PESTICIDI

ANCORA CONSENTITO L'USO DELLE SOSTANZE

di Linda Dorigo (Il Piccolo, 10 agosto 2008)

 


Senza esito un summit ministeriale

continuano le morie delle api

anche il provincia calo produzione del 30%

Trieste. L'incontro tra gli esperti del settore apistico nazionale e i Ministri della Salute, dell' Agricoltura e dell'Ambiente ha portato alla decisione di non sospendere cautelativamente l'utilizzo dei neonicotinoidi, i pesticidi imputati di essere una delle principali cause delle morie delle api, che si sono ripetute anche in tempi recenti nel territorio provinciale triestino. Le morie sono state registrate in varie zone del Triestino.

Alla riunione ha partecipato anche Livio Dorigo, vice presidente del Consorzio apistico della provincia di Trieste. «Si è parlato della situazione di emergenza del settore, commenta Dorigo, delle malattie che colpiscono le api e della multifattorialità che sta alla base dell'epidemia.
Vi è la necessita d'indagare approfonditamente tutti gli elementi a disposizione, compresa la questione degli ecotipi. Con troppa disinvoltura è stata fatta una selezione degli animali più produttivi senza tenere conto della biodiversità e della maggiore capacità di resistenza di alcuni insetti, con il risultato di un impoverimento genetico delle specie».
Dorigo sottolinea inoltre la necessità di una collaborazione transfrontaliera con la vicina Slovenia, considerando il fatto che mentre le api di casa nostra vengono monitorate, quelle slovene non sono garantite. Come ben si può immaginare, gli insetti non conoscono limitazioni ai propri "pellegrinaggi".
« La situazione di emergenza è generale, non colpisce solo l'Italia ma l'Europa e il mondo intero, continua Dorigo, da oltre 30 anni viene fatto uso di medicine per contrastare le malattie delle api.
Adesso è giunto il momento di ricercare delle soluzioni alternative».

Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, sono ancora in fase d'individuazione le sedi dove il Laboratorio apistico regionale andrà a monitorare i piccoli insetti cercando di studiarne le dinamiche per comprendere il fenomeno che ne causa la moria.
Oltre all' impatto dei neonicotinoidi, la cui responsabilità nella scomparsa degli alveari in Italia non è certa per il Ministero dell ambiente mentre lo è secondo studi realizzati dall'Università di Bologna e dall'Istituto sperimentale zooprofilattico
delle Venezie, sono da considerare come possibili cause anche alcune malattie, i parassitii provenienti dall'Oriente come il «Nosema varroe", i cambiamenti climatici e le onde elettromagnetiche.

La produzione 2008 di miele italiano è preoccupante: nullo il raccolto di miele di agrumi in Sicilia, scarsissimo in Calabria, Basilicata e Puglia. Al Nord e in Toscana, a causa delle piogge d'inizio estate, se ne è raccolto pochissimo. Il miele di tarassaco in particolare non è stato praticamente prodotto a causa dello spopolamento degli alveari e dell'impressionante esodo forzato di alveari dalle zone contaminate da insetticidi tossici dispersi nelle operazioni di semina del mais.

Pessima anche la situazione dei millefiori primaverili, che registrano ovunque un raccolto catastrofico. Tranne rare eccezioni, si registra al momento sul territorio nazionale un calo medio produttivo di miele del 30 per cento, un dato che potrebbe riguardare anche il territorio provinciale triestino.