Cardi:
dimenticatevi della loro reputazione

(da L'Ami des Jardins di luglio 2005)

Testo e foto di Didier Willery
Traduzione di Mariangela Barbiero

Spinosi e poco amati, i cardi hanno una cattiva reputazione. Ma non per questo sono meno affascinanti! Molti di loro meritano di far parte dei nostri giardini per la loro maestosa presenza
o per i meravigliosi colori dei loro fiori, sia freschi sia secchi.

I colori violacei degli steli e delle brattee dell'Eryngium x zabellii 'Donard's Variety' rendono questo cardo davvero affascinante. È uno dei più belli.
Settembre sarà il momento migliore per acquistare in vaso e piantare i giovani cardi perenni o biennali.

Nella maggior parte delle regioni (francesi, n.d.t.), metà luglio è la data limite entro la quale tutti i cardi selvatici devono essere eliminati, pena contravvenzioni... Anche se non ci sono più abbastanza guardie forestali per far applicare questa legge già molto datata (tesa a limitare l'invasione nelle coltivazioni da parte di queste 'male erbe'), essa è così radicata nella testa della gente, almeno quanto il cardo sa resistere ai numerosi diserbanti chimici.

Una geometria perfetta
Eppure, i cardi meritano un po' più d'attenzione. Anche se le loro foglie, e spesso anche i loro steli, muniti di punte aguzze non ne facilitano l'avvicinamento, un'osservazione approfondita rivela piante e fiori organizzati secondo una geometria perfetta e affascinante per la regolarità. I bottoni fiorali, in particolare, sembrano proteggersi con un'armatura di brattee spesse e puntute, che spesso presentano colorazioni metalliche blu o violacee. Questa struttura permane molto spesso ben dopo l'appassimento del fiore e protegge i semi fino a inverno inoltrato. Solo gli uccelli più temerari, come il popolare cardellino, riescono a estrarne il prezioso cibo invernale.
Quale che sia la specie alla quale appartiene, il cardo non è un mai un unico fiore, ma piuttosto una vera comunità che riunisce varie decine, anzi varie centinaia, di piccoli fiori serrati gli uni contro gli altri e circondati dalle famose brattee spinose che li difendono assai bene dagli animali erbivori (fatta eccezione per asini e capre, che hanno una bocca d'acciaio!).

I giganti verdi
Oltre agli Eryngium dai fiori blu o "metallici", diverse specie di cardi sudamericani si distinguono o per portamento e dimensioni ragguardevoli (l'E. pandanifolium raggiunge i 2 m) o perché hanno un aspetto ingannevole: assomigliano a piante grasse o a bromeliacee (la famiglia dell'ananas) come E. yuccifolium e E. agavifolium. Ancora poco diffusi, questi cardi sono di grande effetto, grazie all'aspetto esotico, pur essendo abbastanza rustici da affrontare temperature anche inferiori ai -10°, se in suolo fresco ma ben drenato.

Fiori complessi ma attraenti

Una delicata tavolozza di colori
A seconda della specie, questi "piccoli" fiori hanno petali corti e verdastri (e quindi poco visibili), o più visibili come quelli rosa malva del Dipsacus (scardaccione). Possono anche essere allungati, sottili e bluastri come nel carciofo o nel cardo comune, o rosso carminio come nel bellissimo Cirsium rivulare 'Atropurpureum' (cardo dei ruscelli) dai fiori porpora.
Il carciofo, d'altronde, potrebbe indossare i panni dell'ambasciatore per i cardi bellissimi. Ben noto, inoffensivo e non invadente, offre, allorché gliene sia lasciata la possibilità, una frotta di magnifici fiori tra luglio ed agosto. È una pianta dal grande fogliame, come nell'acanto.
Lasciarlo fiorire non vieta di raccoglierne i piccoli bocci, un aperitivo delizioso. Piuttosto che relegarlo ai bordi dell'orto, non esitate a usarlo in un'aiola per unire al meglio l'utile al dilettevole. I bocci di svariate altre specie, come del famoso cardo mariano (Silybum marianum basionimo Carduus marianus L.) dal meraviglioso fogliame dalle nervature argentee, sono anche commestibili purché siano raccolti giovani e si sappia come prepararli.
Se certuni si riseminano moderatamente (soprattutto le specie biannuali), la maggior parte dei 'cardi da giardino' non è invasiva. Cosa che, a volte, potrebbe persino dispiacere, come nel caso del Cirsium rivulare 'Atropurpureum' le cui magnifiche infiorescenze rosso porpora si rinnovano continuamente da maggio a settembre. Venduto per perenne, sfortunatamente sparirà dopo due o tre anni, senza lasciare alcun seme, dal momento che è sterile... Nessun timore d'invasività nemmeno con gli Eryngium, tra i cardi più raffinati. Le loro infiorescenze, più o meno grandi, sbocciano in gruppi di qualche decina di fiori, così rigogliosi da formare una sorta di arbusto ispido di brattee blu violacee, come alcune varietà di Eryngium alpinum.

