In una classe tutta per sé

(The Garden, maggio 2007)

Articolo di Andrea Wulf
Fotografie gentilmente concesse dalla Linnean Society
Traduzione di Mariangela Barbiero

Nato nel mese di maggio di trecento anni fa, Linneo non desiderava nient'altro che classificare l'intero mondo naturale. Andrea Wulf ne ammira le ambizioni e ne valuta l'eredità.

Linneo era quasi sempre raffigurato con in mano Linnaea borealis, un minuscolo arbusto sempreverde originario della Svezia, nomenclato in suo onore su sua richiesta.
In questa copia del 1905 di un ritratto del 1774, Linneo indossa la divisa del Royal Order of the Northern Star.

Ogni volta che giardiniamo, siamo in compagnia di un grand'uomo: Linneo. Nato il 23 maggio 1707 con il nome di Carl Linnaeus nel piccolo villaggio di Råshult a Småland (Svezia) era anche conosciuto con il nome di Carolus Linnaeus (la versione latinizzata del suo nome) o, dopo che gli fu conferito nel 1761 il titolo di nobiluomo, Carl von Linné. Ogni volta che leggiamo il nome di una pianta rendiamo merito alla sua grande invenzione, la nomenclatura binomiale. Immaginate di cercare di parlare di piante usando solo il loro nome comune, che spesso varia da un paesino all'altro, per non parlare da uno stato all'altro. Linneo diede ad ogni pianta un nome composto da due parole: Magnolia grandiflora per esempio, un nome universale identico in Cornovaglia, Cina, Sidney o Samarcanda. La nomenclatura standardizzata portò ordine nel caos e nella confusione; senza di essa, la condivisione delle conoscenze botaniche e della ricerca, basi fondamentali dell'orticoltura e della botanica di oggi, sarebbe impossibile.

Grande viaggiatore
Da giovane, Carl Linnaeus studiò medicina in Olanda e visitò Inghilterra e Francia, dove incontrò molti dei più famosi botanici europei (l'abitudine di curare con le erbe collegava il campo della medicina e quello della botanica). Ritornò in Svezia nel 1738 dove, tre anni dopo, fu nominato Professore di Medicina e direttore dei giardini botanici di Uppsala. Qui, come affermò immodestamente lui stesso, "portò le scienze naturali al loro apogeo".
Adorato dai suoi studenti per la passione che sapeva trasmettere, ma odiato dai suoi nemici per la sua autoglorificazione e arroganza, Linnaeus sembrava essere, agli occhi dei suoi contemporaei, sempre di fretta, come se la vita fosse troppo breve per permettergli di portare a termine il compito che si era prefisso: portare ordine nel mondo della natura.
Convinto che "Dio stesso mi ha guidato con la sua onnipotente mano", Linnaeus, classificatore e tassonomista compulsivo, a quanto si dice era incapace di capire tutto ciò che non era sistematicamente organizzato. Per dare un senso al mondo che lo circondava, iniziò a classificare i mattoni della natura, imponendo regole ai suoi studi che avrebbero rivoluzionato orticultura, botanica e zoologia.

