Apprendo
con soddisfazione dal vostro giornale che l'assessore Bandelli,
in questa stessa rubrica, rispondendo alla segnalazione
di una signora che si lamentava del divieto di accesso per
i cani in alcuni giardini comunali, non solo dimostra
di conoscere con precisione l'atto di nascita del Regolamento
sul Verde Pubblico, indicandone perfino l'ora ed i minuti,
ma dichiara espressamente di sentirsi in dovere, in dualità di
assessore con delega al Verde pubblico, di applicare nella
fattispecie l'articolo 29 di detto Regolamento. Parole
sagge!
Perché allo stesso modo, per coerenza, oltre che
per saggezza, il nostro assessore non si fa garante e
promotore del primo articolo del medesimo Regolamento in cui
si afferma, al primo comma, che "la vegetazione, quale
componente del paesaggio è un valore tutelato dall art.
9 della Repubblica e riveste un ruolo di vitale importanza
per l'ambiente, la qualità della vita e il paesaggio» e,
al secondo, che "l'Amministrazione comunale ne
riconosce il rilievo per gli aspetti culturali e ricreativi
e, con il
presente Regolamento, intende salvaguardare le aree del verde
pubblico"?
Come mai il suddetto Regolamento, seguendo l'andamento
di un fiume carsico, compare quando si tratta di vietare
l'accesso ai cani nei giardini pubblici e scompare quando,
intervenendo su piazza Libertà, si
tratta invece di scongiurare l'abbattimento di alberi più che
centenari?
Sarà forse un conflitto, tutto in
interiore animo,
di un amministratore che deve per certi versi sdoppiare
la propria persona per sovrintendere sia ai Lavori Pubblici
sia al Verde Pubblico? E perché in questo eterno conflitto
si sceglie ogni volta di sacrificare il prezioso e sempre più depauperato
patrimonio arboreo della nostra città in favore
di discutibili, e scarsamente condivise, "riqualificazioni" urbane?