BONSAI
piccole piante grandi emozioni


La forza della natura, la perfezione delle forme, la grazia. Si possono rintracciare in un minuscolo bonsai.

di Lorena Lombroso (Giardinaggio, maggio 2009)


grafia giapponese della parola 'bonsai'
C
ontemplare un bonsai senza un sussulto di emozione non è cosa comune, soprattutto in chi ama davvero la natura nelle sue più diverse espressioni. Anche chi non è un appassionato non riuscirà a reprimere ammirazione per una chioma fiorita su un albero miniaturizzato, perfetto nei suoi rapporti di dimensione, nodoso e invecchiato 'bene'. Fin dal lontano passato, in Cina, i bonsai erano apprezzati per il loro significato estetico e per quel senso di armonia cosmica che sono in grado di infondere, a cui veniva attribuito un significato quasi soprannaturale.
Ancora oggi, soprattutto in Giappone, l'arte del bonsai è tenuta in grande considerazione e ha a che fare con il buddismo zen, fondato su valori di naturalezza, semplicità, concentrazione sull'essenziale, armonia tra uomo e natura. Sia esso un boschetto o un albero solitario, il bonsai deve riportare alla mente di chi lo osserva l'immagine dell'albero nel proprio ambiente naturale. L'obiettivo finale è quello di testimoniare il lento cambiamento della natura, suggerendo all'osservatore un sentimento di pace interiore, di calma, di semplicità, di partecipazione all'inarrestabile flusso del tempo che tutto cambia e rigenera.


La scelta


Il primo passo da compiere, se si vuole sperimentare quest'arte raffinata, è decidere quale pianta acquistare. Meglio evitare di concentrare il proprio interesse sugli esemplari 'impossibili' per le loro particolari esigenze o l'eccessiva fragilità e delicatezza. Ma è anche importante imparare a riconoscere le caratteristiche di un buon bonsai, che dovrà avere uno stile definito e una chioma armoniosa con fogliame o aghi di piccola dimensione. Altro elemento fondamentale è che la pianta abbia una buona triangolarità: i bonsai si ispirano alle leggi naturali, con i rami posti più in basso che si allargano per cercare luce, dando così alla chioma una forma triangolare. Questa tendenza spontanea è esaltata dall'arte bonsai: come regola generale, l'aspetto della chioma deve ricondurre all'idea del triangolo, sia osservando l'esemplare di fronte che dall'alto.




a sinistra un esemplare di buganvillea dal tronco nodoso e robusto, bonsai di pregio e di aspetto straordinario ma un po' delicato per la sua sensibilità al gelo invernale: richiede una serra fresca, non può passare l'inverno in casa perché risentirebbe del caldo e della mancanza di luce.









La cura


Imparare a prendersi cura di un bonsai non è cosa che si apprende in poche ore. Un'idea può essere quella di frequentare un corso o qualche lezione presso un punto vendita o un'associazione di bonsaisti, dove si potranno anche incontrare altri appassionati per scambiarsi esperienze e consigli.
Per fortuna, poi, non tutti i bonsai sono delicati e difficili. Alcuni tipi di Ficus, Zelkova, Carmona e Serissa, specie normalmente suggerite come bonsai per interni, hanno effettivamente esigenze piuttosto scarse e forme comunque affascinanti.

Un poco più complicato è avviarsi verso la coltivazione di specie caducifoglie: Giovane acero bonsaiacero, quercia, castagno, frassino, faggio, melograno, alberi da frutto, conifere come i vari tipi di pino e

ginepro, possono sembrare inizialmente facili e robuste, ma per conservarli e per mantenere il corretto rapporto di dimensioni occorrerà mettere in programma le necessarie potature, le cimature dei germogli, le operazioni di defogliazione parziale o, in rari casi, quasi totale. E poi il cambio del vaso e un regime di concimazione speciale.

Dunque, se non si è esperti, meglio preferire le specie più classiche, eleganti e facili, anche se meno spettacolari. Murraya paniculata, ad esempio, è un buon bonsai d'interno per principianti: i fiori, bianchi e profumati, ricordano quelli del gelsomino, mentre le piccole bacche, che si formano in estate, sembrano arance in miniatura. Si adatta agli stili eretto, inclinato, prostrato, a cascata.

