Faccio
seguito alla bella segnalazione della signora Giuliani di
domenica 9
dicembre per rimarcare la gravità di quanto già deciso.
In piazza della Libertà gli
alberi secolari sono in tutto 34 (più 4 relativamente
giovani) e abbatterne anche
soltanto uno sarebbe troppo per questa città che piante
di quella portata ne ha
ben poche: Trieste è ricca di acqua nel sottosuolo e
solo alberi del genere possono
raccoglierla evitando che faccia più danni di quanto
già non sta facendo. Non sono
bastati i platani di Campo S. Giacomo, quelli di piazza tra
i Rivi a Roiano
(abbattuti proprio con la scusa che erano malati quando in
realtà i tronchi non
presentavano alcun segno di cedimento), quello di Campo Marzio
sostituito da
misere palme? Non si è contrari a sacrosanti miglioramenti
di viabilità o a
innovazioni, bensì alla superficialità, all’arroganza,
alla vanità e soprattutto
all’ipocrisia con cui:
1)
si pensa che abbattere alberi secolari non faccia del male
a nessuno;
2)
si decide di cose che non sono di proprietà di
chi se ne occupa ma
della collettività;
3)
si crede di sostituire la bellezza della natura con quella
(?!)
del cemento;
4)
si mostra al cittadino l’opera finita
come simbolo di arte e
raffinatezza!
Per favore, che il Comune studi un’alternativa, in fin
dei conti non parliamo di
rigassificatori, di Ferriera o di antenne telefoniche, ma «soltanto» di
7 alberi;
almeno qui fateci vedere il progresso sostenibile.