Sulla strada del binomio
Il primo passo dell'impresa di Linneo fu di creare una tassonomia rigorosa grazie alla quale gi esseri viventi potessero essere classificati, ma il suo controverso "sistema sessuale" di classificazione botanica, considerato scandaloso al tempo, fu sostituito nel giro di un secolo dalla sua prima pubblicazione del Sistema Naturae del 1735.
Il suo secondo passo, ad ogni modo, fu accolto meglio e sopravvisse più a lungo. Nel 1753 pubblicò Species Plantarum, universalmente riconosciuto come il punto di partenza dei nomi moderni delle piante.
Linneo stimava che la flora mondiale fosse costituita da 20mila specie (le stime oggi variano tra 235mila e 400mila), e durante la sua vita si riferì o riconobbe circa 9mila specie di piante: quelle che portano l'abbreviazione "L." dopo il loro nome, sono state inventate o validate da lui.
Fino a quel momento, i nomi delle piante venivano confusi, specialmente perché era un periodo in cui grandi quantità di piante sconosciute venivano introdotte da ogni parte del globo. Un "nuovo" arbusto americano, per esempio, poteva ricevere nomi differenti a Parigi, Londra e Leida.
Il problema era esacerbato dagli ingombranti metodi di nomenclatura dei vecchi sistemi. La maggior parte dei botanici inglesi usavano ancora il sistema seicentesco del naturalista John Ray che comprendeva una lunga descrizione dell'habitat della specie, la forma delle foglie e del calice. Per esempio Kalmia angustifolia, come oggi viene chiamata, era allora nota Chamaedaphne sempervirens, foliis oblongis angustis, foliorum fasciculis opposites ossia "alloro nano sempreverde, con strette foglie oblunghe che crescono a mazzetti l'una opposta all'altra". Peggio ancora: per ogni nuova pianta introdotta, i nomi già in uso dovevano essere cambiati, così da poter includere i tratti distintivi tra le nuove specie e quelle già note.
La soluzione di Linneo era brillante, semplice e inequivocabile: diede ad ogni pianta un nome composto da due parole, come avesse un nome e un cognome. Il "cognome" era il genere, tipo Kalmia o Magnolia, e spesso era dedicato a un amico o a chi aveva scoperto il genere stesso; a questo Linneo aggiunse una seconda parola, come angustifolia o grandiflora, che ne puntualizzasse la specie. Ergo, il pino strobo, in precedenza Pinus Americana quinis ex uno folliculo setis longis tenuibus triquetris ad unum angulum per totam longitudinem minutissimis crenis asperatis fu ridotto a Pinus strobus. Per la sua grande semplicità, la nomenclatura binomiale ha reso democratica e popolare la botanica.

Binomiale è meglio
Il genio di Linneo fu capire che un nome non doveva includere i dettagli sulle caratteristiche della pianta come colore, forma delle foglie o habitat: queste informazioni si potevano tranquillamente trovare in un'enciclopedia botanica. Il nome binomiale era un'etichetta, un punto di riferimento: standardizzato e universale, facile da usare e allo stesso tempo dava accesso a più informazioni disponibili. Il tentativo di Linneo di portare ordine in un mondo complesso riecheggiava molti altri aspetti della vita intellettuale della metà del XVIII secolo, il periodo dei Lumi.
Dapprima i botanici erano restii a vedere i vantaggi di nomi radicalmente nuovi. Alla fine, però, iniziarono a capire il valore di una nomenclatura internazionale standard, lasciando Linneo in una posizione incontrastabile: i nomi delle piante venivano decisi soltanto da lui!
E lui fu abile nel regalare l'immortalità ai suoi colleghi botanici nomenclando le piante in loro onore. Per il suo vecchio mentore Olaf Rudbeck, ad esempio, Linneo scelse la gloriosa Rudbeckia; per celebrare la proficua spedizione del suo allievo Pehr Kalm nelle colonie americane, Linneo nomenclò Kalmia uno degli arbusti nordamericani più desiderati.
Adesso inoltre aveva un'arma formidabile contro i suoi oppositori: poteva dare il loro nome a piante insignificanti o ad erbacce! Il primo a subire il disprezzo di Linneo fu un suo contestatore, Johann Siegesbeck, del giardino botanico di San Pietroburgo; avendo bollato il sistema sessuale di Linneo come "ripugnante prostituzione" fu punito e il suo nome fu assegnato alla Sigesbeckia orientalis, un'erbaccia maleodorante.

La razionalizzazione della botanica
All'inizio del XVIII secolo, la botanica era feudo di pochi eruditi: era talmente complessa che solo grandi biblioteche e lunghi studi davano agli studenti accesso ai suoi segreti. Nel giro di un secolo, la semplicità del metodo di Linneo portò la botanica anche al pubblico amatoriale. Donne colte andarono a "botanizzare", con presse portatili per seccare le piante raccolte, e divertendosi a classificare quanto trovato.
Il lavoro di Linneo ispirò anche una nuova generazione di pensatori, tra i quali Antoine-Laurent Lavoisier che, circa quarant'anni dopo, eliminò le vestigia dell'alchimia dalla chimica introducendo una nomenclatura per gli elementi chimici, che, al pari del sistema binomiale, era semplice e logica.
Semplificando il complesso linguaggio della botanica in uno standard internazionale, Linneo diventò uno dei botanici più influenti degli ultimi trecento anni. Il suo Species Plantarum fu un lavoro monumentale, un'impresa metodologica che lo rese semplicemente il più geniale classificatore del suo tempo.
Il suo sistema di classificazione sessuale era un metodo brillante per quel periodo: permetteva ai "cacciatori di piante" e ai semplici appassionati di identificare agevolmente le piante, purché riuscissero a contarne pistilli e stami; poteva essere usato nelle regioni selvagge delle nuove colonie, nei giardini 'di delizia' inglesi, o nelle biblioteche delle società culturali. Ma è la nomenclatura binomiale, la base del linguaggio botanico e orticolo condiviso fino ad oggi, che è la duratura eredità di Linneo per ogni giardiniere del globo.

