DIAMO FORMA AL CILIEGIO

di Gianluca Grossi (Gardenia, aprile 2003)

L'inizio della primavera è il momento adatto per eseguire la "potatura di allevamento" del ciliegio, che lo porterà ad assumere una forma adatta ai fini colturali. In questa specie prevalgono le forme di allevamento "in volume" rispetto a quelle "in parete" e il cosiddetto "vaso basso" è quella più indicata. Vediamo come la si ottiene.

- II lavoro di potatura prende il via da astoni, messi a dimora in autunno, che vanno capitozzati a 30-40 centimetri di altezza. La pianta può presentare o meno rami anticipati, cioè presenti al momento dell'impianto; in caso contrario, si aspetta che le gemme sull'astone si sviluppino.

- Ci si avvia alla formazione del vaso basso mantenendo intatti i tre rami più vigorosi dell'astone ed eliminando tutti gli altri. Mediante l'ausilio di canne e tiranti si orientano i rami prescelti in modo da formare angoli di 120°, inclinati di 35-45 rispetto alla verticale: sono queste le branche primarie.

- Con successive potature si ottengono poi quelle secondarie. Tre per ogni branca primaria, sono disposte alternativamente e formano con l'asse delle primarie angoli di 30°.

- Per le branche terziarie (che portano i rami fruttiferi) si procede in modo analogo. Si lasciano le tre branche più vigorose, inclinate rispetto alla branca secondaria di riferimento di 30°, e si tagliano quelle superflue.

- La potatura a vaso basso può dirsi conclusa: la si mantiene spuntando periodicamente i rami indesiderati.