«II
giardino di piazza Libertà è sorto
contemporaneamente ai palazzi che lo circondano e quindi è parte
integrante dello spazio urbano della città,
e su questo la Soprintendenza dovrebbe avere qualcosa
da dire, inoltre essa non può essere brutalmente
separata dall'abitato del borgo Teresiano, diventando solo
un poco utile accessorio della stazione».
Lo afferma
la Uil pensionati del Carso in una nota a firma di Zoltan Kornfeind
e Lucio Vilevich i quali soprattutto richiamano l'amministrazione
comunale a rispettare «la presenza armonica
e confortante degli alberi la cui conservazione e tutela è non
solo un segno di «moderna» ecologia ma un principio
religioso più volte affermato».
I firmatari citano l'Antico Testamento, la Torà e
il Talmud, affermando che a quest'ultimo concetto si è ispirata
proprio la delibera comunale, purtroppo non messa
in esecuzione, di piantare un albero per ogni
nuovo nato».
Pur rispettando «l'impegno del Comune per facilitare
il traffico nella zona della stazione e del porto» la
Uil del Carso si appella direttamente al Municipio: «Veda
di attingere alle risorse di cultura e di competenza
che certo sono presenti sia fra gli assessori che tra i funzionari
e i tecnici per redigere un nuovo piano che rispetti la storia
e il diritto dei cittadini ad avere una piazza più,
e non meno vivibile, e non privilegi solo le necessità di
un traffico per ora solamente ipotizzato».