PIAZZA LIBERTA': GLI ALBERI SI RIMPIANTANO

di Sergio Callegari (Il Piccolo, 17 giugno 2008, Segnalazioni)


Intendo rispondere alla lettera della signora Ceserò (24/5/08) che si chiede come mai si voglia intervenire ancora in piazza Libertà, dopo quel tanto già fatto e speso, e abbattere alberi per far posto a strade. Si vede che la signora non va in detta piazza al mattino e alla sera quando c'è il gran flusso dei pendolari che, anziché prendere il sottopasso (scomodo) per arrivare ai bus, sciama sulla strada e fa slalom tra le auto con gran pericolo per sé e gli... auti.
E nemmeno va con l'auto a prendere il treno detta signora, altrimenti si accorgerebbe della gran difficoltà di accostarsi al marciapiede di stazione perché là ci stanno due autobus (17 e 33) che ingombrano (quando addirittura 3 cioè il fuoriservizio). Non solo, ma per chi viene da via Ghega, il semaforo non aiuta, perché come viene lo stop per le auto da viale Miramare, scatta subito il verde per le auto da via Pauliana che piombano come razzi sugli illusi che hanno l'idea sempliciotta di voler accostarsi al marciapiede di stazione. Per accompagnare poi amici o familiari ai treni non c'è posto per auto perché non si trova nè in viale Miramare, nè in via Flavio Gioia.
Ci sarebbe posto al vicino Silos: ci andai una volta ma ora non più perché oltre alle strettoie di rampa ti occorre poi il filo di Arianna per ricuperare l'auto. E io detto filo non ce l'ho!
Questa è una situazione che dura da almeno 30 anni. Io ho protestato più volte. ma non serve. Ora l'amministrazione comunale ci propone un piano di traffico rinnovato in detta zona, che secondo me è rivoluzionario perché mai in 50 anni ci è stato un tale cambiamento in città, se si eccettua l'apertura della gallerìa di piazza Foraggi sotto il Gma. Con esso si garantisce la tranquillità e la sicurezza per tutti coloro che usano il treno e vien fatta una migliore distribuzione dei bus in zona. Cosa che non esiste oggi per cui se non sono ancora successi gravi incidenti in piazza Libertà occorre gridare al «miracolo» e mi aspetto... che La Curia di Trieste lo certifichi.

Quanto agli alberi essi crescono, vivono e muoiono come gli umani. Si tagliano alcuni e se ne piantano altri, occorre farne un problema di sopravvivenza? O una ragione per non cambiare mai nulla? Faccio però un appunto a detto piano. Visto così il progetto di massima sul giornale non vedo posto per le auto che accompagnano i passeggeri ai treni. Non ho visto o vedo male? Prego il progettista di non dimenticarsi di questo problema. Va benissimo per me anche il parcheggio a pagamento: massimo 1 ora. Dopodiché multa. Cosi si accontentano tutti!