Sequoia sempervirens

CORTECCE IN PRIMO PIANO


(da sinistra) Eucapypsus gunni, Lumia apiculata,Betula albosinensis 'Septentrionalis'

di Lorena Lombroso


(Giardinaggio, gennaio febbraio 2010)

 

La'pelle' degli alberi racchiude mille

segreti ed è fonte di vita per

un'incredibile quantità di creature

piccole e grandi, incluso l'uomo che da

millenni la usa anche a scopi terapeutici.

 

Quella del platano è maculata a chiazze, come la pelliccia di un felino. Nella betulla si stacca a fogli, quasi fosse di carta. Rugosa e severa quella della quercia, liscia, lucida e rosso brillante quella di certi Prunus. La corteccia è una delle caratteristiche più vistose negli alberi, e se d'estate la chioma o le fioriture distraggono dall'osservarla, in altri periodi dell'anno è un piacere vederla e poter osservare la diversità di aspetto che l'evoluzione ha provocato nelle varie specie. In alcuni casi poi, la "pelle" degli alberi assume anche un valore economico.
Betulle dal tronco bianco Basta pensare a quanto vale il chinino, una sostanza dal forte potere terapeutico, estratta dalla corteccia di alcune piante del genere Cinchona, importate intorno al 1640 in Spagna dallArbutus andrachnoides'America. Le sue proprietà febbrifughe erano già ampiamente utilizzate dagli indigeni locali e ancora oggi il chinino è considerato un farmaco fondamentale per combattere le febbri malariche, nonostante presenti controindicazioni e un certo grado di tossicità.
Ed è sempre la corteccia a fornire un'altra sostanza ben nota e oggetto di commerci internazionali: la cannella. Le stecche di cannella, dalle quali si ottiene anche la cannella in polvere, sono scorze di corteccia di alberi coltivati prevalentemente nello Sri Lanka ma anche in altre parti dell'Asia tropicale e del Brasile, per insaporire e profumare molti cibi e dolciumi; in alcuni Paesi questa spezia costituisce un ingrediente base della cucina locale, riprendendo tradizioni antichissime: le prime citazioni di questa aromatica corteccia sono presenti nell'Antico Testamento ed è Mose a farne uso.

Sculture viventi che accolgono e proteggono




Nelle pieghe della corteccia trovano rifugio molte forme di vita. A sinistra la splendida corteccia sfogliante della betulla americana (Betula papyrifera) in centro la rugosa corteccia del pino nero (Pinus nigra). A destra: tronco nodoso di un vecchio gelso (Morus alba).


Altrettanto antico è l'uso di un'altra corteccia straordinaria senza la quale non potremmo assaporare certi vini preziosi: il sughero è la scorza che si forma su alcuni grandi alberi e in particolare sulle querce mediterranee Quercus suber. La lavorazione della corteccia da sughero ha generato nei secoli la creazione di vaste sugherete con querce centenarie, importanti habitat ecologici per la biodiversità, oggi a rischio per il repentino calo di interesse per l'utilizzo del sughero nel mondo: secondo stime del WWF, entro 5-6 anni il sughero potrebbe occupare solo il 5% del mercato generale di tappi a favore di quelli di plastica.
Anche un altro celebre farmaco, l'Aspirina, ora prodotta da una molecola sintetica, prende origine dai principi terapeutici contenuti nella corteccia del salice, già noti a Ippocrate e presso molti popoli del mondo antico, anche se solo nell'ultimo secolo la produzione industriale (ancora oggi brevetto Bayer) ne ha ricavato un farmaco notissimo.
E se l'estrazione del lattice di caucciù dalle incisioni sulla corteccia dell'albero della gomma è ancora importante per l'economia mondiale, altri usi della corteccia sono ormai dimenticati, tra cui quello alimentare. Un tempo le popolazioni alpine utilizzavano la parte interna della corteccia di larice, commestibile sia cruda, sia seccata o polverizzata; mescolata con cereali (orzo, grano) veniva usata per fare il pane. Dalla corteccia dell'orniello si ricavava la manna, una resina dolce e commestibile, e popolazioni finlandesi Sami, che vivono nomadi nelle fredde terre subpolari coperte di foreste, ancora oggi usano la corteccia di pino silvestre come alimento.

