Le due associazioni si appellano alla soprintendenza

PIAZZA LIBERTA': IL MINISTERO DICA NO

(Il Piccolo, 18 luglio 2008, Trieste Cronaca)

WWF e Italia Nostra: i Beni culturali preservino la morfologia dell'area

Italia Nostra e WWF si rivolgono al ministero dei Beni culturali affinché rigetti il progetto di riqualificazione di piazza della Libertà. Con una lettera a firma dei due responsabili Giulia Giacomich e Carlo Della Bella indirizzata al direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici e al soprintendente, le due associazioni sollecitano il ministero a intervenire «per preservare la configurazione storica e paesaggistica».

Si tratta, rilevano le due associazioni, di un'area sottoposta a tutela sia paesaggistica che storico-culturale, trattandosi di uno spazio urbano di notevole interesse storico e di alto valore ambientale per la presenza di numerose alberature secolari. Uno spazio che «senza sostanziali alterazioni si è preservato da più di 50 anni e che nella parte più antica, antistante la stazione, risale al 1878».
Italia Nostra e WWF sottolineano come il progetto del Comune preveda «uno stravolgimento delle caratteristiche storiche, morfologiche e ambientali della piazza, e un inutile sacrificio di molte delle alberature esistenti, motivato solo da inesistenti esigenze di snellimento del traffico automobilistico».

I due sodalizi precisano ancora che il piano di «trasformazione rilevante della morfologia della piazza» non tiene conto dei vincoli esistenti, cioè quello paesaggistico e culturale. Il vincolo paesaggistico «riguarda l'area della piazza storica davanti alla stazione fino alle facciate degli edifici circostanti. II giardino fu piantato nel 1878, come si vede anche in una stampa del 1879, in cui la conformazione delle aiuole è quasi uguale a quella attuale».

L'altra parte della piazza, tra palazzo Panfili e il Silos, «la cui sistemazione con giardino risale al primo Novecento, ha subito diverse trasformazioni, come la costruzione nel 1935 dell'autorimessa del Nordio, oggi tutelata, ma la sua ultima configurazione con la mensa comunale, poi abbattuta, ha più di 50 anni e a nostro parere - ribadiscono le associazioni - è anch'essa soggetta a vincolo culturale».
«Riteniamo che la trasformazione del giardino davanti alla stazione e davanti al Silos, con la creazione di tratti di strada a sette ed otto corsie, non rispetti l'immagine a cui la città è legata e che il taglio degli alberi sia un danno ambientale rilevante».