GEOMETRIE TRA LE NUVOLE

L'ultimo piano di un palazzo della City ospita un giardino pensile, attrazione di un celebre ristorante. Progettato da Arabella Lennox-Boyd, è fatto di prato, bossi e tante piante

di Cinzia Toto - foto di Andrew Lawson
(Gardenia, gennaio 2010)

 

Nella City di Londra si nasconde un giardino. Si trova al numero uno di Poultry, all'ultimo piano di un moderno palazzo pieno di uffici progettato dall'architetto James Stirling. E un roof garden di 6.000 metri quadrati, con vista sui tetti, a disposizione dei clienti del raffinato ristorante Le Coq d'Argent. Ed è un roof garden d'autore visto che a progettarlo è stata Arabella Lennox-Boyd, paesaggista italo-londinese tra le più affermate in Europa.

Voluto fortemente da Lord Peter Palumbo, proprietario del palazzo, questo giardino pensile è uno dei più originali di Londra e ha fatto la fortuna del ristorante, che nella bella stagione lo usa come estensione della sala principale, distribuendovi i tavoli e organizzandovi aperitivi e persino pic-nic sul prato.

Si compone di due parti principali. La prima è un grande cortile circolare chiuso da un muro, sul quale appoggia una pergola in legno di castagno, vestita di uva fragola e glicine. Alla base della pergola, aiuole informali ospitano una messe di piante aromatiche, oltre a camelie, rose, iris, cisti e diversi alberi, tra cui meli ornamentali, ciliegi, un acero e due magnifici esemplari di Magnolia grandiflora. Questi ultimi, come sentinelle, sono collocati nel punto di passaggio verso l'altra “stanza”, l'apice del giardino.


Stanza dal contorno triangolare, dove Arabella Lennox-Boyd ha voluto solo prato e filari di bosso potato, piantati secondo un disegno che fa pensare ai solchi di un terreno arato. Per dare un tocco di colore, e dunque un pizzico di allegria, è stata usata una pacciamatura di ghiaia rossa, colore che richiama il rivestimento in pietra del muro circolare. A mitigare la geometria di questa porzione del giardino, sei sfere di pietra del diametro di 60 centimetri, che di notte, quando le piccole luci alla loro base si accendono, creano un piacevole effetto.


1. Lo spazio tra la pergola e il centro del giardino pensile è usato, nelle giornate più calde, come estensione della sala del ristorante Le Coq d'Argent.

2. Dalla zona triangolare del roof garden, allestita con prato e filari di bosso, si accede alla “stanza” successiva attraverso un passaggio nel muro.

3. La zona circolare del giardino pensile. Alla base della pergola ci sono aiuole informali che ospitano rose, iris, camelie e anche numerosi alberi.



Metti il giardino sul tetto

Ciò che più colpisce è il contrasto tra il grigio dei palazzi tutto attorno e la sensazione che emana dal roof garden. Quasi fosse un'oasi naturale... «E' bello vedere che è sempre molto frequentato», dice Arabella, «una soddisfazione che ripaga della fatica fatta per realizzarlo. Perché il progetto venisse approvato abbiamo dovuto aspettare 12 anni... La realizzazione, poi, è stata piuttosto faticosa: si sono dovuti portare grandi quantitativi di terra, come pure fare in modo che le radici delle piante fossero al riparo dal calore emanato dagli impianti di riscaldamento. Infine, è stata una sfida creare un giardino in uno spazio dalle geometrie così rigide e inusuali. Però ci siamo riusciti e questo è ciò che conta. Trovo che sarebbe fantastico utilizzare i tetti dei palazzi in questo modo. Non capisco perché finora non si è pensato di sfruttare tutto questo spazio per creare giardini. Le nostre città acquisterebbero un nuovo volto. E noi saremmo senz'altro più felici di abitarle».

Anche a Hong Kong, come a Londra, il giardino pensile ospita prato e sfere

Un sentiero che sembra un dragone



Un altro giardino pensile di gran fascino creato da Arabella Lennox-Boyd si trova nel cuore di Hong Kong, al primo piano della Gloucester Tower, sopra lo show room di Louis Vuitton. Ha una superficie di 600 metri quadrati, ed è anch'esso a disposizione dei clienti di un ristorante molto chic, Atelier de Joèl Robuchon.

È uno spazio lungo e stretto dove i protagonisti sono due: grandi sfere di tre metri di diametro, vestite di buganvillea e appoggiate su vasi in ardesia, e una sinuosa striscia di prato che corre per tutta la sua lunghezza, disegnando una sorta di dragone cinese.

A delimitare lo spazio, come pure a creare un gioco di aperture e chiusure, è una serie di fioriere con bambù e una vasca d'acqua che riflette le forme dei palazzi vicini e crea giochi di luce. «Non amo i vasoni affastellati», spiega Arabella, «mi piace creare anche su un terrazzo l'effetto giardino. Ma in questo caso, non potendo portare molta terra per ragioni strutturali, ho pensato alla striscia di prato: per crescere si accontenta di uno strato di soli 10 centimetri di terreno. E per accentuare l'effetto grafico ho fatto ricorso alle sfere, che spezzano la linearità e danno morbidezza all'insieme».

 

In alto: i vasi e la pavimentazione sono in ardesia, materiale molto amato da Arabella Lennox-Boyd. Oltre il vetro scuro c'è il ristorante dello chef Joèl Robuchon.
A sinistra: il fucsia della buganvillea è l'unico tocco di colore previsto. Le sfere, di tre metri di diametro, sono realizzate in metallo.