Quando la corteccia è preziosa

Alcune piante hanno una corteccia che offre un alto valore commerciale per le sue caratteristiche. Come non ricordare ad esempio il sughero, ricavato da una quercia mediterranea, Quercus suber. in Italia è presente soprattutto in Sardegna e Sicilia e localmente nelle coste tirreniche e in Puglia. La lavorazione del sughero occupa oggi in Italia una cifra stimata di 60.000 lavoratori nel settore di produzione e trasformazione del sughero.
Un'altra corteccia straordinaria è quella della cannella: la saporita spezia è semplicemente la 'pelle' di Cinnamomum zeylanicum e C. cassia, alberi dell'Asia tropicale; la maggior parte della produzione mondiale di cannella è nello Sri Lanka.
E, ultimo ma non certo per il valore economico, il caucciù: la gomma naturale viene ricavata incidendo la corteccia dell'albero della gomma (Hevea brasiliensis), nativo dell'Amazzonia ma oggi coltivato a scopo industriale anche in enormi aree asiatiche (Thailandia, Malesia...).

Per la bellezza e per la biodiversità

Nei parchi e nei giardini la corteccia diventa un motivo di interesse ornamentale soprattutto in quei casi in cui la struttura o il colore assumono un aspetto particolarmente vistoso; nelle pagine di questo servizio è possibile vedere la grande diversità di tessitura, rugosità, cromatismi, tanto che in alcuni casi sono proprio le caratteristiche della corteccia a favorire per il botanico il riconoscimento di specie altrimenti molto simili. Ma la corteccia non è certo solamente un fattore estetico. Il suo ruolo protettivo per le fibre legnose nelle quali scorrono i canali linfatici, il 'sangue' degli alberi, è fondamentale e chi  ama la natura sa che deve evitare di danneggiarla.
Inoltre essa ospita un'incredibile quantità di forme di vita animale e vegetale, alcune di dimensioni microscopiche, fondamentali per la catena alimentare e la biodiversità. Nel Phoenix Park, grande parco pubblico dublinese, così come a Lione nel parco della Tête d'Or, alcune aree vengono lasciate 'selvagge', e tronchi abbattuti con la corteccia coperta di muschio offrono cibo e rifugio a moltissimi animali, in omaggio a un principio ecologico che oggi trova fortunatamente seguaci anche in Italia.
A volte, purtroppo, la convivenza fra forme di vita e alberi non va a buon fine a favore di questi ultimi. Tra i tanti casi vale la pena di citare l'attacco parassitario virulento avvenuto recentemente nella pregiata pineta di Cecina, in Toscana: nei mesi scorsi sono state abbattute decine e decine di alberi. In una porzione di 20 cm di corteccia erano state contate fino a 40 larve di blastofago, un coleottero (innocuo per l'uomo) lungo appena 4 millimetri, piccolo ma voracissimo, che proprio nella corteccia trova il nutrimento per le larve che poi scavano gallerie nel legno.
In giardino è più facile tenere sotto controllo certe avversità: osservare con attenzione la corteccia e proteggerla dai danni è uno dei modi migliori per tutelare la salute dell'albero e, magari, offrire un motivo di bellezza in più, scegliendo quelle specie che sapranno offrire cortecce di rara bellezza.

 

Cortecce speciali per un giardino affascinante


In alto a sinistra: Betula nigra 'Heritage' ha una corteccia che si stacca in fogli di consistenza cartacea.
Se cresce in terreno idoneo, non calcareo, e in clima fresco, il colore è particolarmente vivace.
A destra: gran parte delle palme presenta una 'corteccia' particolare e di aspetto ornamentale. In realtà questa struttura è formata dai fusti basali delle foglie recise durante la crescita; dal punto di vista botanico questa pianta presenta dunque sostanziali differenze con la corteccia degli alberi ad alto fusto.
In basso a sinistra: alcuni tipi di Prunus ornamentali, come Prunus serrula, hanno una corteccia lucida di
colore rosso-bruno, che tende a sfaldarsi con effetti decorativi notevoli soprattutto durante l'inverno.
In basso a destra: Chorisia speciosa, detta anche Kapok, è una pianta di origine sudamericana, con grandi fusti a forma di bottiglia dalla superficie spinosissima. È celebre il 'viale delle chorisie' all'Orto Botanico di Palermo; fu introdotta in Sicilia per la produzione di crine vegetale, poi si diffuse nell'isola (dove il clima è idoneo per questa singolare creatura), a scopo ornamentale.

