CANTO D'AMORE PER GLI ALBERI


Con le parole della tecnica e quelle dei sentimenti, un libro racconta l'importanza di questi organismi vegetali per l'uomo e la sopravvivenza del pianeta


a cura di Pia Meda (Gardenia, luglio 2009)

 

Al centro del futuro del pianeta c'è il rapporto tra alberi e uomini. Lo sottolinea con forza questo libro, manifesto appassionato sulla necessità di ricostituire questa relazione così importante per tutto l'ecosistema. «Milioni di anni fa siamo scesi dagli alberi, per poi passare gran parte del nostro tempo a tagliarli o bruciarli», scrive Giuseppe Barbera, autore di Abbracciare gli alberi. «Da diecimila anni abbiamo anche imparato a piantarli e ad accompagnarne la crescita, ma lo abbiamo fatto in misura sempre minore. E adesso che avremmo bisogno di loro per mantenere gli equilibri ecologici, ci accorgiamo che sono troppo pochi».
Così iniziano queste pagine scritte da un uomo di scienza che studia gli alberi per mestiere — insegna colture arboree all'Università di Palermo — ma che prova per loro una forte attrazione e con essi intrattiene un rapporto di insolita confidenza. Affinità elettiva che non traspare scorrendo l'indice (i capitoli sono dedicati a cos'è un albero, agli alberi nel frutteto, in giardino, in città, nel paesaggio, per finire a quelli nei boschi) ma che si scopre leggendo un testo fluido e coinvolgente, che utilizza non soltanto il linguaggio della tecnica, ma anche quello dei sentimenti.
Il bello del libro, un libro politico nel senso che affronta il rapporto “albero-uomo” come problema della polis e cioè della comunità umana, è l'essere molto personale. Sia per le posizioni che l'autore prende, per esempio nei confronti degli Ogm, delle monocolture, della mafia, realtà verso le quali esprime posizioni critiche o di decisa condanna, sia per il modo con cui utilizza citazioni letterarie, riferimenti a storie, miti e leggende di culture e Paesi diversi, sconfinando con naturalezza nei vari campi del sapere. «Non è solo l'arboricoltore che può parlare di come si innaffia un albero», afferma Barbera. «C'è per esempio una poesia di Bertolt Brecht sull'irrigazione che è un vero e proprio “Abc” sull'argomento».

Imparare a difenderli

Oltre a una scrittura culturalmente aperta e a un racconto partecipato del mondo degli alberi, viene data una serie di suggerimenti per difenderli. «Perché», ricorda Barbera, «si disbosca al ritmo di tre Sicilie l'anno». Che fare allora, dal momento che non basta avere attenzione per il verde, ma occorre assumersene la responsabilità? Si può, come si legge alla fine del libro, ridurre i consumi di combustibili fossili e incrementare l'uso delle energie rinnovabili; interrompere il disboscamento indiscriminato; promuovere pratiche di arboricoltura sostenibile; piantare nuovi alberi.

A tutto ciò si arriva forse meglio se, nel piantare e difendere questi organismi vegetali, si manifesta quella stessa riconoscenza e gratitudine che antiche religioni e nuovi movimenti affidano a un abbraccio.
Oppure se si cammina in un bosco in silenzio, ricavandone un senso di sacro e trascendente, come succede quando si entra in una cattedrale.

 

Giuseppe Barbera

Professore ordinario di colture arboree all'Università di Palermo, si occupa di alberi e paesaggi della tradizione agricola mediterranea.
Abbracciare gli alberi. Mille buone ragioni per piantarli e difenderli.
Giuseppe Barbera
Mondadori
Milano 2009
pag 140 - 16 €
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