FOLLI GIARDINIERI
Programma di RAI3 - giugno 2011

di Maury Dattilo

(a cura di Mariangela Barbiero)

 

 

Iniziamo oggi una serie di puntate dal titolo "Folli giardinieri - storie d'amore e di verde". Saranno racconti a partitura naturale intorno ad alcuni giardinieri della nostra penisola, che hanno creato degli spazi verdi eccellenti non solo per qualità botaniche, ma anche per il rispetto dell'ambiente che li ospita.
Si parla molto spesso di giardini, ma sappiamo pochissimo dei giardinieri che li creano, come sono, cosa pensano, cosa sentono, paure e sogni. La nostra sfida sarà avvicinarvi a loro e ascoltare quello che hanno da dire, quello che non dicono e, perché no, assaporare anche loro silenzi, gli stessi che li accompagnano in giardino. Conoscendo così queste personalità, le loro emozioni e qualche pensiero, potremo vedere con i loro occhi e filtrare con le loro emozioni i giardini che questi hanno creato e questo non solo ci avvicinerà ai loro giardini ma getterà le basi per i nostri e quantomeno ci permetterà di contattare il giardino più bello, quello che abbiamo dentro. Quindi slegherò questi folli giardinieri che dedicano tutta una vita a desiderare in cerca di antichi profumi o in attesa di un fiore per sole poche ore per riavvicinarci alla natura e questi amabili giardinieri che hanno languori verdissimi bizzarre ossessioni botaniche ci riavvicineranno alle piccole cose semplici ma importanti della vita in un momento come questo segnato da un crescente bisogno di natura e ricerca di spazi verdi.

 

BETTA PASANISI, "LE ZOCCATE" A MASSAFRA (TARANTO)


ndr: Elisabetta Pasanisi dopo il liceo artistico si è diplomata all'Accademia di Belle Arti di Roma. Ha scritto una guida alla conoscenza delle Chiese Rupestri del Tarantino Occidentale, di importanza rilevante perchè tiene conto delle acquisizioni scientifiche degli ultimi decenni.

Oggi siamo in Puglia nella Messavia, nel cuore della Magna Grecia esattamente nella contrada Forcellara San Sergio Massafra, a circa 18-20 km da Taranto, al confine del centro abitato e guardiamo Martina Franca. Siamo in una terra bellissima dove la terra si colora di gialli e arancioni, fino ai colori più tetri e più grigi ma teatrali, della terra di Puglia. Sono qui con una giardiniera, Betta Pasanisi...
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BRUNO VAGLIO, "LA CONTRADA TRE PIETRE" A GALATONE (LECCE)


ndr: Bruno Vaglio, dottore agronomo per studi e naturalista di nascita, è responsabile tecnico della gestione del verde urbano del comune di Nardò, che conduce in modo ecologicamente ispirato. E’ curatore del giardino botanico storico “Villa Comunale” di Nardò. Si definisce di “formazione ecologica” in quanto da sempre i suoi interessi, prima culturali e poi professionali, sono rivolti alla comprensione dei principi organizzativi che gli ecosistemi hanno sviluppato per reggere la rete della vita.

 

 

Sono a Galatone, a 30  km da Lecce, in una terra siccitosa, una terra di pareti, di muretti a secco  dove regna una grande macchia mediterranea che è tracimata in un giardino bellissimo, un  giardino di sentimenti. Sono a casa di Bruno Vaglio,  un agronomo paesaggista, un giardiniere, che ha trasformato un pezzo di questa campagna in un giardino non solo di piante ma di grandi pensieri.

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DUE 'FOLLI GIARDINIERI' INTERVISTATI NELLA STESSA PUNTATA

 

CARLO CONFIDATI, BAGNAIA (VITERBO)


ndr: Carlo Confidati, naturalista, appassionato ed esperto di floricoltura. Fondatore a Bagnaia del Centro Botanico Moutan, nato nel 1993 per ospitare la sua vasta collezione di peonie arbustive di provenienza cinese, chiamate appunto Moutan. L’idea iniziale di creare un giardino monotematico si è poi trasformata, dopo le prime straordinarie fioriture, nel desiderio di conoscere tutte le specie di peonie arboree esistenti in Cina, importandole per la prima volta in Europa e promuovendone la diffusione.


Iniziamo una nuova puntata di "Folli giardinieri" spostandoci nel Lazio. Siamo a Bagnaia, vicino a Viterbo, terra di papi e di grandi giardini. Pensate a Villa Lante, disegnata dal Vignola. Qui c'è un imprenditore, un signore del verde, un grande esperto di botanica e di piante. Ha realizzato una collezione straordinaria: sto parlando di circa 200mila tra arbustive ed erbacee. Sono peonie, ed è la più grande collezione fuori dalla Cina di questi fiori. Oggi con me c'è Carlo Condifati. Buongiorno, Confidati. Mi racconta com'è nata questa avventura?

