Piante acquatiche

Fior di loto made in Italy

Nelumbo'Galassia'

di Maria Alberta Rancati foto di Mario Brandazzi
(Gardenia, , maggio 2009)

Vi presentiamo nove varietà di Nelumbo create dal vivaista Mario Brandazzi.
Rustiche e robuste a dispetto dell’apparenza delicata, crescono e fioriscono anche in vaso.

 

Renata Pisu ha fiori semplici a forma di coppa, con petali dal colore "mutabile": rosa confetto il giorno della fioritura, diventano roN.'Gardenia'
sa carneo il secondo, per trascolorare in un rosa quasi bianco quello ancora successiN.'Walter Bonatti'vo. 'Walter Bonatti' ha grandi corolle semidoppie, con petali allungati e appuntiti, bianco puro con sfumature verdi sui petali più esterni. 'Gardenia', un trionfo di petali bianchi sfumati di crema, ha grandi fiori stradoppi, dalla forma e dal portamento originali. Sono tre delle nove varietà di fior di loto create, e per la prima volta presentate, da Mario Brandazzi, biologo e super appassionato vivaista lombardo, che nella sua azienda in provincia di Cremona coltiva bambù, ninfee rustiche e tropicali, piante galleggianti, ossigenanti, palustri da terreno umido e, appunto, il grande amore della vita: i fior di loto.

Un amore così ardente da spingerlo a «quel piacere divino, noto solo a chi lo ha sperimentato», come dice sir Peter Smithers nel suo L'avventura di un giardiniere (Silvana Editoriale) che è «la creazione pianificata di nuove forme di vita», vale a dire di varietà prima inesistenti. N.'Saida'
Centinaia, migliaia di incroci tra i magnifici loti importati con gli anni dall'Oriente, ripetute, severissime selezioni e un'accurata sperimeN.'Claude Rifat'ntazione colturale hanno portato Brandazzi, unico ibridatore di fior di loto dell'Occidente, alla scelta di queste prime nove "divine" varietà. Amate come altrettanti figli, sono state battezzate con il nome della moglie ('Saida'),preziosa collaboratrice, del Maestro ('Claude Rifat'), di amici ('Il Mandarino'), oppure di persone che, come la giornalista e scrittrice Renata Pisu, profonda conoscitrice dell'Asia e in particolare della Cina, o il grande scalatore ed esploratore Walter Bonatti, sono state importanti per l'ibridatore. 'Gardenia', varietà che per la forma della corolla, il numero e il colore dei petali richiama il profumato classico fiore da occhiello, per lo stesso motivo è stata dedicata al nostro giornale, nel venticinquesimo della nascita.




N.'Il Mandarino'


N.'Renata Pisu'

N.'Santo Graal'



Ma cosa hanno i fior di loto da essere considerati da molti tra i fiori più belli al mondo? «L'eleganza, prima di tutto», risponde senza esitazioni Brandazzi. «Indiscutibile sia nelle varietà cosiddette "nane", il cui stelo fiorale sporge dall'acqua non più di 30 centimetri e le foglie hanno un diametro di 10-15, sia in giganti con steli alti due metri e mezzo, tre metri e più, e foglie larghe anche uno. Poi, le caratteristiche così particolari di queste ultime: rotonde, peltate (il picciolo è inserito cioè al centro della lamina fogliare), idrorepellenti per la presenza di una fitta struttura di cristalloidi di cera, sono a seconda della varietà più o meno concave e tutte, senza eccezioni, profumate. E senza bisogno di strofinarle! Basta avvicinare il naso alla foglia per sentire, come mi hanno detto in questi anni i miei clienti, un inconfondibile profumo di pulito, di bucato, di sapone di Marsiglia: di "buono" insomma».

Delicatamente profumati sono anche i fiori, larghi da 10 a 30 centimetri, nella stragrande maggioranza delle varietà svettanti al di sopra delle foglie. Rosa tenue nella specie di origine asiatica (Nelumbo nucifera), sono giallo crema nella deliziosa Nelumbo lutea, specie proveniente dal continente americano, il cui "sangue" ha permesso di dar vita alle tante, emozionanti varietà bianche, giallo chiaro, rosa-giallo, bianco crema... che a partire dagli anni Settanta-Ottanta affiancano le innumerevoli varietà in tutti i toni del rosa. «Non dimentichiamo, inoltre», prosegue Mario Brandazzi, «che i fiori, a seconda della varietà, hanno le forme più diverse, dettate a loro volta dalla forma dei petali, dal variabilissimo numero di petali e dal tipo di inserimento di questi ultimi sul ricettacolo».

Impossibile insomma non restare incantati davanti a tanta multiforme e delicata bellezza... «Delicati proprio un bel niente», ci smentisce Brandazzi». «I fior di loto sono piante acquatiche robustissime e molto facili da coltivare. Sono rustici fino a -30 °C, amano il caldo al punto da tollerare temperature dell'acqua di 40 °C e dell'aria di 45-50». E chi non ha un laghetto o uno stagno? «Vengono altrettanto bene in vaso, che sia di plastica, legno, ceramica, metallo: ciò che conta è scegliere le varietà adatte, in funzione delle dimensioni del contenitore (senza foro di scolo!) e, quindi, della profondità dell'acqua. E per le zanzare niente paura: i fior di loto assorbono i nutrienti che permettono lo sviluppo delle larve: in assenza di nitrati e fosfati, niente insetti!».



