Nella
polemica relativa al progetto di piazza Libertà,
con conseguente taglio di un cospicuo numero di alberi
secolari, la Federazione italiana di Camminacittà ritiene
che l'aumento di corsie stradali per la suddetta piazza risulti
ingiustificato, oltre a privare la piazza di un polmone
verde e di un decoro di notevole livello paesaggistico
e monumentale.
Appaiono «fantascientifiche» certe
dichiarazioni di «trasferimento» di alberi
secolari in altra sede,quando è noto che trapianti di
alberi sono possibili solo finché questi sono ancora
molto giovani. Forse giova ricordare che l'operazione
di trasferimento dei pini relativamente giovani da Barcola
verso la costiera di Miramare, molto costosa e impegnativa,
si concluse in definitiva purtroppo con un fallimento, in quanto
solo due esemplari riuscirono a sopravvivere.
Strana
città. Trieste! Da un lato si tagliano alberi
a decoro di uno dei pochi giardini urbani esistenti, dall'altro
si lasciano crescere davanti all'Obelisco di Opicina alberi
o cespugli di scarsissimo pregio (Ailanti) i quali impediscono
ormai da anni la vista della città e del Golfo,
citata come punto panoramico eccezionale da tutte
le guide turistiche. Mica male, per una città che
ambisce a svolgere un ruolo importante nell'ambito del
turismo.
Al
di là di tutti questi problemi contingenti,
Camminacittà ricorda come un periodo favorevole
quello che permise al Comune, alcuni anni orsono, nell'ambito
di Agenda 21, di raccogliere attorno ad un tavolo forze
imprenditoriali, sociali e ambientaliste, attraverso il quale
discutere a concertare alcuni indirizzi di massima
su progetti per la città futura, in tal modo smorzando
molte polemiche e critiche. Da tale ambito uscì,
tra l'altro, anche quel «Regolamento del verde
urbano di Trieste» che diede adito a molte speranze in
un'inversione di tendenza della politica sul verde cittadino,
e del quale chi scrive fu collaboratore assiduo.