 

STUART D. BARFOOT, TENUTA DI TORRECCHIA A CISTERNA DI LATINA (VT)


ndr: L'oggetto di questa intervista sarà il giardino della tenuta di Torrecchia dei Caracciolo a Cisterna di Latina. Il giardino si estende su una superficie di 2 ettari e all’interno di una cinta muraria del XIII secolo; attraverso un’importante opera di restauro iniziata negli anni ’90, Gae Aulenti ha trasformato i ruderi di un granaio del 1600 nella dimora dell’attuale proprietario e Dan Pearson ha trasformato la campagna circostante in un giardino moderno-romantico. Un perfetto connubio tra progettazione paesaggistica e crescita spontanea della flora fa in modo che Torrecchia, pur nella sua ricercatezza, sia in perfetta armonia con la selva che la circonda. Costante all’interno del giardino è la presenza dell’acqua.

... E da Viterbo ci spostiamo a sud di Roma, nell'Agro Pontino. Siamo a Cisterna di Latina, in un giardino che si estende su una superficie di due ettari, circondato da una cinta muraria del tredicesimo secolo, che un famoso architetto ha trasformato nella dimora di un’importante famiglia aristocratica italiana. Oggi con me c’è Stuart Barfoot, il giardiniere che cura questo giardino in maniera esemplare. E’ un giardino particolare, perché possiamo definirlo giardino romantico.  
Buongiorno Stuart, raccontaci come è arrivato un giardiniere inglese a questa tenuta.

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GOTTARDO BONACINI, " VILLA BAGNO" A BAGNO (REGGIO EMILIA)


ndr: Gottardo Bonacini ha ricevuto per il suo libro "Il giardiniere goloso" (Ed. Ponte alle Grazie), scritto a quattro mani con Cristina Bay, il primo premio nella sua sezione tematica alla XVI edizione del Premio Grinzane Giardini Botanici Hanbury. Dedicato agli appassionati di coltura di ortaggi, frutti ed erbe aromatiche, il volume riporta le tecniche di coltivazione (in vaso o nell’orto), raccolta e conservazione, delle materie prime per il proprio consumo e piacere personale. Gottardo Bonacini, architetto di giardini e appassionato di cucina, vive tra la laguna veneta e la campagna reggiana.

Iniziamo oggi una nuova puntata di "Folli giardinieri" e ci siamo spostati a Bagno, vicino a Reggio Emilia, in pianura padana, alle falde delle colline di Scandiano. Siamo a "Villa Bagno" nel giardino di Gottardo Bonacini.
Buongiorno, Gottardo Bonacini. Ci racconta innanzi tutto questo nome particolare, così evocativo. Perché si chiama "Villa Bagno"?

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MAURIZIO USAI, "LA PIETRA ROSSA" A SOLANAS (CAGLIARI)

 

 

ndr: Per la maggior parte dei soci una presentazione di Maurizio Usai è superflua, per i nuovi che non lo conoscono ancora, diciamo che è un giovane architetto paesaggista d'eccellenza, nonché consumato giardiniere (titolo di ancor maggior prestigio ai nostri occhi).
Socio onorario di Tra Fiori e Piante fin dalla nascita, non sua...: tessera n. 7.

 

 

 

 

 

Iniziamo oggi una nuova puntata di folli giardinieri. Mi sono spostato a Solanas in provincia di Cagliari,  in un giardino dal nome “La Pietra Rossa”. Forse bisogna chiamarlo “Il laboratorio dell’alchimista”,  come il suo creatore, Maurizio Usai.  Sono in uno dei posti più caldi, più pietrosi e assolati dell’isola. Prima di tutto  vorrei iniziare dalla storia di questo giardino.  Come nasce?

 

 

 
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LEO MINNITI e ITALO VACCA, "I CAMPI" A MILIS (ORISTANO)

ndr: Leo Minniti, 48 anni,  è un architetto del paesaggio e da più di un lustro  si è acclimatato  con successo all’ombra degli agrumeti storici impiantati dai frati camaldolesi nel XIII secolo. Italo Vacca, 43 anni, è uno che è partito dal paese, destinazione mondo,  per poi tornare a casa a Milis.
L’incontro fatale avviene all’Università di  Perugia, dove Leo, americano di Chicago, frequentava  la facoltà di italiano per stranieri, e Italo Vacca  la facoltà di lingue.

Maturano  l'idea di metter su un vivaio specializzato in Sardegna, I Campi,  e la pianta che cambia la loro vita è l’
hemerocallis, che negli USA vanta milioni di appassionati mentre in Italia era ancora un mercato di nicchia.
Da dodici anni curano la manifestazione PRIMAVERA IN GIARDINO, che si tiene a Milis, a Villa Pernis, appuntamento  seguito dai cultori della materia con religioso scrupolo, del genere mai-più-senza.

Un benvenuto ai nostri ascoltatori e un buongiorno da Maury Dattilo. Concludiamo questo ciclo di puntate di “Folli giardinieri” con due giardinieri. Siamo nella Sardegna centroccidentale, a Milis, in provincia di Oristano, una zona molto lussureggiante di questa Sardegna, e con me ci sono due persone speciali: Italo Vacca e Leo Minniti. Loro hanno creato quella che per me è una meraviglia di giardino in Sardegna, giardino e vivaio, “I Campi”. Buongiorno a Italo Vacca e a Leo Minniti.

