LILLA', QUEL PROFUMO DI PRIMAVERA

Incantevole e romantico, il lillà torna di gran moda con il suo
inconfondibile profumo e il suo fascino un po' d'antan.

di Luisa Ferrari (Giardinaggio, aprile 2009)

SENSAZIONI FORTI

Esuberante e magnifico per le screziature bianche ai bordi dei petali, il lillà 'Sensation' è utilizzabile sia come alberello che per formare una siepe informale

 

 


Pochi arbusti raggiungono l'intensità inebriante del lillà nel pieno della fioritura. Le vaporose infiorescenze che d'improvviso traboccano dai rami celebrano con gioioso abbandono il tripudio floreale della primavera e per due brevi ma gloriose settimane riempiono il giardino con il loro inconfondibile profumo. Le connotazioni romantiche attribuite al lillà si ritrovano nel linguaggio dei fiori, che eleva quello bianco a simbolo della purezza e dell'innocenza di gioventù (viene infatti tradizionalmente utilizzato per gli addobbi delle cerimonie nuziali o dei battesimi), e quello porpora a rappresentante delle prime emozioni d'amore, riflettendo l'intrinseca promessa e il fermento vegetativo di questa stagione.

Contrariamente a quanto si pensi, non tutti i lillà possiedono la stessa fragranza e tradizionalmente solo i fiori delle specie e varietà più odorose venivano utilizzati per ottenere le preparazioni necessarie per profumi e cosmetici, tra cui “l'olio di lillà” ricavato per macerazione delle corolle in grassi vegetali e “l'essenza di lillà”', estratta tramite solventi volatili.
Oltre ad alcune specie, le classiche varietà di Syringa vulgaris rimangono le migliori se la profumazione è il motivo principale della loro presenza in giardino, perché molti ibridi moderni con infiorescenze ancor più spettacolari o colori nuovi (S. 'Sensation', violetto con marginatura bianca) non emanano alcun aroma.



Bianco come un angelo

Si chiama 'Angel White' questa varietà candida che, come tutti i lillà bianchi, è un po' più
sensibile e delicata rispetto al lillà comune
.


Il lillà che rifiorisce anche 4 volte l'anno

La varietà 'Josee' ha una particolarità: rifiorisce fino a 4 volte nel corso della primavera/estate, con un effetto decorativo molto prolungato.

Una storia affascinante

Botanicamente legato all'ulivo e al ligustro, con cui condivide la famiglia delle Oleaceae, il genere Syringa comprende circa una trentina di specie, tra cui la più diffusa è indubbiamente S. vulgaris, capostipite del lillà tradizionale. Originariamente importato dalla Turchia, questo arbusto adattabile e di semplice coltivazione era già presente nei giardini degli amatori inglesi verso la metà del 1500 e si naturalizzò ben presto in varie parti d'Europa, compresa l'Italia dove fu introdotto verso la fine del secolo. Il vero luogo di provenienza rimase però sconosciuto fino al 1828, quando fu identificato allo stato selvatico prima in Romania e successivamente nella regione dei Balcani.
La maggior parte delle sue varietà più note furono sviluppate da Victor Lemoine e suo figlio Emile nel loro vivaio di Nancy. I primi esperimenti miravano alla produzione di fiori doppi o spighe più voluminose e profumate attraverso incroci tra specie cinesi (tra cui S. oblata, di grande fragranza) e forme orticole selezionate.
Gli esemplari così ottenuti resero meritatamente famosa la ditta francese che tra il 1827 e il 1930 ne brevettò più di 150 varietà (compreso un particolare gruppo di ibridi riuniti sotto il nome S. hyacinthiflora) di cui molte ancora valide ai nostri giorni. Tra le migliori a fiore doppio e di squisita fragranza, tuttora comunemente reperibili, si distinguono S. 'Madame Lemoine', bianco, che fiorisce a metà primavera, seguito da S. 'Charles Joly', porpora, con portamento marcatamente eretto (tarda primavera) e S. 'Katherine Havemeyer' che offre infiorescenze azzurro lavanda e fogliame arrotondato verde brillante. A fiori semplici ma altrettanto profumati, sono S. 'Souvenir de Louis Spaeth' uno dei più diffusi, che si avvicina alle tonalità rubino (metà stagione) e S. 'Maréchal Foch', con massicce pannocchie rosa carminio. Per prolungare il periodo delle fioriture dei lillà i giardini ampi usavano usufruire di varietà precoci, medie e tardive che associate possono estendere il periodo di produzione fino a sei settimane.