Facile anche Ficus retusa, che vive bene in casa, in piena luce, e d'estate all'aperto all'ombra luminosa dove il fogliame riduce notevolmente le dimensioni favorendo la sua bellezza miniaturizzata. Tra le tante specie adatte per chi si sta avvicinando a quest'arte c'è pure la Crassula arborescens, succulenta robusta e molto decorativa, che si forma con facilità e con un naturalissimo aspetto di albero. Va tenuta in una zona molto luminosa e con temperatura non inferiore ai 10 °C d'inverno; d'estate va portata all'aperto, in mezz'ombra o ombra molto luminosa, anche al sole per qualche ora, di mattina o al tramonto, evitando i colpi di calore.

Man mano che l'esperienza diventa più approfondita sarà facile sentirsi attratti da specie più complesse per forma, dimensione e caratteristiche botaniche. Inoltre, si potranno apprendere tecniche avanzate, con lo scopo di esaltare la meravigliosa forza della natura: come le tecniche Jinning e Shari, termini giapponesi che consentono di riprodurre il tronco scortecciato, spesso visibile in natura, di piante dilaniate dal vento o dai fulmini che ancora vivono pur avendo perduto parte della corteccia e con alcuni rami completamente essiccati. Quale che sia lo stile scelto (esemplare singolo, con tronco unico o multiplo, a boschetto...) il bonsai potrà dare emozione e coinvolgimento emotivo. E talvolta, potrà vivere per secoli...


Forme, età e stili diversi

Tre immagini che ben evidenziano quanto possono essere diversi tra loro i bonsai: dalla chioma fiorita di un rododendro (a sinistra), fuggevole ma meravigliosa, alla cruda bellezza di un giovane Chenomeles in fiore, fino alla perfezione assoluta di un boschetto di aceri difficile da ottenere (collezione Crespi Bonsai, una delle migliori d'Europa).

 

Macrobonsai, per i giardini zen

Ilex crenata I macrobonsai sono piante da giardino lavorate con le stesse tecniche dei bonsai tradizionali per dare loro la forma caratteristica. Per ottenerle occorrono parecchi anni; gli esemplari più grandi sono stati modellati anche da diverse generazioni di esperti. La maggior parte di essi viene del Giappone, paese dal quale vengono spediti via mare, in container refrigerato a 3 °C. Il viaggio dura 30-40 giorni e avviene in inverno, quando sono in riposo vegetativo, per cui lo sopportano senza alcun problema.
I macrobonsai possono essere di molte specie diverse. I più diffusi sono llex crenata e Taxus cuspidata; più pregiato è il Pinus pentaphylla, a 5 aghi, che ha una crescita più lenta e richiede una manutenzione diversa, un po' più complessa.
llex e Taxus non hanno esigenze particolari; è sufficiente una regolare potatura secondo i principi dell'arte topiaria per mantenere la forma rotondeggiante che caratterizza la ramatura.
Il Pinus è più impegnativo: occorre togliere regolarmente dalla pianta gli aghi secchi e spezzare le "candele", cioè le gemme che si allungano fra gli aghi proprio come candeline, prima che aprano gli aghi. Questa operazione si effettua più volte fra aprile e maggio per impedire che la pianta perda la sua silhouette tipica.
Solitamente si tengono in giardino, sono ideali per i progetti di stile orientale e zen; si possano allevare anche in vaso di adeguata dimensione. Sopportano il gelo, ma nessuno è da pieno sole. L'llex è resistente al caldo; il Taxus è delicato e consigliabile in zone fresche o esposte a nord; il Pinus può essere allevato anche nelle regioni mediterranee, in posizione ombreggiata e luminosa.



Giovane acero bonsai, che trasmette un'idea di armonia, bellezza e forza. La colorazione autunnale del fogliame è fornita sia dall'attitudine propria della specie, sia da una corretta esposizione e da un andamento climatico ideale (giornate soleggiate con forte escursione termica notturna). Diverse sono le specie e varietà di acero trattabile in forma bonsai: Acer buergerianum e le sue numerose varietà, come anche Acer palmatum ('Seigen', 'Desojo' e numerose altre) sono particolarmente amati dai bonsaisti per la relativa facilità di coltivazione e l'aspetto delicato e colorato delle chiome.