 


Arbusti con corteccia insolita

Il più famoso è senz'altro Cornus alba Sibirica' un corniolo che nel resto dell'anno è poco vistoso: ma in inverno la corteccia rosso fuoco dei suo giovani rami è davvero uno spettacolo.
Anche l'acero grigio ha una corteccia interessante: Acer griseum presenta una superficie del tronco di colore bruno rossiccio, o aranciato, che tende con il tempo a sfogliarsi in sottili lamelle, sia sul fusto che sui rami di almeno 2-3 anni.
Parecchi tipi di salice sono interessanti per l'aspetto della corteccia. I rami giovani di Salix purpurea in inverno assumono splendide sfumature rossastre.
La lagerstroemia ha fusti chiari e variegati che in inverno quando sono spogli assumono un notevole valore decorativo.

La betulla (Betula pendula)
ha una corteccia bianca e luminosa, percorsa da profonde crepe nere, grossolane e scabre

 



A chi piace la corteccia?


Molti animali frequentano regolarmente gli alberi per cibarsi della loro corteccia o degli insetti che in essa vivono. Il picchio è forse il più conosciuto, per la sua tecnica di martellare con il becco il tronco degli alberi, sia per alimentarsi con larve di insetti che per creare cavità dove nidificare, ed è persino capace di rompere le noci pressandole nelle fessure della corteccia. Quello muratore, detto anche rampichino alpestre, è un uccello italiano che ama vivere in montagna e scava il suo nido proprio nelle fenditure della corteccia di vecchi alberi.
Nella corteccia dei vecchi tronchi è facile vedere fori scavati da vari tipi di abitanti; un grande numero di insetti ama raccogliersi in colonie, talvolta innocue ma in altri casi molto pericolose per la salute dell'albero in quanto le larve, anche in tempi piuttosto brevi, sono in grado di provocarne la morte. Un caso di cui si parla in questo periodo è quello del punteruolo rosso delle palme, un insetto che si annida sotto la corteccia e scava gallerie nel tronco provocando il deperimento degli esemplari.
Poi ci sono gli abitanti vegetali: muschi e licheni si installano soprattutto sul lato nord del tronco, offrendo un habitat straordinario a piccole forme di vita che contribuiscono alla catena alimentare e alla biodiversità. In alcuni parchi pubblici oggi vengono lasciati appositamente vecchi tronchi non scortecciati proprio allo scopo di favorire la presenza della piccola fauna.
Ma se sulla corteccia si affaccia un fungo a mensola, allora è meglio porsi dei dubbi e verificare la salute e la stabilità dell'albero in quanto questo tipo di fungo può indicare la presenza di marcescenze legnose.


 



L'importanza della corteccia: salute, bellezza, utilità

La corteccia di pino marittimo è un ottimo materiale da pacciamatura

Il ruolo della corteccia è principalmente quello di proteggere la pianta. Lo spessore e la struttura sono caratteristiche che possono presentare grandi diversità in base alla specie e alla varietà, ma talvolta anche in base all'età e al luogo in cui la pianta è cresciuta.
Secondo i biologi le differenze di base sono il frutto della selezione naturale e quindi dell'evoluzione della specie nel suo ambiente. Per esempio la corteccia della quercia da sughero (Quercus suber) rappresenta una forma di risposta ad ambienti aridi. La corteccia di pino marittimo è un ottimo materiale da pacciamatura.
Data la sua funzione fondamentale, la corteccia degli alberi in giardino va dunque protetta dai danni provocati da fattori esterni, l'esempio più classico è quello dell'urto provocato dal tosaerba alla base del tronco: dalle ferite sulla corteccia possono infatti penetrare nel legno le spore fungine che provocano malattie e marcescenze.
Un altro aspetto a cui porre attenzione riguarda le legature dei tutori. Man mano che l'albero cresce, i rami si allargano di diametro e le legature arrivano a essere inglobate dalla corteccia, lasciando comunque fenditure nelle quali si possono installare patologie e parassiti.
Un aspetto interessante è quello dell'impiego della corteccia come pacciamatura: alcune specie, in particolare il pino marittimo, vengono coltivate per ottenere, oltre al legno, le scaglie di corteccia che, dopo una sommaria lavorazione di pulitura e filtratura, trovano impiego per l'efficace protezione del terreno dal freddo, dall'aridità e dalle malerbe.