PIAZZA LIBERTA': SI' AL PROGETTO CHE TAGLIA GLI ALBERI
in Consiglio dura opposizione del centrosinistra all'abbattimento delle piante mentre un comitato spontaneo di cittadini ha gia' raccolto piu' di mille firme
di Piero Rauber (Il Piccolo, 31 maggio 2008)

CONSIGLIO COMUNALE: Passa il progetto che taglia gli alberi di piazza Libertà.

TRIESTE. Non era la tradizionale maratona notturna sul bilancio. Quella che i «rappresentanti del popolo» triestino sanno bene di dover ingoiare, come fosse un sorso di novalgina, una volta l'anno. Ciononostante la seduta del Consiglio comunale di giovedì sera è diventata un duello senza fine tra la maggioranza di centrodestra, che alla resa dei conti ha fatto valere la legge dei numeri, e l'opposizione di centrosinistra, protagonista di una raffica d'interventi tra le più lunghe che si ricordino negli anni Duemila. Ci sono volute infatti cinque ore filate, dalle 19.45 all'1.45 del mattino, per chiudere la partita del progetto preliminare di riqualificazione di piazza Libertà, destinato a rivoluzionare entro il primo semestre del 2010 la viabilità e gli spazi pedonali davanti alla stazione e alla Sala Tripcovich.
Roberto Dipiazza
LA PROTESTA
II dibattito, su quella che si può ormai ribattezzare come «l'opera della discordia», è stato seguito in aula da una rappresentanza di associazioni ambientaliste le quali, sotto il cappello di un neonato comitato spontaneo per la difesa di piazza Libertà che tocca anche le corde del Gruppo Beppe Grillo e dell'Italia dei Valori, hanno accompagnato con qualche timido ululato le parole dei sostenitori del progetto e con qualche applauso altrettanto discreto gli strali che venivano dai banchi dell'opposizione. Ma quando il documento è stato approvato - con 21 sì e 15 no, assenti il sindaco, il presidente del Consiglio Sergio Pacor e il capogruppo della Lista Dipiazza Maurizio Ferrara, ex assessore all'ambiente nonché promotore dell'attuale regolamento sul Verde pubblico - gli stoici superstiti del comitato rimasti fino a notte fonda hanno lasciato piazza Unità con la delusione di chi se l'aspettava.

 

LA PETIZIONE
Eppure il comitato aveva tentato di giocare la carta della sorpresa, presentandosi in aula fin dall'inizio pomeridiano dei lavori. Tra loro una signora cercava con gli occhi l'assessore ai Lavori pubblici Franco Bandelli per consegnarli un pacchetto infiocchettato contenente una ramazza e una saponetta. A corredo un foglio, con su scritto «Piuttosto che riqualificare pulire». Altri sventolavano un robusto plico con 1073 firme, raccolte in 24 ore c
ontro il progetto che prevede il sacrificio di una decina di metri del giardino di Sissi sul lato di via Ghega e con esso di un numero non ancora definito - Bandelli assicura che alla fine saranno solo cinque esemplari che peraltro si tenterà di espiantare e ripiantumare - di alberi ad alto fusto.


IL RETROSCENA
Sette delegati del comitato, a quel punto, sono stati ricevuti in privato da Roberto Dipiazza. Quando il sindaco è tornato in Consiglio i «rumours» davano per possibile un rinvio della discussione. Il primo cittadino ha confabulato con Bandelli, la cui smorfia di disappunto era facilmente leggibile a distanza. E mentre l'assessore replicava, Dipiazza continuava a girare e rigirare la cartina con il progetto. Poi il sindaco si è rituffato con quella cartina in mezzo al pubblico che lo tempestava di domande. Sorriso rassicurante. Calma olimpica. E stato il segnale che il dibattito sarebbe cominciato.

LA DIFESA
« Si tratta di un progetto preliminare, non è un dogma», ha esordito Bandelli. Il quale ha aggiunto: «Esiste una sentenza senza appello, la viabilità di quella zona (che il documento toglie dal fronte stazione concentrandolo sul lato di via Ghega e su una «esse» di rientro verso il Silos, ndr) fra due anni è destinata al collasso con l'apertura del Silos e dei lavori in Porto Vecchio. Pianteremo 52 alberi nuovi e allargheremo gli spazi pedonali di 2500 metri quadrati». E poi, ha rimarcato l'assessore, c'è il nodo contributi: tre milioni e 800 mila euro, di Ministero e Regione, da rendicontare entro fine 2009.

GLI ATTACCHI
«Se un progetto è brutto e non è utile a migliorare il contesto viario e urbano - ha incalzato il capogruppo del Pd Fabio Omero, il più battagliero con il collega di partito Alessandro Minisini e Roberto Decarli dei Cittadini - non è che dobbiamo approvarlo lo stesso solo perché altrimenti non riceviamo i soldi. Sono comunque soldi pubblici, dei cittadini, che possono essere impiegati meglio: ricordo che la legge del 2001 in base alla quale è stato presentato questo progetto parlava di piani per dotazioni infrastrutturali per quartieri degradati sotto il profilo sociale e occupazionale. Qui non c'è niente di tutto questo, c'è solo una rivoluzione viaria che non sta in piedi perché fa leva su collegamenti con aree di punto franco temporaneamente sospeso». «Pago una bottiglia di Dom Perignon per ogni albero secolare che una volta espiantato sarà reimpiantato e sopravviverà», ha ironizzzato il medico-rifondatore Marino Andolina.

LE MODIFICHE
La delibera è passata con due «virgole» bipartisan, entrambe fatte proprie dalla giunta: l'emendamento di Emiliano Edera della Lista Rovis, che contempla nelle nuove aree pedonali un percorso per non vedenti e ipovendenti, e l'ordine del giorno di Bruna Tam del Pd, che traccia per il prosieguo del progetto un iter di «partecipazione allargata ad associazioni e comitati».

IL COMITATO
La partita comunque non è affatto finita. Ieri pomeriggio alcuni rappresentanti del comitato spontaneo di piazza Libertà hanno consegnato al Piccolo un documento in cui si dicono pronti a «promuovere tutte le azioni anche legali finalizzate ad ottenere una sostanziale revisione del progetto». Per il comitato il documento preliminare è stato di fatto «occultato alla cittadinanza»: le contestazioni principali riguardano « la leggerezza per la quale si considera l'abbattimento di alberi secolari come una necessità tecnica», « l'infondatezza del progetto in merito all'incerto utilizzo della bretella viaria soggetta a vincoli portuali» e « l'aumento di semafori e corsie».


 

Piazza Libertà vista dall'alto