LE VOSTRE CAMELIE BEN CURATE
a cura di Françoise Brivet e Ville de Nantes
da Jardins de France, settembre 2005
traduzione di Mariangela Barbiero

Ecco a grandi linee le regole da rispettare per vedere sbocciare le vostre camelie.

Innanzi tutto non dimenticate mai che sono piante da esterno che non apprezzano affatto l'aria calda e secca degli appartamenti.

Accenneremo anche ai loro più comuni parassiti, ma rassicuratevi: è una pianta che raramente si ammala.

 

 
Le camelie fioriscono molto e quindi sono ghiottone: apprezzano apporti regolari di concime.

Composizione del terreno - Umidità
Le camelie richiedono un terreno con pH da neutro ad acido. In Cina o in Giappone, gli inverni sono secchi e freddi, le estati calde e umide: per far felici le vostre camelie, badate ad annaffiarle in estate. Mettetele a dimora in una zona rialzata o in pendenza: è indispensabile che il terreno sia ben drenato.

Esposizione
Camellia sasanqua: questa specie ama un'esposizione calda e soleggiata, ma non sotto il sole a picco. Per fiorire hanno bisogno di molta luce.
Camelia japonica: questa specie, invece, generalmente preferisce la mezz'ombra.
La maggioranza delle camelie sono piante da sottobosco e mal sopportano il vento.

Protezione contro il freddo
Le camelie attualmente disponibili si ottengono per talea e le loro radici fascicolate non scendono in profondità. Se il terreno gela, le piante muioiono di sete. A protezione delle radici non esitate a ricoprire il terreno con uno strato consistente di foglie morte o di residui vegetali triturati. Se la stagione si annuncia fredda, potete avvolgere i giovani esemplari con dei teli di tessuto non tessuto o di plastica a bolle.

Potatura
Le camelie sopportano molto bene potature anche severe. Ripartono facilmente dal legno vecchio. E' interessante sapere che:
1 - si pota molto corto una vecchia camelia che si desideri spostare;
2 - si pota per ringiovanire un esemplare che mostri fiori e foglie sempre più piccoli;
3 - si pota al momento di guidare lungo i sostegni di un traliccio i rami di legno ancora tenero;
4 - si pota per avere delle siepi di camelie.

Concimazione
Le camelie sono piante che fioriscono molto e che quindi hanno bisogno di molto nutrimento. Aggiungete ogni anno uno strato di 2 cm di terra acida o di terriccio acido e, dopo la fioritura - ma non oltre il mese di maggio - una manciata di concime a lenta cessione e/o di sangue di bue o di cornunghia: le camelie devono essere ben 'agostate' per resistere al freddo.

Parassiti e malattie

Cocciniglie
La cocciniglia cotonosa forma delle masserelle bianche sotto le foglie.
La cocciniglia bruna tende a localizzarsi sullo stelo, il che ne rende più difficoltosa l'individuazione.
Per sbarazzarsi di questi ospiti indesiderati, sono indispensabili diversi trattamenti con prodotti sistemici.

 

 

Fumaggine


Si tratta di un fungo che dà l'impressione che le foglie siano coperte da fuliggine. La fumaggine è conseguenza di un attacco di afidi o di cocciniglie: si sviluppa sulla melata secreta da questi insetti. Nonostante l'aspetto estetico poco attraente, la fumaggine non nuoce direttamente alla pianta; tuttavia, poiché ne limita l'assimilazione clorofilliana, alla lunga porta al suo idebolimento. La si combatte eliminando dapprima gli insetti, quindi il fungo, trattando il fogliame con olio minerale bianco o spruzzandolo fino a sgocciolamento con acqua saponata.

 

Clorosi


Consiste in un ingiallimento del fogliame. Si tratta di una fisiopatia dovuta alla presenza di calcare. Le camelie non tollerano valori di pH superiori a 7. Anche la mancanza di elementi nutritivi e un eccesso di umidità possono provocare ingiallimenti fogliari. In quest'ultimo caso, le foglie ingialliscono, poi scuriscono e alla fine cadono. Questo deperimento, più frequente di quanto non si creda, è provocato da ristagni d'acqua nella buca d'impianto.

