PIAZZA LIBERTA': TRIESTE E LE TRACCE DEL REGIME

di Fabio Omero (Il Piccolo, 22 agosto 2008)



Mentre, cito Ezio Godoli, "il lascito sicuramente peggiore del periodo fascista è costituito dalla grave manomissione di alcuni ambienti di rilevante interesse storico e dalla mediocre qualità degli spazi urbani deputati a rappresentare il rinnovamento architettonico della città voluto dal regime. In essi anche gli episodi formalmente emergenti vengono riassorbiti e annullati in contesti che esibiscono come carattere dominante l'assenza di qualsiasi nozione di architettura della città." potrei concludere qui, trovando una preoccupante simmetria tra la necessità dell'amministrazione comunale di offrire ai visitatori la migliore immagine della città con l'intervento su piazza della Libertà e la retorica che animò l'urbanistica del ventennio. Ma avendo votato contro al progetto di piazza della Libertà mi preme rispondere all'accusa di esser partito da preconcetti o da ragionamenti di pura convenienza politica".

Sono partito invece da una domanda: esiste una ragione per un intervento a suo modo così radicale sull'attuale impianto della viabilità e allo stesso tempo per nulla risolutivo del problema del traffico, che nel futuro prossimo inciderà ancora maggiormente sull' area di piazza della Libertà?

Il nodo - stazione FFSS, nuova stazione autocorriere, capolinea dei bus pubblici, stazione per traghetti veloci del molo IV, 3.300 nuovi parcheggi, centro commerciale e albergo al Silos, centro direzionale di Greensisam e altri magazzini recuperati in Porto vecchio - non sarà solo la porta di ingresso nord di Trieste, ma diventerà attrattore di traffico proprio per le funzioni già previste oggi e per quelle ipotizzate con la trasformazione del Porto vecchio in area urbana.

Il Servizio mobilità e traffico del Comune ha sostenuto infatti che "è estremamente difficile che il nuovo assetto viario della piazza possa sostenere ulteriori carichi veicolari oltre a quelli preventivati, per cui in caso di nuovi insediamenti e/o maggior sviluppo di attività in Porto vecchio i relativi flussi di traffico indotti non potrebbero essere smaltiti, con le ovvie conseguenze del caso". Per concludere che "appaiono quanto mai necessarie nuove connessioni viarie tra il Porto e la città in modo da evitare in futuro una paralisi del nodo strategico di piazza della Libertà". Cosa oggi negata dal Piano particolareggiato del Porto vecchio che ha cancellato ogni ipotesi di viabilità cittadina interna.

È evidente allora che la riqualificazione della piazza, cosi come concepita, prevede soluzioni temporanee, molto di immagine, che non incidono assolutamente sul traffico.
L'assenza poi del Piano del traffico urbano ha reso la soluzione proposta ancora più problematica. Perché all'interno di un piano non ci dovrebbe essere solo l'inversione di marcia di una via o la pedonalizzazione di un'area, quanto una programmazione seria di interventi strutturali complessi, su cui poi cercare i finanziamenti. Noi ci siamo trovati nella situazione rovesciata: visto che ci sono i soldi decidiamo come spenderli.

C'era poi la questione degli alberi. Mi sono chiesto se l'abbattimento di un numero imprecisato di alberi fosse sufficiente perché un partito che si candida a governare dicesse no alla delibera. Da sottolineare che il Servizio Verde pubblico del Comune ha espresso per tre volte parere negativo alla delibera. Alla quarta volta ha dovuto ammettere obtorto collo che la viabilità proposta riveste interesse pubblico per la collettività. Ho provato allora a pensare solo per un momento che il progetto fosse perfetto. E' giustificato in questo caso l'abbattimento degli alberi? La risposta è sì, ma solo se il programma prevedesse "il recupero della parte occidentale del centro storico attraverso opere di riqualificazione a scala urbana (come l'annessione del porto storico alla città e l'insediamento di grandi e qualificati servizi pubblici) e di recupero della residenzialità. Obiettivi strategici: il rafforzamento della centralità del centro storico, la realizzazione di un adeguato sistema di accessibilità, l'insediamento di servizi qualificati, il sostegno al recupero, assieme al miglioramento dell'area portuale della città vecchia di Genova, in modo da renderla più vivibile per i residenti e più interessante e attraente per i turisti. Obiettivo primario del Programma è i quindi l'integrazione tra il centro storico e il porto antico".
Non ho sbagliato: è infatti il programma di Genova sulla stessa legge, non di Trieste.