ROSE...DI PASQUA

Le nostre proposte
di Samantha Gaiara - foto di Daniele Cavadini
( Gardenia, febbraio 2010)



Gli ibridi orientali sono gli ultimi ellebori a fiorire, a inizio primavera.
Leggiadri come farfalle, sono rustici, robusti e facli.





Grandi, bianchi, sfumati di porpora man mano che appassiscono, i fiori vellutati dell''Helleborus niger non lasciano indifferente né l'occhio del giardiniere inesperto che, passeggiando in inverno nei boschi di latifoglie li scorge fioriti tra la neve, né quello del più raffinato conoscitore di piante.

Paolo Pejrone, per esempio, notissimo architetto paesaggista, nel suo libro In giardino non si è mai soli (Feltrinelli 2002) ne parla con trasporto, raccontando che un tempo, nelle settimane che precedevano e seguivano il Natale si recava spesso sulle colline intorno a Torino «per riempirsi gli occhi della meraviglia di quelle fioriture così belle ed estemporanee, così vive in rapporto al mondo assopito e grigio dell'inverno». Helleborus niger, originario delle Alpi, degli Appennini, della Serbia e dei Carpazi, coltivato sin dal Medioevo per le virtù medicamentose dei suoi rizomi neri, ma molto apprezzato anche nei giardini di fine Ottocento e inizio Novecento, è soltanto una delle circa 15 specie appartenenti al genere Helleborus.


A sinistra: esemplari di Helleborus foetidus 'Miss Jekyll', varietà caratterizzata da portamento eretto ed espanso. I fiori, orlati di rosso, sono talvolta lievemente profumati. Le foglie sono verde scuro.

 

 


H.'Black'

H.'Apricot'

H.x nigercors 'White Beauty'

H.'Guttatus Yellow'

H. foetidus 'Vogezen'

H. 'Picotée'

H.'Double Flowers Purple'

H.niger

 


Nel corso dei secoli altri sono entrati in coltivazione, regalandoci un'ampia gamma di forme e sfumature di colore di corolle e fogliami, dimensioni delle piante ed epoca di fioritura, soprattutto grazie ai numerosissimi ibridi e varietà creati dall'uomo.

«Il gruppo di ibridi che preferisco», ci confida Susanna Tavallini, che nel suo vivaio La Montà, vicino a Biella, ne coltiva una trentina tra specie e varietà, «sono i cosiddetti "orientali"».
Ottenuti dall'incrocio tra specie originarie dell'Est del mondo — Helleborus atrorubens, H. cyclophyllus, H. dumetorum, H. orientalis, H. odorus, H. torquatus — piacciono per la notevole varietà, in continua evoluzione, delle corolle che possono essere semplici, doppie, in ogni sfumatura del bianco, giallo, verde, rosa, prugna, impreziosite da macchie e pois.

Così diversi, così simili


A fronte di tanta diversità nei fiori, vi sono però alcune caratteristiche comuni a tutti i componenti di questo vasto gruppo: l'altezza delle piante, per esempio, che sfiora i 50 centimetri; il numero ridotto di corolle (da una a tre) portato da un unico stelo; il diametro delle corolle, compreso tra 5 e 8 cm; la forma e le dimensioni delle foglie, del tutto simili a quelle di H. orientalis.
Il periodo di fioritura è tardivo rispetto a quello degli altri ellebori: inizia intorno alla seconda decade di febbraio e si conclude con i primi di aprile. «Per questo motivo gli ellebori orientali si sono meritati l'appellativo di "rose di Pasqua"», aggiunge Susanna Tavallini, fermando lo sguardo su H. 'Coeur d'Anémone', un ibrido semidoppio dal fiore
particolarissimo, caratterizzato da una coroncina di piccoli petali porpora al centro della corolla.
E' tra i preferiti dalla vivaista, insieme con il gruppo dei Picotée, che possono essere bianchi, rosa o gialli, ma hanno tutti centro del fiore scuro e petali delicatamente sfumati di porpora.
Ma i fiori non sono l'unico motivo per cui questi ellebori non possono mancare in giardino o sul terrazzo: potrebbe valere la pena coltivarli anche perché sono i più facili. Robusti e rustici, sono soprattutto molto resistenti alle muffe, temibili malattie fungine che facilmente li colpiscono. Senza contare che tollerano bene anche la siccità estiva, mantenendo, pur in mancanza di acqua, un fogliame folto e vigoroso.

 


H.x ericsmithii

H.'Coeur d'Anémone'

H.'Double Flowers Guttatus White'

H.'Dark'

H.'White with Red Edge'

H.x ericsmithii 'Silver Moon'

H.'Pink with Green Center'

H.'Yellow'



Grandi (lunghe circa 40 centimetri), palmate e coriacee, le foglie, di un verde scuro molto intenso, sono un altro punto di forza degli orientali, tanto che Susanna Tavallini ne consiglia l'inserimento in quegli spazi così ridotti da non consentire la presenza di arbusti. Ma si possono coltivare con successo, a fianco magari di H. niger, anche in contenitore: basterà rinvasarli ogni anno, aumentando ogni volta di circa 2 centimetri il diametro del vaso.
In giardino invece staranno bene in folti gruppi, davanti ad arbusti dalla corteccia colorata come Cornus alba 'Sibirica' o Salix alba 'Vitellina', oppure nelle bordure, accompagnati a piccole bulbose (scilla, narciso, muscari) o a perenni a fioritura precoce (epimedio e bergenia).




