Mentre,
cito Ezio Godoli, "il lascito sicuramente
peggiore del periodo fascista è costituito dalla
grave manomissione di alcuni ambienti di rilevante interesse
storico e dalla mediocre qualità degli spazi urbani
deputati a rappresentare il rinnovamento architettonico della
città voluto dal regime.
In essi anche gli episodi formalmente
emergenti vengono riassorbiti e annullati in contesti
che esibiscono come carattere dominante l'assenza di qualsiasi
nozione di architettura della città." potrei concludere
qui, trovando una preoccupante simmetria tra la necessità dell'amministrazione
comunale di offrire ai visitatori la migliore immagine
della città con l'intervento su piazza della Libertà e
la retorica che animò l'urbanistica del ventennio.
Ma avendo votato contro al progetto di piazza della Libertà mi
preme rispondere all'accusa di esser partito da preconcetti
o da ragionamenti di pura convenienza politica".
Sono partito invece da una domanda: esiste una ragione
per un intervento a suo modo così radicale sull'attuale
impianto della viabilità e allo stesso tempo per
nulla risolutivo del problema del traffico, che nel
futuro prossimo inciderà ancora maggiormente sull'
area di piazza della Libertà?
Il nodo - stazione FFSS, nuova stazione autocorriere, capolinea
dei bus pubblici, stazione per traghetti veloci del molo IV,
3.300 nuovi parcheggi, centro commerciale e albergo al
Silos, centro direzionale di Greensisam e altri magazzini
recuperati in Porto vecchio - non sarà solo la
porta di ingresso nord di Trieste, ma diventerà attrattore
di traffico proprio per le funzioni già previste oggi
e per quelle ipotizzate con la trasformazione del Porto vecchio
in area urbana.
Il
Servizio mobilità e traffico
del Comune ha sostenuto infatti che "è estremamente
difficile che il nuovo assetto viario della piazza possa
sostenere ulteriori carichi veicolari oltre a quelli preventivati,
per cui in caso di nuovi insediamenti e/o maggior sviluppo
di attività in Porto vecchio i relativi flussi di traffico
indotti non potrebbero essere smaltiti, con le ovvie conseguenze
del caso". Per concludere che "appaiono quanto
mai necessarie nuove connessioni viarie tra il Porto e
la città in modo da evitare in futuro una paralisi
del nodo strategico di piazza della Libertà".
Cosa oggi negata dal Piano particolareggiato del Porto vecchio
che ha cancellato ogni ipotesi di viabilità cittadina
interna.
È evidente allora che la riqualificazione della piazza,
cosi come concepita, prevede soluzioni temporanee, molto
di immagine, che non incidono assolutamente sul traffico.
L'assenza poi del Piano del traffico urbano ha reso la soluzione
proposta ancora più problematica. Perché all'interno
di un piano non ci dovrebbe essere solo l'inversione di marcia
di una via o la pedonalizzazione di un'area, quanto
una programmazione seria di interventi strutturali complessi,
su cui poi cercare i finanziamenti. Noi ci siamo trovati
nella situazione rovesciata: visto che ci sono i soldi
decidiamo come spenderli.
C'era poi la questione degli alberi. Mi sono chiesto se l'abbattimento
di un numero imprecisato di alberi fosse sufficiente
perché un partito che si candida a governare dicesse
no alla delibera. Da sottolineare che il Servizio
Verde pubblico del Comune ha espresso per tre volte parere
negativo alla delibera. Alla quarta volta
ha dovuto ammettere obtorto collo che la viabilità proposta riveste interesse
pubblico per la collettività. Ho provato allora
a pensare solo per un momento che il progetto fosse perfetto.
E' giustificato in questo caso l'abbattimento degli alberi?
La risposta è sì, ma solo se il programma prevedesse
"il recupero della parte occidentale del centro storico
attraverso opere di riqualificazione a scala urbana
(come l'annessione del porto storico alla città e
l'insediamento di grandi e qualificati servizi pubblici) e
di recupero della residenzialità. Obiettivi strategici:
il rafforzamento della centralità del centro storico,
la realizzazione di un adeguato sistema di accessibilità,
l'insediamento di servizi qualificati, il sostegno al
recupero, assieme al miglioramento dell'area portuale
della città vecchia di Genova, in modo da renderla più vivibile
per i residenti e più interessante e attraente per i
turisti. Obiettivo primario del Programma è i quindi
l'integrazione tra il centro storico e il porto antico".
Non ho sbagliato: è infatti il programma di Genova
sulla stessa legge, non di Trieste.