WWF e Italia Nostra: i Beni culturali
preservino la morfologia dell'area
Italia
Nostra e WWF si rivolgono al ministero dei Beni culturali
affinché rigetti il progetto di riqualificazione
di piazza della Libertà. Con una lettera a firma
dei due responsabili Giulia Giacomich e Carlo Della
Bella indirizzata al direttore regionale per i Beni culturali
e paesaggistici e al soprintendente, le due associazioni
sollecitano il ministero a intervenire «per preservare
la configurazione storica e paesaggistica».
Si tratta, rilevano le due associazioni,
di un'area sottoposta a tutela sia paesaggistica che storico-culturale,
trattandosi di uno spazio urbano di notevole interesse
storico e di alto valore ambientale per la presenza di
numerose alberature secolari. Uno spazio che «senza
sostanziali alterazioni si è preservato da più di
50 anni e che nella parte più antica, antistante
la stazione, risale al 1878».
Italia Nostra e WWF sottolineano come il progetto
del Comune preveda «uno stravolgimento delle caratteristiche
storiche, morfologiche e ambientali della piazza, e un inutile
sacrificio di molte delle alberature
esistenti, motivato solo da inesistenti esigenze di snellimento
del traffico automobilistico».
I due sodalizi precisano ancora che il piano di «trasformazione
rilevante della morfologia della piazza» non tiene
conto dei vincoli esistenti, cioè quello paesaggistico
e culturale. Il vincolo paesaggistico «riguarda
l'area della piazza storica davanti alla stazione fino alle
facciate degli edifici circostanti. II giardino fu piantato
nel 1878, come si vede anche in una stampa del 1879, in cui
la conformazione delle aiuole è quasi uguale a
quella attuale».
L'altra parte della piazza, tra palazzo Panfili e il Silos, «la
cui sistemazione con giardino risale al primo Novecento,
ha subito diverse trasformazioni, come la costruzione
nel 1935 dell'autorimessa del Nordio, oggi tutelata,
ma la sua ultima configurazione con la mensa comunale,
poi abbattuta, ha più di 50 anni e a nostro parere
- ribadiscono le associazioni - è anch'essa soggetta
a vincolo culturale».
«Riteniamo che la trasformazione
del giardino davanti alla stazione e davanti al Silos,
con la creazione di tratti di strada a sette ed otto
corsie, non rispetti l'immagine a cui la città è legata
e che il taglio degli alberi sia un danno ambientale rilevante».