PIAZZA LIBERTA'

di Mariangela Barbiero (Il Piccolo,
18 ottobre 2008)



Venerdì 3 ottobre partecipavo all'assemblea pubblica indetta dall'Associazione per la difesa di Opicina su "Quale futuro per Opicina".

L'ing. Sasco, responsabile del Comune per la commissione urbanistica e ambiente, e un'architetta appartenente a "Ingegneria senza frontiere", hanno fatto una larga introduzione in cui spiegavano, ognuno per la sua parte, cosa si deve fare affinché una città e/o un borgo conservino la loro identità e come in qualunque intervento debba essere coinvolta la popolazione, come è stato fatto da Ingegneria senza frontiere a Quito, in Ecuador, per esempio.
Siamo stati anche intrattenuti sul valore di un fantasma qual è l'Agenda 21...

Ho chiesto tre cose a Sasco:

1) come può essere che vada avanti, con il suo voto, un progetto che rinnega tutti i valori da lui enunciati con passione;

2) come mai, quanto a partecipazione, il signor sindaco dice che si fa un baffo delle diecimila firme raccolte contro la "dequalificazione" di piazza Libertà;

3) come mai il progetto sia stato reso "materialmente visibile" alla cittadinanza solo dopo la firma della delibera, il 29 maggio 2008 (quando se ne parlava già da prima di Natale).


Mi ha risposto che è colpa di Boniciolli che ha negato la bretella... Si può rinunciare a tutto ciò in cui si crede per una bretella?

Speriamo che "Ingegneria senza frontiere", oltre che della città di Quito in Ecuador, si occupi anche di Trieste in Italia.