PIAZZA LIBERTA' : ENNESIMO RESTAURO

di Marisa Zoppolato (Il Piccolo, 12 giugno 2008, Segnalazioni)

 


Povera me - dice piazza della Libertà, specchiandosi nelle pozzanghere dell'ultimo acquazzone - devo essere proprio brutta, se vogliono riqualificarmi per la terza volta!

Eppure, se mi guardo intorno, non mi sembra di essere tanto male. Ho una dimensione armoniosa, tanti palazzi decorosi mi circondano. Ma soprattutto c'è al centro un bel giardino, da poco sistemato. con la statua di Sissi, che i triestini amano tanto, con piante e panchine. Un po' sporco, se vogliamo, per l'inciviltà' di alcuni cittadini e una pulizia non sempre accurata. Ma ci sono in compenso tanti alberi grandi, belli, sani, che d'estate, quando la calura opprime i passanti, offrono una pausa di piacevole freschezza. Vedo tanta gente che si ferma a riposarsi, a leggere il giornale, a scambiare due chiacchiere o in attesa della partenza di un treno.

Certo, il silos sta mostrando di nuovo segni di degrado, c'è tutta la zona del porto vecchio in attesa di essere finalmente restituita alla città. Ma il progetto di modificarmi non risolverà nessuno di questo problemi. Si vuole pedonalizzare la parte antistante la stazione, spostando le fermate degli autobus. Ma vi immaginate i viaggiatori spesso trafelati, che si trascinano dietro i bagagli, percorrere tutto quello spazio in più per arrivare ai treni? Ma quale stazione al mondo non prevede che si possa arrivare direttamente davanti all'entrata? E le cinque - sette corsie che si vogliono disegnare dalla parte opposta? Si dice per permettere un traffico più ampio e scorrevole. Sarebbe bello, se, in andata e al ritorno, non ci fosse l'imbuto di Barcola che blocca ogni slancio. Che facciamo? Allarghiamo la strada costiera e eliminiamo la zona balneare di Barcola? Ah! Ah' Chi ci provasse sarebbe un uomo morto.

Evidentemente bisogna trovare soluzioni diverse, che con me non hanno niente a che fare. Adesso veniamo però al punto più grave. Per realizzare questo progetto è previsto il taglio di tanti alberi, quegli alberi di cui parlavo prima, esseri viventi di cui la piazza e la città hanno tanto bisogno, perché proteggono e ci offrono tanta bellezza, di cui non possiamo, non dobbiamo privarci.
In questa città, bella, ma dove gli edifici prevalgono sul verde, sono stati tagliati anche troppi alberi e quelli piantati ci metteranno decenni per crescere o sono arbusti che mai potranno sostituire quelli tolti. Ma io spero nell'intelligenza degli uomini, che spesso si lasciano sviare per insipienza o incapacità a cambiare idea, quell'intelligenza che tuttavia ci ha permesso di essere oggi qui, con le nostre sconfitte, ma anche con le tante vittorie. Il progetto si può ancora cambiare, i finanziamenti possono essere dirottati su opere più utili.
In fondo - dice Piazza della Libertà, specchiandosi nelle pozzanghere dell'ultimo acquazzone - non sono poi cosi brutta!