 

Varietà
A fiore doppio
A fiore singolo
S. 'Alphonse Lavallée' blu lilla S. 'Cavour' violetto
S. 'Ami Schott' blu cobalto S. 'Firmament' azzurro
S. 'Belle de Nancy' rosa malva S. 'Congo' lillà con sfumature porpora
S. 'Charles Joly' porpora scuro S. 'Glory of Horstenstein'
(sin. 'Ruhm von Horstenstein')
lillà scuro
S. 'Edith Cavell' bianco crema S. 'Jan van Thol' bianco
S. 'Katherine Havemeyer' azzurro lavanda S. 'Madame F. Morel' rosa scuro
S. 'Madame Antoine Buchner' rosa carminio S. 'Maréchal Foch' rosa carminio
S. 'Madame Lemoine'
(sin. 'Monique Lemoine')
bianco S. 'Masséna' porpora scuro
S. 'Montaigne' rosa pallido S. 'Mont Blanc' bianco
S. 'Président Grévy' azzurro lilla S. 'Primrose' giallo primula
S. 'Victor Lemoine' rosa lilla S. 'Souvenir de Louis Spaeth'
(sin. 'Andenken an Ludwig Späth')
rosso porpora
S. 'Violetta' viola S. 'Vestale' bianco



La moda dei lillà in Europa

I nuovi arbusti profumati introdotti da Lemoine divennero subito di moda, non solo in giardino ma anche come fiori recisi che fino agli inizi del '900 erano abitualmente in vendita nelle maggiori città europee, rifornite da serre parigine specializzate nella forzatura. Il primato per la produzione dei rami da taglio si spostò in un secondo tempo a paesi come la Danimarca, la Germania e soprattutto l'Olanda, dove la coltivazione su scala industriale aveva dato origine alle cosiddette 'isole dei lillà' nel mare di Aalsmeer. In seguito la produzione dei rami fioriti fu però sostituita da specie di più facile gestione come fresie, narcisi e tulipani, che presentavano tempi e costi molto inferiori.


Tinkerbell, un lillà dal colore insolito


A destra la varietà Tinkerbell, chiamata in Italia anche Peter Pan, ha un bei colore rosa intenso con i boccioli quasi rossi, che è utilizzata anche per formare eleganti bonsai. Il lillà viene spesso usato per formare siepi e barriere. La sua ramatura fitta crea, infatti, un intrico difficile da oltrepassare. Ma in aggiunta al pregio pratico c'è quello estetico:
in piena fioritura l'aspetto è esuberante e il profumo si fa sentire a decine di metri di distanza.

 

Ibridi francesi e canadesi

Nei giardini europei le varietà e gli ibridi di S. vulgaris, generalmente classificati come 'lillà francesi', rimasero all'apice della popolarità per circa un secolo, particolarmente in Germania, in Italia e in Francia dove erano una presenza quasi immancabile nei parchi pubblici e privati per la formazione di siepi e boschetti fioriti, ma anche in prossimità delle abitazioni, coltivati ad alberello.

La fase di declino nell'impianto di nuovi esemplari comincia verso la fine degli anni Trenta senza una ragione apparente se non la diminuita produzione durante il conflitto mondiale e in un secondo tempo la disponibilità sempre maggiore di piante nuove provenienti da tutto il mondo. La storia del lillà continua però oltreoceano grazie alla sua natura robusta e completamente rustica che lo rese particolarmente apprezzato in Canada, dove si era diffuso sin dalle prime decadi del 1800. Grazie a un intenso programma di ibridazione condotto a Ottawa con specie cinesi di grande valore ornamentale (principalmente S. reflexae, S. villosa), vennero selezionati nel 1920 vari incroci interessanti, in particolare S. x prestoniae, un gruppo di arbusti o alberelli estremamente rustici e vigorosi noti collettivamente come 'ibridi canadesi', che sfoggiano in tarda primavera o inizio estate spighe fiorifere particolarmente cospicue e molto profumate, per lo più in tonalità rosso purpuree ma anche bianche, rosa, lavanda o violette.
Oltre ai lillà francesi e canadesi, che costituiscono ancor oggi la maggior parte della seppur ridotta produzione di piante in vaso per il mercato amatoriale, varie specie di Syringa importate dall'Oriente sono in grado di offrire caratteristiche interessanti anche per il giardino moderno.

.Tanti colori nuovi

II colore della specie spontanea è talmente tipico da aver dato il nome all'omonimo colore, quella particolare nuance di viola-rosa chiaro. Ma il genere Syringa offre molti altri colori: le varietà orticole possono essere candide, viola-blu, rosso porpora, persino gialle come nella rara varietà Syringa pekinensis 'Zhang Zhiming' ottenuta a Pechino da un celebre giardiniere locale


Il profumo più autentico...

