RIO MARTESIN
L'IMPRESA CHIEDE I DANNI
DOPO LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO, CHE HA CHIUSO IL CANTIERE,
IL COSTRUTTORE VUOLE DAL COMUNE QUATTRO MILIONI
(Il Piccolo, 24 marzo 2011)
Una querelle lunga 4 anni |
La vicenda di Rio Martesin inizia nel 2007 quando l'impresa Gia srl acquista il terreno dall'impresa di costruzioni Perco snc. L'area ricadeva in zona denominata B4 della variante 66 del Prg entrata in vigore nel 1997. Nel luglio del 2009 arrivano le tre autorizzazioni a costruire 67 alloggi in 7 palazzine. Negli stessi mesi esplode la protesta degli abitanti che ricorrono al Tar tramite l'avvocato Gianfranco Carbone. Il Tribunale respinge l'istanza, ma gli abitanti si appellano al Consiglio di Stato. Che nello scorso dicembre accoglie la loro istanza. |
Rio Martesin, ora il conto arriva al Comune. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che lo scorso dicembre ha annullato i tre permessi a costruire rilasciati dal Comune il 13 luglio 2009 (in tutto 69 appartamenti), i costruttori delle società Airone 85 srl e Gestione italiana appartamenti srl partono al contrattacco (si sono affidati all'avvocato Alberto Kostoris) con una richiesta di risarcimento contro il Comune davanti al Tar. Il motivo? Le imprese, in forza delle autorizzazioni concesse, avevano fin da subito cominciato lo sbancamento dei terreni e pagato gli oneri di urbanizzazione. Tant'è che dopo aver ricevuto 750mila euro, il Comune aveva imposto di rifare la viabilità pubblica prima di attivare il cantiere. Un danno valutato dai diretti interessati in 4 milioni di euro.
Ma il sindaco Roberto Dipiazza mette le mani avanti: «Nella pubblica amministrazione si lavora per atti. Se è stata data una concessione vuol dire che c'erano gli atti. Insomma la licenza era stata concessa secondo la legge. Mi domando perché in presenza di un procedimento in corso i costruttori abbiano fatto partire comunque il cantiere. Non potevano aspettare? Il Comune non poteva fare altrimenti».
Risponde l'amministratore della Gia, Davide Zanzuri: «L'inizio dei lavori deve avvenire entro un anno dal ritiro dei permessi di costruire pena annullamento dei permessi stessi».
E ancora: «Incredibilmente, pochi giorni dopo il rilascio delle autorizzazioni, il Comune ha adottato la variante 118 andando a ridefinire l'edificabilità del territorio in questione, modificandolo», dice. «Così con grande stupore abbiamo accertato che i terreni si sono trasformati per incanto in zona di verde agricolo e per una minima parte declassati in B5. Ma il Consiglio di Stato ha sentenziato che il Comune doveva richiedere che l'intervento fosse sottoposto alla valutazione di impatto ambientale e che non era valida l'interpretazione dell'articolo 18 sulle costruzioni su pastinature. Quindi le società sono state "ingannate" da un Piano regolatore che si contraddice».
Due sono stati i motivi per cui erano stati annullati dal Consiglio di Stato i tre permessi a costruire. Il primo chiama in causa il Comune e dice che l'intero progetto di Rio Martesin doveva essere valutato nella sua unitarietà. I giudici del Consiglio di Stato hanno anche sottolineato che nella concessione del "permesso a costruire" è stata violata una norma speciale che imponeva e impone la salvaguardia dei pastini. In altri termini le palazzine avrebbero dovuto rispettare l'andamento a gradoni del terreno. E adesso i costruttori chiedono il risarcimento al Comune: 4 milioni di euro.
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Il cantiere allestito sui pastini di Rio Martesin, nel rione di Gretta,
dove dovevano sorgere nuove abitazioni |
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