I bonsai all'aperto
I bonsai non sono una tipologia di piante, bensì piante 'normali' allevate con un particolare metodo di potatura che ne consente la vita in poco spazio. Questa informazione è basilare per capire se vivono all'aperto o all'interno.
Le specie che in natura vivono all'aperto in climi temperati o freddi hanno bisogno di passare l'inverno in luogo fresco, anche se non gelido, ed è per loro indispensabile trascorrere il periodo da aprile a ottobre in giardino o in terrazzo, in ambiente riparato dal sole troppo forte. Alcune specie richiedono qualche ora di sole, ma tutte vanno riparate dai raggi estivi intensi, che possono prosciugare rapidamente il terriccio nel piccolo vaso.
Una posizione in mezz'ombra o sotto un telo ombreggiale può essere ideale per piante come le conifere, le specie da frutto (melo, fico, castagno...), le succulente trattabili in forma bonsai, tutte le caducifoglie (aceri, querce, melograni) e le sempreverdi come cotoneaster, piracanta, olivo, ecc.
La vita all'aperto è fondamentale per fornire alla pianta piena luce, aria e ossigenazione, ma è indispensabile sorvegliare le piante costantemente: nei giorni caldi e quando l'aria è secca o ventosa occorre trovare loro un po' di riparo e innaffiare anche più volte al giorno. In primavera e fino a luglio le piante in esterni vedono un vivace sviluppo, da assecondare con opportuni trattamenti di concimazione e con gli interventi previsti per ciascuno stile e ciascuna specie: legature, cimature, defogliazioni e quant'altro per ottenere e conservare la forma desiderata.





L'arte del bonsai


Il primo consiglio sembra ovvio ma spesso viene sottovalutato: è indispensabile conoscere specie e varietà per porre l'esemplare nel luogo giusto e fornire acqua e concime coerentemente con le sue esigenze. L'acqua non deve essere mai troppo fredda né troppo calcarea: alcune specie, come l'acero, hanno bisogno di evitare l'eccesso di calcare. Importante anche il corretto drenaggio, per fare in modo che il terriccio si mantenga sempre appena umido, mai troppo bagnato, né lungamente arido.

La scelta del concime è in funzione delle esigenze: le piante da foglia hanno bisogno di un prodotto azotato, quelle da fiore e da frutto vanno sostenute con fosforo e potassio al momento della fioritura e fino alla comparsa dei frutti. In genere la concimazione avviene in primavera, con una pausa nei giorni estivi molto caldi e una nuova fase di nutrimento da metà agosto a settembre. Inutile fornire concime a una pianta in cattive condizioni di salute. Importante anche tenere all'ombra le piante appena fertilizzate per favorire la fase di assorbimento.
Il rinvaso con cambio di vaso o le semplici operazioni di pulizia delle radici devono avvenire nelle fasi di riposo vegetativo, a fine inverno o fine autunno, scegliendo un contenitore adatto per stile, forma e dimensione e operando con grande attenzione e precisione.
La potatura, in genere invernale, e la cimatura, primaverile-estiva, si effettuano in base alle esigenze imposte dalla specie o dallo stile scelto; la defogliazione serve invece per favorire la predisposizione dell'albero a formare foglie piccole e numerose.

L'arte di irrigare

La fornitura di acqua è una fase delicata. L'innaffiatura può avere lo scopo di rinfrescare la chioma e di fornire umidità, e in questo caso sarà a getto leggero, dall'alto, o per nebulizzazione. Un altro sistema efficace consiste nel mettere il vaso in acqua per qualche minuto per impregnare bene il terriccio; il vaso va poi tolto, lasciando defluire l'eccesso di acqua dai fori di irrigazione.


Potare, un'arte delicata e affascinante


Esistono momenti diversi e motivazioni differenziate per effettuare il lavoro di potatura, il cui scopo ultimo è quello di conservare le dimensioni favorendo contemporaneamente la formazione di una chioma impostata secondo lo stile scelto. Le potature importanti, nel caso di piante caducifoglie come la quercia (nella foto), si effettuano nel periodo di riposo vegetativo.



Un posto per l'inverno


Tutte le specie che amano 'sentire' il cambio di stagione e sopportano quindi un abbassamento della temperatura potranno trovare posizione ideale in una serra da tenere in giardino o in balcone, aprendola per arieggiare nei giorni caldi e soleggiati tra novembre e marzo.