Venerdì 3
ottobre partecipavo all'assemblea pubblica indetta dall'Associazione
per la difesa di Opicina su "Quale
futuro per Opicina".
L'ing. Sasco, responsabile del Comune per la commissione
urbanistica e ambiente, e un'architetta appartenente a "Ingegneria
senza frontiere", hanno fatto una larga introduzione in
cui spiegavano, ognuno per la sua parte, cosa si deve
fare affinché una città e/o un borgo conservino
la loro identità e come in qualunque intervento debba
essere coinvolta la popolazione, come è stato fatto
da Ingegneria senza frontiere a Quito, in Ecuador, per
esempio.
Siamo stati anche intrattenuti sul valore di un fantasma qual è l'Agenda
21...
Ho
chiesto tre cose a Sasco:
1)
come può essere che vada
avanti, con il suo voto, un progetto che rinnega tutti i
valori da lui enunciati con passione;
2) come mai, quanto a partecipazione, il signor sindaco dice
che si fa un baffo delle diecimila firme raccolte contro
la "dequalificazione" di
piazza Libertà;
3) come mai il progetto sia stato
reso "materialmente visibile" alla cittadinanza
solo dopo la firma della delibera, il 29 maggio 2008 (quando
se ne parlava già da prima di Natale).
Mi ha risposto che è colpa di Boniciolli che ha negato
la bretella... Si può rinunciare a tutto ciò in
cui si crede per una bretella?
Speriamo che "Ingegneria
senza frontiere", oltre che della città di Quito
in Ecuador, si occupi anche di Trieste in Italia.