PIAZZA LIBERTA': PROGETTO DA CONOSCERE

di Sergio Bisiani - segretario regionale Fvg - Ambiente e è Vita

(Il Piccolo,
25 agosto 2008)

 

Alla riunione di fine luglio si fossero lasciati parlare i progettisti, i professionisti e i tecnici del Comune che erano là per illustrare i contenuti del progetto di riqualificazione di piazza della Libertà, senza interromperli con domande che sembravano mettere in dubbio la loro competenza professionale, la riunione sarebbe risultata utile a far capire a tutti, esclusi quelli che non vogliono capire, che gli alberi a rischio abbattimento sono solo nove, numero che potrebbe ridursi a cinque se avrà buon esito, e adeguata copertura di spesa, il trasferimento di quattro essenze ad alto fusto in altra area verde della stessa piazza.

Nei giorni scorsi non si è mai sentito dire dagli esponenti del Comitato che al posto degli alberi abbattuti ne verranno piantati altri cinquanta. Allora cosa è stato raccontato alla gente chiedendo di Firmare la petizione? Quanti poi hanno risposto al referendum del quotidiano locale per sentito dire, senza conoscere il progetto?

Paventando un abbattimento indiscriminato di alberi, punto e basta è stata carpita la buona fede dei cittadini e nell'essere sempre "contro" emerge la logica perversa che permea ideologicamente larga parte della galassia ambientalista.
Logica che provoca all'ambiente più danni di quanti si dica di voler impedire rendendo l'ambientalismo inviso per i limiti, i lacci, i laccioli e i divieti che impone sul territorio e allo sviluppo.

L'invocata collaborazione fattiva vuol dire mettere in campo tutto l'impegno intellettuale e progettuale possibile per offrire una soluzione alternativa a quella che si contesta, purché capace di raggiungere gli stessi obiettivi, il resto è tempo perso! E in quella riunione ne abbiamo perso tutti di tempo che da professionisti, casalinghe o pensionati avremmo potuto dedicare a miglior causa di quella per cui si dice demagogicamente no alla riqualificazione di una piazza che storicamente non è quella che chi chiede firme vorrebbe conservare com'è, cioè ridotta ad aiuola spartitraffico, ma quella di Fine '800, coeva della realizzazione della Stazione, cui il progetto contestato si rifà in un'attenta rivisitazione architettonica e urbanistica.