Tutti
coloro che amano Trieste dovrebbero visitare il
sito www.sostrieste.it dove
si trova il significato del premio «Vandalino d'oro» concesso
dal Comitato per la salvaguardia del patrimonio urbano di Trieste
ai
nostri amministratori (Piccolo del 15.1.2009). Lì trovo
spiegazione al disappunto che mi assale quando vedo la Piazza
Vittorio Veneto con le «forche» e Piazza Goldoni
con il «porta cd». Un disastro!
Ora si farà un ponte sul Canal Grande (un altro Calatrava?
o lo chiameranno Penny Bridge?) per rovinare una delle prospettive
più belle della nostra città. Forse con i soldi
del ponte si potrebbero riparare i guasti già fatti
nei siti indicati dal Comitato.
Mi dispiace che, a parte il dovuto ritorno di Massimiliano
in Piazza Venezia, l'identità architettonica di Trieste
non sia sufficientemente tutelata.
La
città di Varsavia, rasa al suolo dai nazisti durante
la seconda guerra mondiale, ha ricostruito il suo centro storico
adoperando riproduzioni di opere del Canaletto. Visitando
questo centro storico è difficile credere che ci
si trovi di fronte ad una ricostruzione. Norimberga, distrutta
dai bombardamenti alleati nel gennaio del 1945, ha ricostruito
la Hauptmarkt con la Frauenkirche e la St. Lorenz Kirche,
rispettando scrupolosamente le architetture e le ambientazioni
quali erano prima della guerra.
Prendiamo esempio da come i
portoghesi hanno recuperato Guimarães, un'antica
città del Nord, cara alla storia della patria lusitana,
dove nacque il primo Re del Portogallo. Un recupero
che è un gioiello. A Bari hanno ristrutturato la città vecchia,
diventata zona di pregio.
Esortiamo gli amministratori a ricordarsi che loro sono
di passaggio, ma non sono di passaggio i loro errori e
le valutazioni sbagliate che deturpano Trieste e rimarranno
alla cittadinanza dell'avvenire, ai nostri figli e ai loro
figli.