PERGOLA & GAZEBO,
oggi come ieri

di Filippo Pizzoni (Gardenia, maggio 2006)


L'una nata come elemento orticolo, si è trasformata in elemento architettonico.
L'altro ha conservato il suo carattere di belvedere.

UNA INCISIONE TRATTA DAL "DECAMERONE"
UN PERGOLATO COPERTO DI VITE
SOTTO IL QUALE PASSEGGIARE

Come in ogni arte antica, anche nei giardini alcuni elementi esistono da sempre e permangono immutati pur perdendo i riferimenti di un tempo, così come altri nascono, hanno fortuna, prendono il sopravvento e resistono seppur con forme e funzioni diverse.
E' il caso di quelle costruzioni destinate a essere luogo di sosta o di riparo, le pergole e i gazebi, strutture di grande fascino, ma in realtà anche molto differenti tra loro.
La pergola ha origini antichissime: già in uso nell'antico Egitto per il sostegno delle viti, negli affreschi di Pompei si ritrova ormai rappresentata come elemento architettonicamente complesso. Nell'antica Roma infatti si coltivavano vigne sia all'interno delle città sia nelle ville extraurbane e la forma di allevamento più diffusa era la jugatio compluviata, una pergola a tutti gli effetti che riprendeva la forma del tetto della casa romana, il compluvium, con le piante legate a una struttura semplice di pali di castagno incrociati.

LA PERGOLA DISEGNATA DA EDWIN LUTYENS A HESTERCOMBE, UN GIARDINO REALIZZATO CON GERTRUDE JEKYLL

 

Questo tipo di coltivazione permetteva alle viti di espandersi in quattro direzioni, di essere più stabili e meglio ancorate al suolo, soprattutto con il maltempo, ed era conveniente nelle regioni calde e secche perché i tralci formavano un tetto, la camera, che ombreggiava e manteneva fresca la terra assetata. Il termine stesso conferma la tipologia di coltivazione: dal latino pèrgula, da pèrgere (come règula da règere, tègula da tègere), che significa "farsi avanti, estendersi in avanti".
La pergola come la conosciamo oggi deriva da quelle di epoca rinascimentale: da semplice struttura in legno di sostegno per le piante - fatta di travi e montanti - divenne una costruzione più articolata, il pergolato, così da consentire un percorso ombreggiato, spesso con elementi architettonici variamente decorati.

 

Il definitivo riconoscimento della pergola come elemento fondamentale del giardino avvenne quando fu esportata in Francia, all'inizio del Cinquecento, nella reggia di Blois dove furono realizzati lunghi pergolati accostati al perimetro delle mura. Fino ad allora, infatti, nelle zone del Nord Europa, dove il clima non consentiva la coltivazione della vite, si usavano pergolati di legno - circolari e a cupola come quelli raffigurati nelle miniature medievali - che formavano una struttura di sostegno per i rami intrecciati di tigli, faggi o carpini, secondo un modello che sarebbe stato in voga fino all'inizio del Settecento; talvolta, all'interno, erano chiusi da reti, in modo da fungere da uccelliera.

In Gran Bretagna le pergole divennero popolari solo nel XIX secolo, e nel Novecento lo stile Arts and Crafts ne sviluppò grandemente le possibilità appesantendo la struttura portante, tanto da farne un elemento fortemente architettonico e non più solamente orticolo.

Negli ultimi decenni la pergola, che ben si adatta al modo di vivere i giardini oggi, ha visto numerose reinterpretazioni contemporanee, spesso con l'utilizzo del metallo, variamente trattato e colorato.

UN'INTERPRETAZIONE CONTEMPORANEA DELLA PERGOLA AL MUSEO EBRAICO DI BERLINO, REALIZZATA CON SEMPLICI PUTRELLE
RIVESTITE DI GLICINE.

Il gazebo, al contrario, è un elemento relativamente recente, poiché non esisteva prima del Settecento: il termine gazebo appare per la prima volta in un testo inglese del 1752 e le ricerche etimologiche indicano un'origine scherzosa che prende la desinenza del futuro latino -ebo in aggiunta al verbo inglese to gaze, così da formare una nuova parola dal significato di "io vedrò". In realtà, evoluzione del belvedere italiano e del mirador spagnolo, i gazebo erano luoghi o costruzioni elevati, da cui si godevano amene e belle vedute.
I primi gazebo erano spesso terricciole oppure semplici balconi aggettanti, ma sempre strutture di dimensioni ridotte che in seguito si svilupparono in piccoli padiglioni da giardino, talvolta a due piani, situati in un luogo naturalmente sopraelevato o accostati agli angoli dei muri di cinta dei giardini e affacciati sulla campagna, come per esempio il famoso padiglione ottagonale di Melford Hall, vero e proprio gazebo con vista sulle vie di accesso alla dimora.

Solo più tardi il termine venne riferito a tutte le costruzioni da giardino con vaste aperture; per questo, di rigore, il termine dovrebbe indicare solo quelle strutture che godono di una vista o di un panorama, anche se nell'uso moderno viene applicato a qualsiasi riparo coperto.

Strutturalmente il gazebo deriva dalle piccionaie, e infatti in origine era una costruzione in muratura e la sua struttura è spesso circolare od ottagonale. La caratteristica di belvedere ha fatto sì che tra l'Ottocento e il Novecento si sia evoluto secondo un disegno a loggiato aperto, spesso in legno o metallo, secondo quella tradizione anglosassone tuttora così forte che il gazebo non sembra essersi evoluto ulteriormente e il design contemporaneo non è ancora intervenuto a modificare le linee ormai codificate dei modelli ottocenteschi.

 

 

Il GAZEBO DI MONTACUTE HOUSE NEL SOMERSET, UNO DEI PIÙ ANTICHI
UN GAZEBO IN STILE ART NOUVEAU
SUL LAGO MAGGIORE

 

CON IL GLICINE, UN MATRIMONIO PERFETTO


II primo glicine (Wisteria sinensis) arrivò in Europa nel 1816 portato da un inglese, il capitano Welbank, che aveva potuto ammirarlo a cena da un ricco commerciante di Canton, sotto una pergola carica di fiori violetti che i cinesi chiamavano Zi teng, "vite blu". Dall’Ingniiterra si dIffuse rapidamente in tutti i giardini del vecchio continente, e in Italia si ha notizia della sua esistenza già intorno al 1840. Da allora il legame tra glicine e pergola è strettissimo ed è un abbinamento tanto meraviglioso da sopravvivere da quasi due secoli.
Del glicine affascinano il colore, la forma, la breve ma intensa fioritura... tutti atout che possono essere ulteriormente arricchiti con piccoli accorgimenti: uno strato di ghiaia sotto la pergola ne farà un luogo magico quando, sfioriti i panicoli, i sassolini si mescoleranno ai petali caduti; per dare maggior risalto alla fioritura, !a pergola sarà bellissima se dipinta dello stesso colore della varietà del glicine, violetto per la specie, bianco per la 'Longissima Alba', rosa tenue per la 'Rosea'...