CACCIATORI DI PIANTE
di Mary Gribbin e John Gribbin

a cura di Ornella Ferrari Gigante (15 novembre 2012)

 

Dopo "La confraternita dei giardinieri", un libro fondamentale per la conoscenza della nascita del giardinaggio inglese, ecco un'altra pietra miliare della storia del giardinaggio: "Cacciatori di piante".

Gli AA., in nove capitoli, percorrono l'inizio della botanica raccontandoci la storia "verde" di undici incredibili scopritori e catalogatori di piante che solo la pura sete di conoscenza ha spinto ai limiti delle umane possibilità: Carl Linneus, Joseph Banks, Francis Masson, Carl Peter Thunberg, David Douglas, William e Thomas Lobb, Robert Fortune, Marianne North, Richard Spruce, John Dalton Hooker, cui dobbiamo aggiungere, anzi anteporre nel prologo, John Ray che inizia la ricerca sistematica nel lontano 1600.

Questi undici straordinari botanici fecero, del 1700 e soprattutto del 1800, i secoli della scoperta di una scienza nuova che li portò a fare il giro del mondo in cerca di piante da coltivare e catalogare dopo aver dato loro un nome, rimanendo coinvolti in avventure pericolose, rischiando la propria vita e la propria salute: così è nata la Botanica.

Dalle prime classificazioni e divisioni delle piante in gruppi di John Ray, che dichiarò modestamente e saggiamente: "Non pensiamo che i limiti della scienza siano fissi per sempre", passiamo al grande Linneo, il primo vero scienziato della Botanica, forse il meno avventuroso ma sicuramente il più scientifico. Segue Banks, il duttile, intelligente, iperattivo scopritore di migliaia di piante a Thaiti, Nuova Zelanda, Australia. Che dire poi di Masson e Thunberg, che per farsi accettare nel chiuso Giappone che faceva entrare solo gli olandesi, si "olandesizzano" lavorando in Sudafrica per più di 2 anni!

Ce la faranno accompagnando una delegazione olandese in Giappone, e qui troveranno piante mirabili assolutamente sconosciute. Douglas, lo scozzese, esploratore infaticabile di territori inesplorati, che non si ferma mai e continua a viaggiare finché non morirà in modo drammatico. William e Thomas Lobb, i raccoglitori di piante, sudamericane per il vivaio Veitch, il primo, e di piante indiane e indonesiane, il fratello. Robert Fortune, l'abile raccoglitore che riuscirà ad entrare in Cina ed a portarne fantastiche meraviglie. Lascerà numerosi scritti che raccontano, a volte con grande "sense of humour", dei suoi viaggi avventurosi. E' a lui che l'India deve le sue importanti piantagioni di tè, importate dalla Cina per sostituire le poche indiane, di qualità scadente.

Ed ecco l'unica donna di questo bel volume: Marianne North, la grande disegnatrice botanica. fece due volte il giro del mondo per disegnare tutte le specie di piante possibili, e vi riuscì con successo. Una donna straordinaria, che si rovinò la salute per amore della ricerca botanica "dipinta".

Passiamo ora a Spruce, che farà delle spedizioni spaventose e fin troppo avventurose sulle Ande, in condizioni assolutamente miserande, con pochissimi mezzi e tanta, ma davvero tanta volontà ed entusiasmo. Porterà l'albero della china in India e in Jamaica, dove verranno coltivate per estrarne il chinino ed altre sostanze e curare la malaria.

Eccoci all'ultimo dei "Magnifici 11", Joseph Hooker, il ricco viaggiatore che dedicherà la sua vita alla ricerca botanica in India (Sikkim, Nepal, Tibet). Nonostante i suoi ragguardevoli mezzi anche lui avrà la sua considerevole parte di disagi e difficoltà: Rajà falsi e infidi, sanguisughe affamate a centinaia, zecche, mosche velenose, zanzare assatanate che lo divoravano quotidianamente. Ce n'è per tutti i gusti! Ma è grazie alle sue spedizioni che verranno rifatte in toto le carte geografiche dell'India e che i giardini si adornano di centinaia di specie di sfolgoranti rododendri, così cari ai giardini vittoriani.

Interessante ed esaustivo circa le gesta dei primi cacciatori di piante, questo bellissimo libro ci insegna quanto siamo in debito con gli anglosassoni per le migliaia e migliaia di piante che oggi adornano i nostri parchi e i nostri giardini. Nessuno più di loro ha sentito il bisogno di viaggiare, sempre al limite delle umane capacità, per riportare in patria nuove piante. Una gioiosa, incontenibile pulsione ha mosso questi splendidi, straordinari uomini a rischiare la vita e comunque ad abbreviarla a causa dello stress e delle malattie contratte durante le spedizioni, solo per amore delle scoperte botaniche. Un libro che lascia un segno bello e profondo, luminoso ed eroico nella storia della Botanica.