Povera
me - dice piazza della Libertà, specchiandosi
nelle pozzanghere dell'ultimo acquazzone - devo essere
proprio brutta, se vogliono riqualificarmi per la terza
volta!
Eppure, se mi guardo intorno, non mi sembra di
essere tanto male. Ho una dimensione armoniosa, tanti
palazzi decorosi mi circondano. Ma soprattutto c'è al
centro un bel giardino, da poco sistemato. con la statua di
Sissi, che i triestini amano tanto, con piante e panchine.
Un po' sporco, se vogliamo, per l'inciviltà' di alcuni
cittadini e una pulizia non sempre accurata. Ma ci sono in
compenso tanti alberi grandi, belli, sani, che d'estate,
quando la calura opprime i passanti, offrono una pausa
di piacevole freschezza. Vedo tanta gente che si ferma a riposarsi,
a leggere il giornale, a scambiare due chiacchiere o in
attesa della partenza di un treno.
Certo, il silos sta mostrando di nuovo segni di degrado,
c'è tutta la zona del porto vecchio in attesa di essere
finalmente restituita alla città. Ma il progetto
di modificarmi non risolverà nessuno di questo
problemi. Si vuole pedonalizzare la parte antistante la
stazione, spostando le fermate degli autobus. Ma vi immaginate
i viaggiatori spesso trafelati, che si trascinano dietro i
bagagli, percorrere tutto quello spazio in più per
arrivare ai treni? Ma quale stazione al mondo non prevede
che si possa arrivare direttamente davanti all'entrata?
E le cinque - sette corsie che si vogliono disegnare dalla
parte opposta? Si dice per permettere un traffico più ampio
e scorrevole. Sarebbe bello, se, in andata e al ritorno, non
ci fosse l'imbuto di Barcola che blocca ogni slancio. Che facciamo?
Allarghiamo la strada costiera e eliminiamo la zona
balneare di Barcola? Ah! Ah' Chi ci provasse sarebbe
un uomo morto.
Evidentemente bisogna trovare soluzioni diverse, che con me
non hanno niente a che fare. Adesso veniamo però al
punto più grave. Per realizzare questo progetto è previsto
il taglio di tanti alberi, quegli alberi di cui parlavo prima, esseri
viventi di cui la piazza e la città hanno tanto
bisogno, perché proteggono e ci offrono tanta bellezza,
di cui non possiamo, non dobbiamo privarci.
In questa città,
bella, ma dove gli edifici prevalgono sul verde, sono stati
tagliati anche troppi alberi e quelli piantati ci metteranno
decenni per crescere o sono arbusti che mai potranno sostituire
quelli tolti. Ma io spero nell'intelligenza degli uomini, che
spesso si lasciano sviare per insipienza o incapacità a
cambiare idea, quell'intelligenza che tuttavia ci ha permesso
di essere oggi qui, con le nostre sconfitte, ma anche con le
tante vittorie. Il progetto si può ancora cambiare,
i finanziamenti possono essere dirottati su opere più utili.
In fondo - dice Piazza della Libertà, specchiandosi
nelle pozzanghere dell'ultimo acquazzone - non sono
poi cosi brutta!