Se
ha subito dei tagli e delle potature importanti, un vecchio
fruttifero può mostrare dei segni di debolezza.
Numerosi parassiti si installano sotto le scorze, attirando
picchi e sitte che praticano buchi nelle cortecce. Le piaghe
mal cicatrizzate marciscono e se sono molto importanti
cominciano ad aprirsi grossi buchi. È impossibile
mascherarli con un semplice prodotto cicatrizzante o un
mastice. Fate come i nostri vecchi che non esitavano a
tapparli con una malta fatta di 1/3 di calce idraulica
e 2/3 di segatura di legno. Utilizzate della segatura non
trattata (di legna da ardere o di segheria). Fate una mescola
abbastanza spessa che potrete applicare con la cazzuola
e che dovrà prendere bene e aderire nelle piaghe
che saranno state grattate in precedenza fino al legno
sano. Per finire, lisciate la superficie esterna con un
grosso pennello bagnato, una tale riparazione tiene parecchi
anni. Poi, non esitate a rinnovare le vostre medicazioni
non appena mostrano dei segni di debolezza.
Il
problema. A seguito di una ferita, c'è il
rischio che nel legno si formi una cavità. Di
questo processo sono responsabili dei funghi lignivori
che decompongono appunto il legno. Nel tempo il marciume
interno può rendere fragile il ramo o il tronco,
che rischiano dunque di rompersi.
La soluzione. Siamo imbelli di fronte a questi
funghi che, una volta installati, non si possono più far
sloggiare. Pulire e drenare queste tasche parzialmente
riempite di acqua sono reazioni istintive da proscrivere.
La raschiatura e la pulizia rischiano di nuocere ai meccanismi
naturali di difesa dell'albero che tenta di compartimentare
queste zone degradate per frenare la loro espansione.
Peraltro, una cavità piena di acqua non aumenta
di dimensioni poiché i funghi non possono vivere
in ambiente sprovvisto di ossigeno.
Il meglio è di non fare niente... e soprattutto
di evitare di ferire gli alberi!