PIAZZA LIBERTA': 3MILA FIRME PER SALVARE GLI ALBERI
Mobilitate le associazioni ambientaliste con banchetti informativi

di Ugo Salvini (Il Piccolo, 3 luglio 2008, Trieste Rioni)

Il comitato: ci siamo mossi per tempo per evitare
di trovarci ancora di fronte al fatto compiuto.

 



Monta la protesta popolare contro il taglio degli alberi di piazza della Libertà. E' vicina a quota 3mila la raccolta di firme promossa dal Comitato spontaneo di cittadini che si sta impegnando «per evitare che si commetta uno scempio, abbattendo alberi secolari», spiega la portavoce, Ilaria Ericani, e si lasci invece la piazza così com'è».
Pur non potendo disporre di mezzi finanziari per rendere nota l'iniziativa, i promotori del Comitato stanno attuando al meglio il passa parola, coinvolgendo gruppi e associazioni. A fianco del Comitato lavorano Wwf, Italia nostra, Gruppo Grillo Trieste. Associazione orticola del Friuli Venezia Giulia «Tra fiori e piante». Lega anti vivisezionista. In ciascuna delle sedi di queste organizzazioni, è stato allestito un punto informativo, al quale tutti gli interessati possono rivolgersi per approfondimenti e notizie al riguardo.
Lo spirito che anima quanti hanno dato vita al Comitato e ai cittadini che stanno dando la loro adesione alla protesta, sottoscrivendo il documento che sarà presentato a breve al Comune, è quello di evitare il ripetersi di una situazione come quella che si è venuta a creare a Chiarbola, nell'ex parco della Maddalena.

Il taglio di quegli alberi ha suscitato decine di reazioni. Centinaia di triestini si sono sentiti 'presi in giro', perché l'operazione di taglio alla ex Maddalena è avvenuta senza che ci fosse la necessaria preventiva comunicazione.
Quasi si volesse fare tutto di nascosto, nella consapevolezza che la gente avrebbe reagito e con decisione. «Anche su piazza della Libertà fioccano le lettere di protesta - precisa la Ericani - perché la gente non vuole assistere al taglio di quei bellissimi e storici alberi. Ma in questo caso - annuncia - vogliamo muoverci in anticipo, proprio per evitare che ci si trovi davanti al fatto compiuto».
All'origine della reazione di migliala di cittadini, il progetto che prevede una diversa sistemazione della piazza, con lo spostamento delle attuali aree verdi e la realizzazione di una nuova via di attraversamento, che dovrebbe essere ricavata proprio nello spazio dove sono ora alloggiati gli alberi. «Se vogliono modificare l'assetto della circolazione davanti alla Stazione, facciano pure - insiste la portavoce del Comitato dei cittadini - perché può essere che una nuova sistemazione possa portare miglioramenti. Ma vogliamo che non si tocchi nulla della parte centrale della piazza, quella che ospita aiuole, alberi e cespugli. Non concepiamo un taglio che sarebbe incomprensibile, per fare posto alla circolazione delle automobili».

Da parte del Comune si è parlato di «maggiore scorrevolezza del traffico, in virtù del nuovo assetto della piazza». Ma i triestini esprimono netto dissenso, preferendo conservare la piazza nella sua attuale conformazione. Del resto è relativamente recente la sistemazione di piazza della Libertà che, negli anni dei jeansinari si era trasformata in un mercato all'aperto. Poi ci fu una profonda modifica, con il posizionamento di aiuole e panchine e della statua di Sissi, davanti alla quale periodicamente si riuniscono i nostalgici dell'impero asburgico. Fra pochi giorni, i rappresentanti del Comitato che sta organizzando la raccolta delle firme si presenteranno agli uffici del Comune per far protocollare il documento, con l'indicazione delle persone che hanno aderito all'iniziativa.

«Speriamo che davanti a una presa di posizione di questo tipo - conclude Ilaria Ericani - l'amministrazione prenda atto della volontà popolare e modifichi il progetto». Il sodalizio aveva deciso di affilare le armi quando, alcune settimane fa, il Consiglio comunale, durante una lunghissima e turbolenta seduta in notturna, aveva approvato la riqualificazione dell'area antistante la stazione ferroviaria.
Il restyling, si era capito da subito, prevede l'eliminazione di una decina di metri del giardino sul lato di via Ghega e il taglio di un numero ancora non definito di alberi. L'assessore ai Lavori pubblici Franco Bandelli aveva tentato di mediare, promettendo che tutti i tronchi sarebbero stati ripiantumati altrove, ma ai comitati non era bastato. Da qui la decisione del sodalizio di ingranare la marcia e partire in quarta con la protesta.
« Il regolamento sul Verde pubblico - aveva detto in quell'occasione Ilaria Ericani - autorizza l'abbattimento di alberi di grandi dimensioni solo in caso di effettivo interesse pubblico: per questo chiediamo che ci venga dimostrata l'impellente necessità di cantierare quest'opera. Il progetto comprometterebbe l'immagine di quella che il sindaco ama definire «la cartolina d'ingresso della città"». La Ericani aveva anche ricordato come Dipiazza li aveva a suo tempo ascollati, trovando le loro perplessità «ragionevoli». Una delle critiche principali riguarda le corsie destinate alle auto, previste nella zona adiacente a via Ghega, che secondo la Ericani «servono solo ad accorpare in una sorta di autostrada le direttrici che attualmente ruotano attorno al giardino in senso unico. Inoltre la variante in questione risulterebbe scollegata da un piano generale del traffico, ancora da definirsi».