È tutto in un nome
Il sistema binomiale (composto cioè da due nomi) ideato da Linneo continua ad essere usato, sebbene oggi possano venire aggiunti ulteriori nomi per distinguere le diverse varietà all'interno della stessa specie.

Rudbeckia
hirta
'Indian Summer'
La prima parte del sistema binomiale di Linneo dà alle piante strettamente imparentate il nome del genere, paragonabile al cognome.
La seconda parte è il nome della specie, paragonabile al nome di battesimo. Ulteriori attributi possono riferirsi a eventuali sottospecie, varietà (nate senza intervento umano) e forma, rispettivamente abbreviati in subsp., var. e f.
Molte piante da giardino hanno un terzo nome, quello della cultivar (varietà coltivata), che si riferisce a un ibrido creato dall'uomo ed è scritto con iniziale maiuscola, non italico e tra virgolette semplici.

Linneo oggi
Mike Grant, editore della rivista The Plantsman scrive: "I nomi scientifici, in latino, hanno il vantaggio di essere etichette universali. Non hanno bisogno di essere tradotti e quindi ci permettono di confrontarci in tutto il mondo su tutte le piante, in maniera inequivocabile.
I botanici, basandosi sul sistema di Linneo, hanno costruito poi un rigoroso insieme di regole (Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica) che determinano l'applicazione del nome di una pianta, in base a quando un nome è stato pubblicato per la prima volta e alla denominazione data a un campione conservato (p.es. in un erbario). Tutto ciò aiuta i botanici a fornire nomi che possono essere usati da chiunque per parlare di piante.
Senza questo sistema di nomenclatura internazionale il giardinaggio sarebbe molto più difficile e frustrante".


Immortali grazie a un genere


Tra i prediletti di Linneo che hanno generi ornamentali nomenclati in loro onore ci sono il suo vecchio professore Olaf Rudbeck, che ha dato il suo nome alla Rudbeckia nordamericana (Rudbeckia hirta 'Indian Summer')

e il suo pupillo preferito Pehr Kalm, che lo ha dato alla Kalmia

 

 



Succinto e preciso
I nomi delle piante prima del sistema binomiale potevano essere a dir poco ingombranti: prima di essere semplificato in Lathyrus odoratus, il pisello odoroso era chiamato Lathyrus distoplatyphyllus hirsutus mollis, magno & peramano flore odoro.

 

 

 

Tassonomia linneana
Mentre il sistema binomiale introdotto da Linneo è ancora in uso, il suo sistema tassonomico è ben presto caduto in disgrazia. Linneo divise le piante in 24 classi a seconda del numero dei loro organi maschili, gli stami - che lui chiamò "mariti"; queste classi furono poi ulteriormente divise a seconda del numero di organi femminili - le "mogli" o pistilli.
In questo cosiddetto "sistema sessuale" le piante facevano l'amore all'interno del fiore o "letto matrimoniale" come lo chiamava Linneo. Secondo questa teoria, una "moglie" se la spassava con "sei mariti" nel fiore del giglio; il liriodendro aveva "sei maschi o anche più nello stesso matrimonio"; il tagete era perfino più promiscuo: i suoi fiori contenevano mariti che "vivevano con mogli e concubine".
La sola idea di questa promiscuità carnale nelle piante era oltraggiosa per molti botanici. Il Botanico del Re nonché curatore del giardino di Holyrood, Charles Alston, definì questo metodo "troppo sconcio per le orecchie inglesi" mentre i libri di Linneo furono messi all'indice dal Vaticano.
Linneo riconobbe che il sistema non era perfetto, ma forniva comunque le basi per iniziare una classificazione della flora mondiale. Non fu il primo botanico a usare il sistema binomiale, ma fu il primo ad usarlo in maniera coerente, regalandoci un metodo semplice e logico per nomenclare le piante.