Gentile
signor Mendizza, ho letto la sua lettera, apparsa nelle Segnalazioni del 23 giugno scorso, che si scaglia
contro gli "ambientalisti della domenica». Se tutti
gli ambientalisti fossero uguali a quelli che lei descrive
forse le darei ragione; ma a me sembra che lei sia un
po' troppo duro nei confronti di coloro che, competenti e preparati,
si danno da fare per tramandare un mondo migliore ai nostri
figli e soprattutto per renderli sensibili ai problemi
ambientali che noi stessi stiamo creando.
Conosco
anche bene alcuni ambientalisti che molto spesso,
dopo aver lavorato otto ore al giorno per vivere, si danno
da fare la sera con studi, incontri, dibattiti, talvolta
anche fino a mezzanotte, e la domenica spesso, invece
di divertirsi o riposare, continuano a studiare e lavorare
per l'ambiente.
Sono questi gli ambientalisti della domenica?
Non sono persone intolleranti o estremiste; non ricevono
finanziamenti pubblici ma si sostengono con i contributi
e le donazioni dei simpatizzanti (e pagando spesso di
tasca propria); vivono con stipendi che si possono definire
appena decenti.
Non sono faziosi, ma obiettivi; non amano il sensazionalismo,
non fanno disinformazione, anzi tutto ciò che sostengono è documentato
e se le loro proposte non vengono prese in considerazione è forse
perché troppo semplici e prive di ricadute economiche
per coloro che sostengono, ad esempio, l'energia nucleare o
i rigassificatori in siti non adatti.
Forse lei dovrebbe documentarsi un po' di più ed essere
più aperto nei confronti dell'energia che arriva
dal cielo (dal Sole). Le ricordo soltanto che la Spagna (dati
del 2006) ottiene il 7,55 per cento dell'elettricità che
consuma dal fotovoltaico e dall'eolico, la Germania il
5,11, l'Italia soltanto lo 0,95. Inoltre, per quanto riguarda
il fotovoltaico, la Germania è la prima in Europa
con quasi il 90 per cento della potenza totale installata.