Una protesta e un appello: in riferimento a quanto appreso
in due successivi
momenti da «Il Piccolo» (l’ultimo il 2
dicembre) esprimiamo non solo il nostro
dissenso, ma molte perplessità. Il dissenso riguarda
l’abbattimento di 12 (!) o
forse 7 alberi secolari in piazza Libertà: forse si
può sostenere che a Trieste c’è
troppo verde, ci sono troppi alberi, dopo quelli già sacrificati?
Ed eliminarli proprio in quella piazza ch’è il
primo impatto per chi arriva in città con
il treno o dalla strada Costiera, rappresenterebbe indubbiamente
offrire una
visuale impoverita, se non squallida.
Ci
si rallegrava dopo l’eliminazione di
baracche e la pulizia operata nel giardino. Ora si parla di
3500 m di area
pedonale: sì, ma tra autobus e ben 7 corsie per le automobili.
E da ciò le nostre
perplessità. Fino ad ora non abbiamo mai riscontrato
ingorghi o blocchi stradali.
Inoltre si legge che la risistemazione delle fermate dei
bus «in
gran parte
redistribuiti tutt’attorno alla Sala Tripcovich» comporterà un
aumento dei costi di
oltre 100.000 euro in più. L’accanimento contro
la Sala Tripcovich – con la
migliore acustica – è chiaro quanto inspiegabile,
sala miracolosamente e
insolitamente realizzata in pochissimo tempo. Ma questo sarebbe
un altro
discorso. Condividiamo in pieno le preoccupazioni, ma anche
le proposte espresse
nell’esauriente segnalazione «Riqualificare piazza
Libertà» firmata dal sig. Antonio
Peinkhofer e da altre 22 persone. Siamo decisamente d’accordo
con quanto detto
nella successiva segnalazione, molto equilibrata, del 9 dicembre
u.s. a firma di
Giuliana Giuliani Cesarò. E un’ultima
cosa: non si ricorra alla sfruttata motivazione
che gli alberi secolari sono malati, perché: a) non
se n’è parlato affatto; b) se così fosse, avrebbero dovuto esser curati; c) possono ancora esser
curati.