Il
Comitato di Piazza Libertà è stato costituito
non perché sia uno sport di moda fra i cittadini di
Trieste, ma perché ci troviamo ancora una volta davanti
ad una decisione presa dall'alto che comprometterebbe
seriamente l'immagine della "cartolina d'ingresso della
città", come il nostro Sindaco ama definire
Piazza Libertà.
Il progetto preliminare di riqualificazione della piazza, che è stato
approvato in Consiglio Comunale, non è molto gradito
a Dipiazza, visto che si è astenuto dal voto; ma il
balletto della politica gli ha imposto di farsi da parte
per non innescare uno scontro all'interno della maggioranza.
Il sindaco ci aveva ascoltato ed aveva trovato ragionevoli
le nostre perplessità rispetto al progetto. Vogliamo
esporle brevemente ai cittadini in modo da informarli
su quanto si sta deliberando, affinchè possano
opporsi tramite le firme che ci accingiamo a raccogliere
con una serie di banchetti.
L'intento principale del
progetto sta nello snellire il futuro traffico, previsto in
relazione all'apertura del Silos (troppa grazia e
lungimiranza stavolta, da parte del Comune che, d'altro
canto, non si accorge del degrado e della sporcizia che
stanno rovinando l'ultima riqualificazione della piazza): ma
le 7-8 corsie destinate alle macchine, previste nella
zona adiacente a via Ghega, servono solo ad accorpare in una
sorta di autostrada le comode direttrici che attualmente
ruotano attorno al giardino in senso unico. Inoltre la variante
in questione risulterebbe scollegata da un piano generale del
traffico, ancora da definirsi. Senza contare che questa
nuova operazione di "riqualificazione" è partita
alcuni anni fa (finanziamento statale concesso nel 2003) e
in tutto questo tempo il Comune non si è preoccupato
di informare adeguatamente i cittadini.
Il punto nodale
della questione è quindi la nuova piattaforma pedonale
di fronte alla stazione.
Ma a chi giova? Non ci risultano città in
cui il fronte-stazione sia stato pedonalizzato, ma proprio
perché di solito
si tratta di un'area a rischio viene invece dotato di fermate
di autobus e taxi, visto che i viaggiatori non pensano a portare
a spasso le valigie ma a trovare un mezzo di trasporto. Il
risultato di questa trasformazione della viabilità sarebbe
una drastica riduzione del giardino (con il taglio di un numero
imprecisato di alberi) stravolgendo l'impianto della piazza
storica. Anche la fruizione da parte dei cittadini della
parte alberata, decurtata di una decina di metri, sarebbe ulteriormente
scoraggiata dalla necessità di servirsi di un lungo
sottopassaggio.
Poiché il regolamento sul Verde
Pubblico autorizza l'abbattimento di alberi di grandi
dimensioni solo in casi di effettivo interesse
pubblico, chiediamo che ci venga dimostrata l'impellente
necessità di questo progetto. E che non si continui
ad offendere l'intelligenza dei cittadini paragonando
la funzione estetica e salutare di piante monumentali con una
pur nutrita batteria di scarni alberelli da impiantare lungo
i marciapiedi.
In conclusione, poiché non ravvisiamo alcuna "pubblica
utilità" a cui sacrificare gli alberi di cui parla
il progetto, chiediamo che, per una volta, si ascolti il parere
dei cittadini (abbiamo già 1500 firme a suffragarlo)
e non si proceda con la distruzione dell'ennesima piazza storica
in nome della "politica del fare".