori più grandi di A. amellus, A. x frikartii, A. laevis, A. novae-angliae e A. novi-belgii manca solo il giallo, che però si può vedere nei capolini di fiori fertili al centro, o dischi, un elemento visivamente importante negli aster a fiore singolo o semidoppio.
Tra le più ricche tonalità delle cultivar di A. novi-belgii (oggi classificate sotto Symphyotrichum novi-belgii) troviamo il porpora scuro di 'Marie Ann Neil', il profondo fucsia di 'Helen Ballard' e il blu violetto di 'Schöne von Dietlikon'. Lievemente più grande, 'Ernest Ballard' arriva fino a 120 cm. Tra le cultivar color fucsia intenso di A. novae-angliae (ora Symphyotrichum) resistenti all'oidio troviamo 'Lucida' e l'imponente 'Lou Williams' che può raggiungere i 180 cm.
Tra le note più delicate invece troviamo le cultivar bianche A. novi-belgii 'Steinebrück' e A. novae-angliae 'Herbstschnee', spesso venduto sotto il nome 'Autumn Snow'. Le loro tinte variano dal pallido rosa pesca al rosa intenso, a tutte le sfumature di salmone, corallo, lavanda, lilla e blu. Ce ne sono anche bicolori, come l'A. novi-belgii 'Nursteed Charm', rosa in boccio e di un pallido rosa malva a fiore aperto.
In quelli a fiore doppio, lo spettro è meno ampio e alcuni doppi hanno un aspetto alquanto sgraziato. Tra quelli più ordinati ed eleganti troviamo cultivar di A. novi-belgii, quali 'Gurney Slade' (blu porpora), 'Marie Ballard' (blu lavanda) e 'Fellowship' (rosa antico).
Le varietà coi fiori più piccoli tendono ad avere sfumature più pallide, in cui predominano bianco e rosa. Molto apprezzato è l'A. 'Coombe Fishacre', rosa pallido, mentre A. novi-belgii 'Dazzler' è un po' più scuro. Ancora una volta, il giallo si trova solo nei capolini di alcune cultivar dai fiori più piccoli, come ad esempio nell'A. ericoides 'Golden Spray' a fiore bianco, che sembra essere indubbiamente dorato, e nell'A. lateriflorus con il suo capolino giallo che repentinamente vira al rosa e poi al
porpora.
Tutti gli aster, anche le piccole cultivar, possono essere messi in acqua e tenuti per un po' in casa: A. novi-belgii e le selezioni a fiore più piccolo possono durare nell'acqua fino a 10 giorni, A. nova-angliae si conserva meno bene.

Nomenclatura degli aster
Specie e cultivar di aster sono disponibili in una vasta gamma di colori e dimensioni, come dimostra questa fotografia. Nella galleria vedrete, in dimensioni più grandi, sia la foto con nomenclature e numeri che quella semplice senza numeri.

1. Aster novi-belgii 'Helen Ballard'
2. A. amellus 'Rosa Erfüllung'
3. A. amellus 'Gründer'
4. A. novae-angliae 'Helen Picton'
5. A. novae-angliae 'Annabelle de Chazal'
6. A. 'Cotswold Gem'
7. A. novae-angliae 'Lucida'
8. A. novae-angliae 'Herbstschnee'
9. A. novi-belgii 'Ernest Ballard'
10. A. novi-belgii 'Steinebrück'
11. A. x frikartii 'Jungfrau'
12. A. novi-belgii 'Schöne von Dietlikon'
13. A. novi-belgii 'Gurney Slade'

14. A. pyrenaeus 'Lutetia'
15. A. novae-angliae 'Septemberrubin'
16. A. sedifolius
17. A. novi-belgii 'Mary Anne Neil'
18. A. 'Coombe Fishacre'
19. A. novi-belgii 'Blue Eyes'
20. A. amellus 'Nocturne'
21. A. novi-belgii 'Dazzler'
22. A. novae-angliae 'Andenken an Alma Pötschke'
23. A. amellus 'Weltfriede'
24. A. novi-belgii 'Little Pink Beauty'
25. A.'Photograph'
26. A. novi-belgii 'Fellowship'
27. A. novae-angliae 'Lou Williams'

Recentemente, da quando la botanica ha iniziato ad applicare alla classificazione delle piante genetica e biologia molecolare, si è scoperto che in Nord America il genus Aster deve essere ripartito sotto altri generi.
L'implicazione più significativa è che gli Aster americani, come Aster novi-belgii e A. novae-angliae, sono stati rinominati Symphyotrichum e che quelli con l'attributo specificativo novae-angliae indicano che vengono dal New England, invece A. novi-belgii sono chiamati dagli americani 'New York asters'.
Infatti New York originariamente si chiamava New Amsterdam e l'Olanda in tempi antichi si chiamava Gallia Belgica...

 

Gli astri a fiore doppio e semidoppio non piacciono a tutti, ma danno vita ad un interessante contrasto con altre Asteraceae come l'Echinacea purpurea e i gialli Helianthus

Parassiti e malattie degli aster
C'è un microscopico acaro conosciuto proprio come acaro degli astri (Polyphagotarsonemus latus), anche se colpisce molte altre piante, tra cui le fragole, sempre con effetto devastante, simile a quello prodotto da un erbicida. Non esiste un trattamento efficace che possa essere usato dai giardinieri amatoriali. Tuttavia le piante singole hanno assai meno probabilità di essere attaccate che non quelle in gruppo. Per lo stesso motivo anche l'oidio è più presente dove ci sono molti astri insieme, ma fortunatamente questo è un fungo che può essere contrastato con diversi principi attivi. Gli ibridi di A. novi-belgii sono i più soggetti a entrambi i problemi; solo poche cultivar, tra cui 'Blue Eyes' e la 'Fellowship' a fiore doppio, dimostrano una qualche resistenza al mal bianco. Assicurarsi che le piante non siano mai stressate da siccità o carenza di nutrienti e che ricevano sole per gran parte della giornata (magari non proprio a ridosso di un muro a sud). Quindi un buon terreno fertile da giardino e un'appropriata umidità estiva sono tutte cose che aiuteranno le piante a far fronte agli attacchi.
Le cultivar di A. novae-anglie invece non sono soggette agli acari e raramente all'oidio. Anche Aster amellus e i suoi ibridi A. x frikartii, A. cordifolius, A. ericoides, A. pilosus var. pringeli e vari ibridi a fiore piccolo sono meno soggetti a oidio. Morale della favola...per evitare trattamenti, evitate gli A. novi-belgii!