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Una veduta dall'alto
di piazza Libertà; è
una delle immagini presentate dal Comitato per illustrare
il progetto alternativo di riqualificazione dell'area
redatto dall' ingegnere Gianvito Laterza
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La
riqualificazione di piazza Libertà potrebbe avvenire,
facilitando i flussi pedonali ma anche mantenendone la struttura
storica, con l'allargamento del marciapiede prospiciente
la Stazione centrale e il corrispondente spostamento delle
corsie di marcia fino al bordo del giardino, previa
eliminazione delle due corsie di sosta dei bus.
La
proposta, elaborata dall'ing. Gianvito Laterza, è stata
illustrata ieri nell'incontro in cui il Comitato
per la salvaguardia degli alberi, il WWF e Italia Nostra
hanno spiegato le osservazioni al progetto per la riqualificazione
della piazza, consegnate di recente al Comune.
Secondo
l'ing. Laterza, la direttrice verso Corso Cavour e quella
verso viale Miramare non richiederebbero modifiche.
Non sarebbe poi necessario abbattere alcun albero, la
larghezza delle corsie attorno alla piazza risulterebbe
equilibrata evitando l'effetto autostrada, e ancora i
veicoli provenienti dalle Rive farebbero, come adesso,
un semplice percorso per ritornare indietro.
I fondi risparmiati semplificando l'intervento potrebbero
essere usati, sempre secondo l'ing. Laterza, per realizzare
un ingresso al sottopasso interno alla stazione (dotato
di scale mobili o ascensore), e un altro sottopasso, collegato
a quello esistente, con ingresso all'angolo di via Cellini.
In
merito alle osservazioni presentate al Comune, la portavoce
del Comitato per la difesa degli alberi,
Ilaria Ericani, ha rilevato che «sono rimaste
disattese le previsioni del decreto sui programmi in ambito
urbano, cioè la
promozione e la partecipazione degli abitanti alla definizione
degli obiettivi e la partecipazione all'investimento dei
privati.
Non sono state inoltre effettuate - ha aggiunto - valutazioni
dell'impatto ambientale del progetto, previste dalle
direttive europee, in relazione alla qualità dell'aria
e al livello del rumore, e non si è tenuto conto
degli sviluppi futuri del traffico».
Critiche alle procedure seguite dal Comune sono state espresse
dalla presidente di Italia Nostra, Giulia Giacomich: «Per
la formazione della variante al piano regolatore - ha sottolineato
- il Comune si è richiamato alla legge regionale 52,
abrogata da tempo. La variante quindi va rifatta. La variante
stessa e il progetto preliminare - ha proseguito - si
richiamano a un programma nazionale per interventi
in quartieri degradati, ma il progetto non persegue
le finalità di tale programma. Inoltre non si tiene
conto del valore storico-culturale della piazza e
del giardino, legato alla stazione e al porto che hanno
segnato lo sviluppo della città».
«Il progetto è tutto uno sviamento - ha rimarcato Lia
Brautti (WWF) - dalle leggi statale e regionale e anche
dal regolamento del verde pubblico, che permette l'abbattimento
di alberi in casi di pubblica necessità. La prevista
viabilità disattende poi i principi della rotatoria
e dei sensi unici, che ci sono già, e non risolve
le difficoltà di collegamento fra la stazione feroviaria
e quelle delle autocorriere».