UN ERRORE ABBATTERE ALBERI SECOLARI
di Chiara Cattaruzza (Il Piccolo, 27 dicembre 2007)

Faccio seguito alla bella segnalazione della signora Giuliani di domenica 9 dicembre per rimarcare la gravità di quanto già deciso. In piazza della Libertà gli alberi secolari sono in tutto 34 (più 4 relativamente giovani) e abbatterne anche soltanto uno sarebbe troppo per questa città che piante di quella portata ne ha ben poche: Trieste è ricca di acqua nel sottosuolo e solo alberi del genere possono raccoglierla evitando che faccia più danni di quanto già non sta facendo. Non sono bastati i platani di Campo S. Giacomo, quelli di piazza tra i Rivi a Roiano (abbattuti proprio con la scusa che erano malati quando in realtà i tronchi non presentavano alcun segno di cedimento), quello di Campo Marzio sostituito da misere palme? Non si è contrari a sacrosanti miglioramenti di viabilità o a innovazioni, bensì alla superficialità, all’arroganza, alla vanità e soprattutto all’ipocrisia con cui:

1) si pensa che abbattere alberi secolari non faccia del male a nessuno;

2) si decide di cose che non sono di proprietà di chi se ne occupa ma della collettività;

3) si crede di sostituire la bellezza della natura con quella (?!) del cemento;

4) si mostra al cittadino l’opera finita come simbolo di arte e raffinatezza!


Per favore, che il Comune studi un’alternativa, in fin dei conti non parliamo di rigassificatori, di Ferriera o di antenne telefoniche, ma «soltanto» di 7 alberi; almeno qui fateci vedere il progresso sostenibile.