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Cari amici, come già sapete, in contemporanea è uscito anche il libro, così a completamento dell'articolo, inserisco anche la recensione che ne ha fatto Guido Giubbini, nonché il link per poterlo acquistare.

Il bel libro di Maury Dattilo da poco uscito, Folli Giardinieri, mi offre l'occasione di riprendere l'argomento del difficile rapporto degli Italiani col giardino, a cui avevo dedicalo un articolo su uno dei primi numeri di Rosanova. Dalla maggior parte dei quindici ritratti di giardinieri italiani (tra cui il sottoscritto) che compongono il libro, emerge la realtà di un rapporto in qualche misura "folle" col proprio giardino. Ora, è naturale che il rapporto con il giardino non sia uguale in qualsiasi parte del mondo, ma io penso che il caso dell'Italia e, per antitesi, quello dell'Inghilterra, possano essere assunti come esempi estremi. Tutti gli altri casi mi sembrano in qualche misura intermedi tra questi due. Detto molto in sintesi, il rapporto dell'Inghilterra con il giardino mi sembra fisiologico, quello dell'Italia patologico. Che cosa intendo dire?
In Inghilterra il rapporto dell'individuo sociale con le sue svariate aggregazioni e rappresentanze storiche (famiglia, classi, associazioni, partiti, stato ecc.) può essere definito, se non proprio armonico, certo dialettico, tale cioè da comprendere in sé consenso e conflittualità, ma in un'ottica positiva o comunque costruttiva. In quest'ottica, occuparsi di giardino è un fatto insieme pratico e altamente simbolico: il giardino è la metafora di un laboratorio sociale, è un esperimento in vitro di "buon governo", di buona gestione degli interessi e dei conflitti individuali. In Inghilterra fanno giardinaggio tutti, il re, la regina, l'aristocratico, l'uomo di governo, il finanziere, la casalinga, l'operaio, l'impiegato: tutti fanno giardinaggio, e lo fanno con lo stesso spirito, che è prima di tutto quello di un buon rapporto con la natura e col territorio che ci è dato di abitare, e in secondo luogo di un buon rapporto con il prossimo. Insomma, occuparsi di giardino è un fatto fisiologico; e in quanto tale, non solo esteso a tutto il corpo sociale (cioè, come diremmo in Italia, "di massa"), ma concepito in partenza come nello stesso tempo privato e pubblico.
In Italia, al contrario, il rapporto tra l'individuo e la società, tra l'individuo e lo stato eccetera, è, in particolare dagli ultimi decenni, in piena crisi. L'individuo non si sente protetto da un patto certo, da vincoli condivisi di solidarietà: è malato di diffidenza e di sfiducia, quindi sofferente, insicuro, frustrato, spesso asociale o addirittura aggressivo. Questo si riflette anche nel rapporto col giardino. In primo luogo, almeno da quando è diventato di moda (cioè da venti o trent'anni) il giardino è diventato una forma di esibizione, uno status symbol come tanti altri: chi vuole averlo (per esibirlo) ovviamente non ha né la cultura, né la capacità, né la voglia di farselo, e quindi pensa che basti comperarlo, farselo fare a pagamento da un giardiniere, o un paesaggista o un architetto paesaggista. Ma questa è un'aberrazione di cui non vale neppure la pena di parlare, se non forse da un punto di vista della patologia sociale. Ci sono poi altri due aspetti più importanti del rapporto degli Italiani col giardino, questi inesorabilmente di minoranza e anch'essi, in qualche misura patologici, ma almeno sinceri. Il primo è l'aspetto "terapeutico" e il secondo è l'aspetto "eversivo". L'aspetto terapeutico, quello della fuga in un mondo privato, armonioso e appagante, che compensi delle delusioni del sociale e aiuti a guarire dalla depressione, l'abbiamo credo sperimentato tutti, e caratterizza la maggior porte dei miei conoscenti e amici giardinieri. Il secondo, spesso intrecciato al primo in proporzioni variabili, riguarda invece la volontà di contrapporre un modello alternativo a quello corrente (in questo senso l'ho definito "eversivo"): all'esibizione si contrappone la discrezione, all'accumulo lo spreco, al culto del denaro il disprezzo del denaro, all'utilità la bellezza, eccetera. Il primo vede il giardino come uno spazio da difendere gelosamente, una ridotta dell'esistenza, il secondo un avamposto da cui diffondere un messaggio alternativo, un esempio di vita più saggia e umana. In questo senso, come suggerisce l'autore, la follia del giardiniere si rivela come una forma di superiore saggezza. Mi rendo conto che queste mie considerazioni non sono la recensione di un libro, e che non ho parlato, come pure avrei dovuto, né della qualità della scrittura né della sensibilità e dell'intelligenza dell'autore. Ma credo che sia forse più importante sottolineare il nucleo profondo di verità su cui Maury Dattilo, con grazia e passione, ha sollevato per noi un velo.

Guido Giubbini

 
 
Dove comprare il libro in internet
www.amazon.it/FOLLI-GIARDINIERI-Pendragon-garden-Dattilo/dp/8883428455/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1313770748&sr=8-1