REGOLAMENTO

VERDE E CANI

di Davide Zotti (Il Piccolo, 2 ottobre 2008)

 

Apprendo con soddisfazione dal vostro giornale che l'assessore Bandelli, in questa stessa rubrica, rispondendo alla segnalazione di una signora che si lamentava del divieto di accesso per i cani in alcuni giardini comunali, non solo dimostra di conoscere con precisione l'atto di nascita del Regolamento sul Verde Pubblico, indicandone perfino l'ora ed i minuti, ma dichiara espressamente di sentirsi in dovere, in dualità di assessore con delega al Verde pubblico, di applicare nella fattispecie l'articolo 29 di detto Regolamento. Parole sagge!

Perché allo stesso modo, per coerenza, oltre che per saggezza, il nostro assessore non si fa garante e promotore del primo articolo del medesimo Regolamento in cui si afferma, al primo comma, che "la vegetazione, quale componente del paesaggio è un valore tutelato dall art. 9 della Repubblica e riveste un ruolo di vitale importanza per l'ambiente, la qualità della vita e il paesaggio» e, al secondo, che "l'Amministrazione comunale ne riconosce il rilievo per gli aspetti culturali e ricreativi e, con il presente Regolamento, intende salvaguardare le aree del verde pubblico"?


Come mai il suddetto Regolamento, seguendo l'andamento di un fiume carsico, compare quando si tratta di vietare l'accesso ai cani nei giardini pubblici e scompare quando, intervenendo su piazza Libertà, si tratta invece di scongiurare l'abbattimento di alberi più che centenari?

Sarà forse un conflitto, tutto in interiore animo, di un amministratore che deve per certi versi sdoppiare la propria persona per sovrintendere sia ai Lavori Pubblici sia al Verde Pubblico? E perché in questo eterno conflitto si sceglie ogni volta di sacrificare il prezioso e sempre più depauperato patrimonio arboreo della nostra città in favore di discutibili, e scarsamente condivise, "riqualificazioni" urbane?