H.'Guttatus Green'

H.'niger 'White Magic''

H.'Coeur d'Anémone Pink'

H.'Double Black Flower'

H.niger 'Sunset'


H.'Double Flowers Picotée'

H.'Coeur d'AnémoneYellow'

H.niger ' Blackthorn Strain'



Le varietà del futuro

H.'Double Flowers Guttatus White'


Gli ellebori orientali più apprezzati in questi ultimi anni, secondo Susanna Tavallini, sono quelli a corolla doppia, come per esempio H. 'Double Flowers Purple', interamente viola con un ciuffo di stami gialli al centro, o H. 'Double Flowers Picotée', con centro scuro e venature porpora o rosa. Tra i colori più richiesti, frutto di ibridazioni recenti, il nero, l'albicocca e il giallo.
Ma quali sorprese ci riserva il futuro? «Si sta puntando sull'ottenimento di sempre più sofisticate corolle "guttate", vale a dire puntinate», conclude Susanna Tavallini. Quelli che i non addetti ai lavori definiscono semplicemente puntini, infatti, sono il frutto di selezioni accurate, che hanno per obiettivo l'ottenimento di "puntini" con forme più o meno allungate, dimensioni diverse e ben determinate, concentrazioni più o meno fitte. E poi, inutile dirlo, si cercherà di ottenere sempre nuove combinazioni di colori, e i tanti sognati, ma finora mai raggiunti, fiori doppi color albicocca.

 







Chi sono: erbacee perenni a radice rizomatosa, alte da 20 fino a 120 cm. Appartengono alla famiglia delle Ranuncolaceae e comprendono circa 15 specie e numerosi ibridi e varietà.

Foglie: persistenti e situate lungo lo stelo negli ellebori più alti, caduche e basali nei piccoli, sono più o meno coriacee, talvolta leggermente pubescenti, con margine in genere dentellato.

Fiori: piatti o a coppa, solitari o in grappoli, si schiudono tra dicembre e aprile e sono formati da 5 sepali, variamente colorati. I petali veri e propri, al centro del fiore, sono trasformati in nettàri, minuscole ampolle contenenti il nettare.

 

 

 


ELLEBORI
Coltiviamoli così
Con i consigli di Susanna Tavallini del vivaio La Montà
disegni di Linda Pellegrini



Susanna Tavallini


Piemontese, nel suo vivaio La Montà colleziona ellebori (una trentina, tra ibridi e varietà), oltre a peonie, dalie e alcune erbacee perenni a fioritura precoce.




CLIMA ED ESPOSIZIONE
Gli ellebori preferiscono la mezz'ombra. L'ideale è piantarli ai piedi di alberi o arbusti decidui che lasciano filtrare il sole nel periodo della fioritura. Preferiscono i climi freddi e non temono il gelo, ma sopportano anche il caldo estivo.
TERRENO
Pur adattandosi bene a diverse tipologie di terreno, crescono meglio dove il suolo è fertile, profondo, fresco, ma ben drenato, a reazione alcalina.
IMPIANTO
Solitamente le piante vengono acquistate in vaso e si possono piantare in qualsiasi momento dell'anno, evitando i periodi più freddi dell'inverno e i più caldi dell'estate. Per ogni pianta scavate una buca profonda e larga 40 cm, preparate una miscela in parti uguali di terra da giardino, stallatico maturo e terriccio di foglie ben decomposto, e disponetene uno spesso strato sul fondo della buca. Adagiatevi la pianta e colmate gli spazi vuoti, tenendo presente che gli ellebori vanno messi a dimora con il colletto a filo del terreno. Tra una pianta e l'altra lasciate circa 50 cm di distanza.
CONCIMAZIONI
Non sono indispensabili; tuttavia si può aiutare la crescita e la fioritura somministrando un concime chimico a lenta cessione ricco di fosforo (P) e potassio (K) in autunno e dopo la fioritura. E utile invece, ad anni alterni, distribuire in superfìcie qualche centimetro di buona terra da giardino mescolata a parti uguali di stallatico maturo e terriccio di foglie.
INNAFFIATURE
Innaffiare, evitando di bagnare le foglie, solo se non piove a sufficienza. Durante l'estate gli ellebori entrano in riposo vegetativo e non hanno particolare bisogno di acqua. L'umidità eccessiva li danneggia, favorendo l'insorgere di malattie fungine.
CURE COLTURALI
Tagliare le foglie vecchie o rovinate e, dopo la fioritura, eliminare i fiori appassiti in modo da non affaticare la pianta con la produzione di semi.

MOLTIPLICAZIONE

Il modo più rapido e semplice di moltiplicare gli ibridi degli ellebori è la divisione del cespo, che si esegue a fine estate in modo da dare il tempo alle piantine di produrre nuove radici prima del freddo. Con la vanga si estraggono dal terreno piante di 4-5 anni, si liberano dalla terra e si dividono, con l'aiuto di una piccola forca, in due o tre parti al massimo, parti che vanno ripiantate subito, con il colletto a filo del terreno. Le specie botaniche invece si riproducono preferibilmente per seme.





Dove si trova
Vivaio la Montà: via Vittorio Veneto 8, Frazione S. Eusebio, 13060 Roasio (Vercelli), tel. 0163 87212, cell. 338 9379094, susanna.tavallini@alice.it
Quanto costano
Dai 12 ai 22 € a seconda della varietà, per piante in vasi larghi 15 cm.
Dove e quando vederli e acquistarli
5-6-7 marzo: "I fiori del risveglio", mostra-mercato a Villa Necchi (via Mozart 14, Milano, tel. 02 76340121).
20-21 marzo
: "Giardini d'autore", mostra-mercato presso Villa Lodi Fè (via delle Magnolie 2, Riccione, www.giardinidautore.net)
27-28 febbraio. 6-7. 13-14. 20-21 marzo: "Hellebora 2010", mostra-mercato presso il Vivaio La Montà, dalle 10 al tramonto.