 




Bruciature
Da non confondere con i danni elencati finora; sono dovute a un'esposizione troppo soleggiata e si manifestano solo sulle foglie direttamente investite dai raggi solari.

 

 

 


Cacciate su radici di camelia


In caso di spostamento di una camelia rimasta in loco per diversi anni, lasciate la buca aperta.
In capo a circa sei mesi appariranno ai bordi, all'interno della buca, nuovi getti.
Questo fenomeno è definito "cacciate su radici".
Le piante saranno la replica genetica identica del genitore.
A seconda delle varietà, possono fiorire già dal secondo anno. Queste due foto illustrano delle cacciate su radici di un anno e di cinque anni.

 

La ruggine dei fiori
di Roland Jancel
Le virosi

Come la sua ospite, la camelia, Ciborinia camelliae è una malattia originaria del Giappone. I primi focolai appaiono fuori del Giappone nel 1938, in California, dove il parassita è catalogato sotto il nome di Camellia flower blight.
Nel 1993 appare in Nuova Zelanda, poi in Europa, e più precisamente in Francia, secondo alcuni.
Ne sono attaccati essenzialmente i fiori: le spore che si depositano sui petali formano una macchia bruna che prima invade loro, e progressivamente tutto il fiore.
Le ife formano un caratteristico anello grigio al limite della corolla e del calice. Una volta caduto al suolo il fiore, il micelio forma degli sclerozi che, 'germinando' l'anno seguente, produrranno degli apoteci contenenti le spore. Grazie ad esse, il parassita può essere largamente disseminato dal vento.
La lotta è essenzialmente preventiva: evitare l'introduzione di camelie provenienti da aree contaminate, rastrellare ed eliminare i fiori appassiti e lo strato di foglie morte, allo scopo di evitare lo sviluppo degli sclerozi, eventualmente fare un trattamento fungicida del suolo.
Secondo studi e osservazioni condotti in Nuova Zelanda, sembrerebbe che talune specie siano più resistenti. Rimangono da identificare i geni attivi e progettare il loro trasferimento mediante ibridazione per sperare di ottenere un giorno varietà resistenti.

Tra le malattie che attaccano le camelie non si possono trascurare le virosi.














Si manifestano con decolorazioni giallastre a macchie o puntiformi, che progressivamente invadono il fogliame. Nella maggioranza dei casi l'infezione si produce in seguito a punture d'insetti, afidi o cocciniglie. Ma può anche essere provocata da un arnese da potatura contaminato. Oltre a un aspetto estetico sciupato, i soggetti colpiti presentano una fioritura e un accrescimento ridotti e costituiscono inoltre ulteriori fonti d'infezione. Non esistono trattamenti efficaci contro le virosi e il giardiniere non dispone spesso che di palliativi:
- Rimozione del soggetto: soluzione semplice e radicale. Ha il merito di eliminare ogni rischio di contaminazione. E' tuttavia difficile da prendere... per ragioni sentimentali.
- Eliminazione dei rami colpiti: questa pratica limita l'estensione della malattia. Bisogna tuttavia badare a ben disinfettare gli arnesi da potatura per evitare qualsiasi contagio.
- Trattamenti sistematici contro i parassiti: questo metodo indiretto non migliora lo stato delle piante colpite, ma evita l'estensione del virus.


In taluni casi è in gioco la sopravvivenza stessa della varietà virosata. I ricercatori sono già riusciti a "devirosare" certe specie, ma questa tecnica non era ancora stata adattata alla camelia. E' al dr Crezé che si deve questa messa a punto: dopo numerosi tentativi, ha elaborato nuovi mezzi di coltura, testato le procedure di disinfezione, affinato le tecniche d'innesto e di trapianto. L'insieme della procedura è stata oggetto di una comunicazione all'Association de L'Agriculture e permette di ottenere quasi un 70% di successi che portano alla rigenerazione di numerose varietà virosate.

E' evidente che questa passione per la camelia è più che un hobby per questo clinico in pensione, e se ne capisce anche la ragione: Jean Crezé è il pronipote di Jean Heurtin, famoso ibridatore che contribuì a dare alla camelia di Nantes i suoi quarti di nobiltà. Buon sangue non mente.

 

Le camelie sopportano molto bene potature anche severe e ripartono facilmente dal legno vecchio.