Il cardo dei Pirenei

Le foglie finemente dentate, spinose, bluastre e con nervature argentate dell'Eryngium bourgatii sono molto attraenti a inizio primavera.
La pianta in estate è ricoperta da una cupola di fiori.
Altezza: 60 cm.
Fioritura: da metà luglio a ottobre.

 

Cardi tenaci

Il cardo comune
Il cardo alpino
La sfera azzurra
Il Cynara cardunculus forma coste senza spine e fiori globulosi di un magnifico bluporpora. Grandi foglie assai grigie. I carciofi commestibili (C. scolymus) producono una medesima impressione.
Altezza: 180 cm
Fioritura: luglio/agosto
Gli steli molto ramificati dell'Eryngium alpinum portano una moltitudine di piccoli fiori più o meno blu a seconda della varietà ('Blue Star' è la più blu). Ideale in terreno calcareo e secco.
Altezza: da 60 cm a 1 m
Fioritura: luglio/agosto
I fiori blu metallico dell'Echinops ritro sbocciano in infiorescenze perfettamente globulari. 'Taplow Blue' è la varietà più blu ma la meno vigorosa. Le varietà bianche sono decisamente meno seducenti.
Altezza: da 1 a 1,20 m
Fioritura: agosto

I cardi biennali

Il Cardo dei lanaioli
Eryngium giganteum 'Silver Ghost'
Il cardo mariano
Facilmente riconoscibili, le infiorescenze ovali del Dipsacus fullonum sono contornate da grandi brattee spinose. I piccoli fiori rosa sbocciando si dispongono in cerchio a metà del capolino e poi si aprono man mano verso l’alto e verso il basso, mai contemporaneamente.
Altezza: da 1,50 a 2,50 m
Fioritura: da luglio ad ottobre
I suoi fiori, ornati da grandi brattee che sembrano d'alluminio, non possono fare a meno di attirare gli sguardi. La famosa giardiniera britannica Ellen Willmott ne lasciava sempre qualche seme nei giardini che visitava, quasi a voler lasciare una traccia del suo passaggio, tanto che gli inglesi la chiamano comunemente 'Miss Willmott's ghost'.
Altezza: 80 cm
Fioritura: da giugno a settembre
La rosetta di foglie con nervature bianco argento del Sylibum marianum è magnifica fin dal primo anno; la leggenda narra che il colore bianco sia nato da una goccia di latte caduto dal seno della Vergine. Fiori porpora o bianchi.
Altezza: da 1 a 1,50 m
Fioritura: da giugno ad agosto

Un'aria familiare - Veri e falsi cardi
Una forte struttura munita di spine è, per la maggior parte di noi, il segno inconfondibile per riconoscere un cardo, ma in realtà questa è una caratteristica di fiori di diversi generi appartenenti a famiglie diverse.
I veri cardi appartengono, come le margherite, alla famiglia delle Asteracee, (altrimenti dette Composite). I principali generi sono Carlina, Cirsium, Cynara (cardi e carciofi), Echinops, Onopordum, Psilostemon e Sylibum (il cardo mariano).
I falsi cardi appartengono alla famiglia delle Apiacee (una volta chiamate Ombrellifere) che comprende essenzialmente gli Eryngium, o a quella delle Dipsacacee, a cui appartiene appunto il già citato cardo dei lanaioli.


Molto presenti, ma mai invadenti

L'Eryingium planum produce steli fioriti molto ramificati e si ricopre di innumerevoli piccoli fiori, più o meno blu a seconda della cultivar.

I re dei mazzi di fiori secchi
In compenso, tutti i cardi sono eccellenti fiori secchi, a cominciare dai celebri Echinops, presenti in tutti i giardini di campagna. I suoi robusti ciuffi di foglie grigie producono per tutta l'estate delle palle blu (più raramente bianche) che formano la base dei mazzi di fiori secchi, in compagnia di elicriso (Helichrysum bracteatum), di Limonium o di statice. Affinché i cardi conservino il loro colore anche una volta essiccati è essenziale raccoglierli poco prima che fioriscano completamente, perché perfino dopo il taglio continuano a maturare per un po'. Questa precauzione è inutile con le carline, un cardo di montagna un tempo appeso sulle porte delle stalle per tener lontano il maligno, proprio come il cardo dei lanaioli (Dipsacus fullonum), le cui infiorescenze ovali sono munite di grandi brattee erette e spinose. Questa superba pianta selvatica, soprannominata anche "vaschetta per gli uccelli" (a causa dell'acqua che si accumula nell'incavo delle foglie paripennate) è, come giustamente ha osservato Pierre Déon, geniale autore della rivista naturalistica La Hulotte, "la sola pianta che ha lavorato in fabbrica": le sue brattee, molto dure una volta seccate, fungevano da pettine per cardare la lana! Oggi in via di estinzione a causa dello sfalcio intensivo delle scarpate, questo cardo un tempo domestico merita anch'esso di essere ospitato nei nostri giardini, o nelle nostre case, per la sua bellezza e anche...per la gioia dei cardellini!