Il ricettacolo con gli stami; contiene gli ovari, nei quali sono a loro volta presenti i semi; è commestibile come rizomi, foglie e semi.

       
Nelumbo 'Warrior in White'.



               



Coltiviamoli così
con i consigli di Mario Brandazzi di VivaiBambù - disegni di Linda Pellegrini


Mario Brandazzi
Biologo, dal 1994 coltiva bambù, acquatiche, fior di loto e ninfee e alleva e seleziona pesci da laghetto nel suo vivaio in provincia di Cremona. Ad aiutarlo, la moglie Saida Raffaini.


CLIMA ED ESPOSIZIONE
I fior di loto vivono e fioriscono in tutto il bacino del Mediterraneo, dal livello del mare a circa 1.000 m di altitudine. Piante eliofile, per fiorire a lungo (da giugno a settembre) vogliono mezza giornata di sole.
TEMPERATURA
Piante molto rustiche e amanti del caldo, vivono a temperature dell'aria comprese tra -30 e +45/50 °C; inoltre, prediligono le acque calde e stagnanti, con temperature fino a 40 °C.
TERRENO
I fiordi loto, in quanto piante acquatiche, dal momento della messa a dimora e per tutta la vita vivono con i rizomi immersi nell'acqua, o meglio nel terreno intriso d'acqua, che può essere quello di un laghetto, di uno stagno o di un vaso. Quindi, a differenza di alcune iris e di alcune palustri, i loti non vanno portati a riposo: durante l'inverno scompaiono perché perdono le foglie, sopravvivendo sotto forma di rizomi tuberosi, ricchi di sostanze di riserva. Grazie a queste ultime, intorno al mese di aprile incominciano a buttare le nuove foglie, dapprima galleggianti come quelle delle ninfee, poi con steli via via più lunghi, svettanti sopra il pelo dell'acqua. Il terreno ideale è quello specifico per acquatiche, in vendita presso i vivai specializzati, ma va bene anche terra di campo o di giardino, piuttosto pesante; il pH ottimale è compreso tra 6 e 7,5, pur tollerando valori tra 5 e 8,5.
CONCIMAZIONI
Perché la pianta vegeti bene e la fioritura sia ricca e prolungata, è indispensabile concimare. Una prima volta al momento della ripresa primaverile, quando dal terreno incominciano a spuntare i primi getti verdi o, una quindicina di giorni dopo, dall'acqua le prime foglie galleggianti; una seconda (facoltativa) durante l'estate. «Piuttosto che saltare la concimazione primaverile, però», sottolinea Brandazzi, «meglio effettuarla più tardi: in aprile, maggio, giugno». Il fertilizzante ottimale, in vendita nei vivai specializzati (accompagnato dai consigli del vivaista), è in pastiglie, a lenta cessione, basso tenore di cloro, non tossico per i pesci eventualmente presenti e lo zooplancton, responsabili della depurazione dell'acqua.
COLTIVAZIONE IN VASO
Nei vasi, in estate, è necessario integrare l'acqua persa per evaporazione. I loti depurano l'acqua nella quale sono coltivati, rendendo impossibile lo sviluppo delle larve di zanzara: l'acqua perciò non puzza e non richiede l'uso di filtri, pompe o alghicidi. Va rabboccata una volta a settimana, quando è scesa di un terzo dell'altezza massima.

RINVASO
Quando, con il passare degli anni, le foglie tendono a diventare più piccole, è arrivato il momento di sostituire il contenitore, scegliendone uno più largo del precedente di almeno 10-20 cm: i fior di loto hanno infatti uno sviluppo orizzontale. L'operazione si effettua ancora una volta al momento della ripresa primaverile. Versato sul fondo del nuovo vaso uno strato di terriccio il cui spessore dipende dal tipo di varietà — se nana (profondità dell'acqua, 10-20 cm); piccola (15-30 cm), media (20-50 cm) o grande (25-100 cm) —, inserita la zolla, facendo attenzione a non rovinare i fragili e delicati rizomi, si colma il vuoto tutto attorno con altro terriccio, senza però coprire il pane di terra. Per finire, si aggiunge acqua fino a circa un dito dal bordo del contenitore.

 

Per saperne di più: www.vivaibambu.com

Appuntamento in vivaio: l'ultimo week-end di giugno 2010 (26 e 27) e il primo di luglio (3 e 4), si svolgerà la 10a edizione di una mostra-mercato dedicata a queste piante; per festeggiarla saranno fatti speciali sconti.
Saranno presentati nuovi staordinari ibridi di fior di loto. Si tratta di nuove varietà particolarmente rifiorenti, create dal dott. Brandazzi e tra le nuove varietà verrà presentato il Nelumbo “Ippolito Pizzetti” dedicato al famoso paesaggista.

Orario: 10-16: le ninfee infatti chiudono le corolle a metà pomeriggio...

Ingresso libero


Dove si trova
Vivaibambù: via Dosso di Mattina 12, 26010 Credera-Rubbiano (CR),
tel. e fax 0373 615070, cell. 335 6283017, vivaibambu@tin.it
Quanto costa
Una pianta-madre venduta in vaso di 35 cm di Ø a partire da 25 € secondo la varietà; a radice nuda da 17,5 €.