Recenti
numeri del Piccolo hanno dato notizia dei progetti di modifica
alla viabilità in piazza Libertà i quali progetti comporterebbero l’abbattimento
di almeno una
dozzina dei centenari alberi del giardino antistante la stazione
ferroviaria: non
posso che esprimere il mio più completo dissenso su
tali proposte: il giardino in
questione è uno dei pochi ancora esistenti, in buone
condizioni, che abbia
conservato la simmetria e gli alberi voluti dai nostri nonni;
ed è stato non molti
anni fa ben riqualificato dopo il lungo periodo delle «baracche»:
si vuol adesso
distruggere tutto, accampando i soliti pretesti del traffico?
È
mai possibile che qualunque progetto di modifiche alla viabilità debba
subito
tradursi in una strage di alberi? Basti pensare ai disastri
fatti in Campo San
Giacomo, abbattendo alberi secolari – e credo bastava
poco per salvarli – in viale
Campi Elisi, davanti alla Pam, distruggendo metà di
uno splendido filare alberato
per farci un distributore di carburanti – e ve ne è uno
a cento metri e un altro
poco più in là, in via D’Alviano – in
piazza Vittorio Veneto, per realizzare un
autentico squallore, in Riva Grumula, dove si son fatte, al
posto di annosi alberi,
alcune aiuole insieme con 7 palme 7 – cosa ci stanno
a fare? – anziché piantare
almeno nuovi alberi, e adesso a Barcola, per fare l’ennesimo
distributore di
carburante, con altro abbattimento di alberi secolari?
Sono certo che si possono risolvere i problemi di viabilità in
altro modo: posso
osservare che si può eliminare il marciapiede – parecchio
largo – lungo il giardino
di fronte ai n. 2 e 3 della piazza, portando gli alberi esistenti
al limite della
carreggiata e ricavando un marciapiede internamente al giardino,
fra gli alberi.
Si può buttar giù un grattacielo in una settimana,
costruirlo in sei mesi, ma prima
che un albero diventi un bell’albero frondoso ci vuole
il tempo che la natura ha
decretato: e tutta la tecnologia d’oggi non potrà accelerare
le cose d’un sol
giorno!