Eryngium x zabelli 'Violetta'
Come tutti gli Eryngium si sposa molto bene con le graminacee, in particolare con il Pennisetum orientale
Eryngium x tripartitum
Produce mazzetti di piccoli fiori molto ariosi in luglio e agosto. Originario delle regioni mediterranee, ama i posti caldi e i terreni sassosi e ben drenati.
Eryngium agaviifolium
Tutto in lui suscita curiosità: i fiori verdi, magnifici da vicino, e il fogliamo spesso e coriaceo che assomiglia a quello delle bromeliacee
Eryngium variifolium
I suoi grandi fiori dalle brattee molto incise sono tanto affascinanti quanto le foglie, elegantemente seghettate e con marcate nervature argento.

Preferiscono
Una posizione aperta, lontano da alberi e arbusti
Una terra ben drenata (ma fresca per il Cirsium rivulare)
Un terreno incolto o coperto di ghiaia

Detestano
L'umidità stagnante (anche lo stesso Cirsium rivulare)
Un suolo troppo ricco
Essere spostati, soprattutto se si sono seminati spontaneamente

Il segreto del successo

Quando piantare i cardi?

Da fine estate, ossia da metà agosto e fino a metà ottobre il periodo è favorevole alla messa a dimora di specie perenni e biannuali: le giovani piante, infatti, avranno così il tempo per arrivare in profondità con le radici. Le specie biannuali sviluppano una bella rosetta di grandi foglie che rimangono spettacolari finché l'inverno resta mite.
Quali si possono seminare?

I semi di Onopordum, Silybum e Dipsacus sono disponibili su alcuni cataloghi di vendita per corrispondenza. Seminateli prima di metà agosto, in piccoli gruppi direttamente in piena terra o in vaso. Una volta uscite le plantule, eliminate le due più deboli. Potete provare a ripicchettarle avendo cura di non danneggiare la loro unica e lunga radice. In giardino, lasciate sempre che qualche fiore vada a seme: gli uccelli mangeranno la maggior parte dei semi, ma qualcuno riuscirà sempre a germinare nei posti più inaspettati. Tenete a mente che i cardi biannuali, una volta aver fiorito e prodotto altri semi, muoiono!
Come essiccarli correttamente?

I cardi si essiccano facilmente, a condizione di raccoglierli prima della completa fioritura. Una raccolta precoce permette di conservarne il colore il più vivido possibile, interrompe la maturazione dei fiori fecondati ed evita che si trasformino in "piumini" pronti ad alzarsi in volo al minimo soffio d'aria. Eryngium ed Echinops seccano meglio se si raccolgono subito prima che si aprano i fiorellini concentrati nel cuore dell'infiorescenza. Non appena raccolti, eliminate le foglie dagli steli e appendete questi ultimi con la testa in giù in un locale buio (per preservarne i colori) e ben ventilato.
Anche un rapido passaggio nel forno a microonde permette di fermare la maturazione dei fiori e di conservarne meglio i colori.




Attenzione, non sono perenni!

Nei cataloghi, i cirsi (Cirsium) sono descritti proprio come fossero perenni. Beh, in realtà non vivono che due o tre anni. Tuttavia si possono conservare più a lungo moltiplicandoli per talea di radice, come si fa con gli Eryngium. La durata della vita delle carline (Carlina acaulis) dipende praticamente dall'umidità del suolo: sopravvivono raramente all'arrivo dell'inverno in terra argillosa, ma resistono anche tre o quattro anni in terra sassosa e ben drenata.







Moltiplicate gli Eryngium

Gli Eryngium perenni si moltiplicano facilmente per talea di radice. In autunno tagliate un pezzo da una delle loro grosse radici e ricavatene dei pezzetti di 5 cm circa. Poggiatele orizzontalmente dentro una ciotola su una miscela di torba e di sabbia e copritele leggermente con lo stesso composto. Sistematele in cassone freddo o in un locale che non geli. A partire da fine inverno, da una parte appariranno le foglie, dall'altra le radici. Ripicchettate ogni singolo pezzo in un vaso singolo sempre al riparo dal freddo, per poi sistemarlo in piena terra alla fine della primavera. Fioriranno l'estate successiva.

 

 

 

 

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