Tutte le specie sono dotate di grande fragranza, con profumazioni tuttavia diverse da quella classica. Tra queste, di particolare interesse è Syringa persica, coltivata nei giardini persiani, cinesi e indiani sin dai tempi remoti. La sua introduzione in Europa risale circa agli inizi del 1600 ed è legata alla storia della Repubblica di Venezia perché fu proprio l'ambasciatore della Serenissima a portarla in patria dopo un viaggio a Costantinopoli.
E' una specie di grande bellezza che si sviluppa bene in Italia, a chioma compatta e arrotondata (circa 2 x 2m) completamente ricoperta tra aprile e maggio di piccole pannocchie ramificate nella tipica tonalità lilla. Originaria della Cina e introdotta intorno al 1894, S. sweginzowii meriterebbe maggiore diffusione nel nostro paese, dove cresce senza problemi. Forma col tempo un alberello di medie dimensioni (4 x 2,5 m) carico in tarda primavera di fiori rosa o bianco rosati riuniti in grandi spighe che emanano un profumo dolce e insolito. Risale inoltre al 1827 l'arrivo in Italia di una bella specie nativa dell'Ungheria, denominata S. josikaea dal nome della baronessa ungherese che per prima la segnalò ai botanici per il suo valore ornamentale. E' stata utilizzata nel programma canadese di ibridazione per il fogliame lucido e le vistose infiorescenze erette lilla scuro, dando origine (tramite incrocio con S. reflexa) a S. x josiflexa 'Bellicent', un grande arbusto con enormi spighe fiorifere rosa chiaro prodotte in tarda primavera.

Da non dimenticare infine S. pubescens microphylla 'Superba' (1,8 x 1,5 m), che ripete a settembre la fioritura rosa di inizio estate e S. meyeri 'Palibin' (sinonimo S. palibiniana), perfetta nei giardini piccoli e medi per le dimensioni contenute (1,5x1,5 cm) e l'intensità della profumazione.

Un fiore che parla di infanzia

Nel linguaggio floreale il lillà parla di infanzia e di adolescenza: la tenerezza di
questo fiore sembra essere adatta a rappresentare l'età dell'innocenza.

Saper fare
Le regole per avere lillà sani e belli


I lillà si adattano a tutti i tipi di terreno ma prediligono quelli profondi, fertili, capaci di trattenere l'umidità e leggermente calcarei, con buon drenaggio ed esposti al sole.

Nei terreni poveri o poco profondi questi arbusti e alberelli apprezzano una pacciamatura annuale con letame ben maturo o composta e un apporto di fertilizzanti bilanciati, soprattutto nella fase iniziale di consolidamento.

II primo anno dopo l'impianto è consigliabile rimuovere le spighe fiorifere appena formate, per incoraggiare piuttosto la produzione di steli vigorosi che formeranno l'ossatura dell'arbusto. Il febbraio seguente gli steli principali andranno accorciati di circa due terzi, appena sopra un paio di gemme dormienti. E andranno eliminate al contempo ramificazioni deboli tagliandole alla congiunzione con il tronco principale.

Potature regolari sono necessarie per evitare che il lillà diventi troppo alto, con fioritura relegata alla parte superiore della chioma. Potatelo quindi subito dopo la fioritura per favorire la formazione di gemme estive che porteranno i fiori la primavera successiva.

Dopo qualche anno è necessario arieggiare la chioma rimuovendo alcuni dei rami più vecchi sino al tronco. Attenzione anche alla produzione di steli intorno alla base, da asportare appena si formano.

Gli esemplari arbustivi trascurati si possono ringiovanire tagliandoli alla base durante l'inverno e successivamente preservando solo alcuni dei nuovi rami emergenti che costituiranno l'impalcatura dell'arbusto, scegliendo i più vigorosi e ben distanziati tra loro. La fioritura sarà assente per due o tre stagioni. Si ritornerà poi ai normali livelli di fioritura.

Gli esemplari ad alberello innestati (generalmente su porta innesti di ligustro o lillà selvatico, S. vulgaris) non vanno mai tagliati alla base perché i polloni che spesso producono alla base (da rimuovere!) avrebbero il sopravvento.

La moltiplicazione avviene per talea, margotta, per innesto su soggetti ottenuti da seme o per propaggine.

Come per la maggior parte delle fioriture complesse o riunite in elaborate pannocchie, le condizioni atmosferiche prevalenti al momento dell'apertura delle corolle giocano un ruolo importante nella loro durata. Una volta sbocciate le infiorescenze persistono più a lungo in condizioni fresche e asciutte, mentre il caldo eccessivo le esaurisce più rapidamente e piogge costanti le sciupano causando marciumi.

Per utilizzare i fiori del lillà nelle composizioni si consiglia di raccoglierli al mattino presto per non vederli avvizzire velocemente.